DI M. SEBASTIAN SERLIO
iJMci da quefla co fa che pare un giuoco, nondimeno l’architetto ne trarrti pur qualche srutto, & in
dìuersi accidenti se ne siruirà, & masfimamente uenendoli alle mani un pe^go di qualunque rotondità,
per picciolo che sia,faperà con la sopradetta regola trouare il suo centro,& sapere ilsuo diametro la
circunser ensia facendo nel modo3che qui appresso è dìsegnato.
Si troua nell’antico,&anco nel moderno di molte colonne,che nella parte dì/otto nelTessremo son rot-
te in qualche parte, & quejìo è auuenuto che nel metterle in opera lesue haft, ò che non erano ben /pia-
nate à fquadra, & ben congiunte con ess e base,ò neramente che mettendole sopra le bafe & non le ponen-
do d piombo al primo, ma caricando piu da un lato che dall’altro, quella parte più oppressa dal peso s’è
risentita & nell’orlo fuo sé rotta: ma fe l’architetto conoscera la for%a delle linee aiutato dalla Ceome-
tria3potrà tener quejìo modo, che la colonna nel suo piede fa curua/ioè opima, fi come qui à lato fi di-
mofira nella prima colonna, & cosi che lasua busa fìa di tanta concauità , quanto la curuatura di ess a-»
colonnari maniera,che posta la colonna à piombo [opra la fua basa, da fua posìa trouerd il suo loco fin-
%a dar pacione all’orlo fuo, nè alla basa la curuatura, & la coucauità cosi è da fare, chepofia una pun-
ta del compajso sopra la sommità della colonna aUA,& l’altra punta nella parte di fitto al lato lì,
circuendo con esso compajso sin al C >sarà la curuatura, con la quale si farà anchora la concauità, & il
medesimo modo si potrà tenere à porre in operali suo capitello^, come si uede nell’altra colonna qui à
canto.
iJMci da quefla co fa che pare un giuoco, nondimeno l’architetto ne trarrti pur qualche srutto, & in
dìuersi accidenti se ne siruirà, & masfimamente uenendoli alle mani un pe^go di qualunque rotondità,
per picciolo che sia,faperà con la sopradetta regola trouare il suo centro,& sapere ilsuo diametro la
circunser ensia facendo nel modo3che qui appresso è dìsegnato.
Si troua nell’antico,&anco nel moderno di molte colonne,che nella parte dì/otto nelTessremo son rot-
te in qualche parte, & quejìo è auuenuto che nel metterle in opera lesue haft, ò che non erano ben /pia-
nate à fquadra, & ben congiunte con ess e base,ò neramente che mettendole sopra le bafe & non le ponen-
do d piombo al primo, ma caricando piu da un lato che dall’altro, quella parte più oppressa dal peso s’è
risentita & nell’orlo fuo sé rotta: ma fe l’architetto conoscera la for%a delle linee aiutato dalla Ceome-
tria3potrà tener quejìo modo, che la colonna nel suo piede fa curua/ioè opima, fi come qui à lato fi di-
mofira nella prima colonna, & cosi che lasua busa fìa di tanta concauità , quanto la curuatura di ess a-»
colonnari maniera,che posta la colonna à piombo [opra la fua basa, da fua posìa trouerd il suo loco fin-
%a dar pacione all’orlo fuo, nè alla basa la curuatura, & la coucauità cosi è da fare, chepofia una pun-
ta del compajso sopra la sommità della colonna aUA,& l’altra punta nella parte di fitto al lato lì,
circuendo con esso compajso sin al C >sarà la curuatura, con la quale si farà anchora la concauità, & il
medesimo modo si potrà tenere à porre in operali suo capitello^, come si uede nell’altra colonna qui à
canto.