ED ARCHIT. GENOVESE 133
Ma la tavola, che apportale in Genova utile, e gloria
al noRro Paggi sopra ogni altra sua, fu quella, che lavorò
pel Sig. Marc'Antonio Doria . Legge!! in ella la fìrage de’ fan-
ciudi Innocenti espressa con tanto spirito, e brio, che lem- Gì Gio.
bra non già dipinta , ma vera . Per autenticare la bellezza Battista
di quella gran tavola baderà il dire, che oiservandola da un ACGÌ ‘
buco della porta una certa femmina, s’ avvisò , che quei fan-
ciulli formati dal pennello fodero veri, e realmente ucci!! ;
onde tanto si commoise, e gridò , che alle sue Arida fece_>
accorrere quanti erano in cala . (a)
Fu queR’ Opera didimamente lodata dal Soranzo nelle
sue Rime : siccome dal Cella, dal Marino , dal Cebà , dal
Grillo , dal Chiabrera , e da altri insigni Poeti, co’ quali
egli ebbe perpetua amicizia , e corrispondenza di lettere .
In fatiche tanto onorevoli impiegato pervenne il Paggi
ad un’ età molto avanzata , nella quale avea bilogno anzi di
riposare, che di edere da nuovi didurbi ? come gli avvenne,
travagliato. Credeva ben egli d’avere nella Patria innalzato
a tutto il decoro 1’ amata !ua Profedlone : ma s’ avvide iim.
ultimo , che non aveva ancora riportato su ciò l’intera vit-
toria ; e che quella agli anni suoi cadenti era riserbata .
Diè motivo agli accennati diRurbi del Paggi la traseuratez-
za di Bernardo Capello, il quale, essendogli slato contrario
nella già narrata lite, lenza punto riflettere al pregiudizio,
che a se Redo recava, non si curò , che cancellato venisse_>
il suo nome dalla matricola de’ Doratori , nella quale era!!
fatto aserivere . Ciò produde un’ effetto sì reo ; che volendo
Torquato Paggi, figlio del noRro Gio. Battida, edere ac-
cettato nel Collegio de’ Dottori, ove è proibito 1’ accedo
a’ figli d’ Artigiani : si vide rifiutato, come siglio di chi
esercitava la Profedlone, della quale un’ altro ProsesTore era
I 3 attuai-
( a ) Quella soperbiSma tavola, che adorna la parete principale della Cala entro
il Palazzo del Sig. Giuseppe Doria eruditismo Cavaliere , su dal Paggi co-
lorirà 1’ anno 1606. Toccò al Paggi tal’ Opera per mera sorte ; perciocché
tenendo il Sig, Ma re’Antonio Doria , promotore delle bell’ arti, impiegati , ap-
preso di se Rubens , Vandik, Sarzana , e Paggi ; e volendo far colorile-*
quello quadro da un di loro senza predilezione : raccolti i nomi di tutti
e quattro in un busolo , n’ eltrasse uno, e uso! il Paggi. Anzi si tiene, che
quella tavola folle in gran parte delineata dal Vandik . Il su c cesso della fem-
mina , che fe’ tanto Crepito , lo rimetteremo alla bontà di chi avrà voglia
di crederlo,
Ma la tavola, che apportale in Genova utile, e gloria
al noRro Paggi sopra ogni altra sua, fu quella, che lavorò
pel Sig. Marc'Antonio Doria . Legge!! in ella la fìrage de’ fan-
ciudi Innocenti espressa con tanto spirito, e brio, che lem- Gì Gio.
bra non già dipinta , ma vera . Per autenticare la bellezza Battista
di quella gran tavola baderà il dire, che oiservandola da un ACGÌ ‘
buco della porta una certa femmina, s’ avvisò , che quei fan-
ciulli formati dal pennello fodero veri, e realmente ucci!! ;
onde tanto si commoise, e gridò , che alle sue Arida fece_>
accorrere quanti erano in cala . (a)
Fu queR’ Opera didimamente lodata dal Soranzo nelle
sue Rime : siccome dal Cella, dal Marino , dal Cebà , dal
Grillo , dal Chiabrera , e da altri insigni Poeti, co’ quali
egli ebbe perpetua amicizia , e corrispondenza di lettere .
In fatiche tanto onorevoli impiegato pervenne il Paggi
ad un’ età molto avanzata , nella quale avea bilogno anzi di
riposare, che di edere da nuovi didurbi ? come gli avvenne,
travagliato. Credeva ben egli d’avere nella Patria innalzato
a tutto il decoro 1’ amata !ua Profedlone : ma s’ avvide iim.
ultimo , che non aveva ancora riportato su ciò l’intera vit-
toria ; e che quella agli anni suoi cadenti era riserbata .
Diè motivo agli accennati diRurbi del Paggi la traseuratez-
za di Bernardo Capello, il quale, essendogli slato contrario
nella già narrata lite, lenza punto riflettere al pregiudizio,
che a se Redo recava, non si curò , che cancellato venisse_>
il suo nome dalla matricola de’ Doratori , nella quale era!!
fatto aserivere . Ciò produde un’ effetto sì reo ; che volendo
Torquato Paggi, figlio del noRro Gio. Battida, edere ac-
cettato nel Collegio de’ Dottori, ove è proibito 1’ accedo
a’ figli d’ Artigiani : si vide rifiutato, come siglio di chi
esercitava la Profedlone, della quale un’ altro ProsesTore era
I 3 attuai-
( a ) Quella soperbiSma tavola, che adorna la parete principale della Cala entro
il Palazzo del Sig. Giuseppe Doria eruditismo Cavaliere , su dal Paggi co-
lorirà 1’ anno 1606. Toccò al Paggi tal’ Opera per mera sorte ; perciocché
tenendo il Sig, Ma re’Antonio Doria , promotore delle bell’ arti, impiegati , ap-
preso di se Rubens , Vandik, Sarzana , e Paggi ; e volendo far colorile-*
quello quadro da un di loro senza predilezione : raccolti i nomi di tutti
e quattro in un busolo , n’ eltrasse uno, e uso! il Paggi. Anzi si tiene, che
quella tavola folle in gran parte delineata dal Vandik . Il su c cesso della fem-
mina , che fe’ tanto Crepito , lo rimetteremo alla bontà di chi avrà voglia
di crederlo,