#r ORLANDO FURIOSO
Dirò d' Orlando in un medelino tratto
Ceda, non detta in prosa- mai,-nè àn rima:
Che per Amor venne in surore,- e matto,
D uom, che sì saggio era Rimato prima;
Se da colei, che tal quali m' ha fatco.
Che 1 poco ingegno ador ador mi Urna,
Me ne sari pero tanto cóneeHb, '
Che mi ba^i a finir quanto ho promelso,
giacciavi generosa Erculea prole,
Ornamento è spleudor de! fèco! noAro
Ippolito, aggradir qucùo, che vuo!e,
F darvi so! può s unii! servo voAro.
Quel, eh' io vi debbo , posib di parole
Pagare in parte, e d' opera d' inciiioAro ;
Nè, che poco io vi dia, da imputar sono,
Che quanto io possb dar, tutto vi dono.
Voi sentìrete fra i più degni Eroi,
Che nominar con laude m' apparecchio,
Ricordar quei Ruggier, che fu di voi
F de' voArì Avi illuAri il ceppo vecchio,
F' aito valor, e i chiari geAi luoi
Vi farò udir , se voi mi date orecchio;
E' voArì aiti pender cedano un poco
Sì, che tra lor miei verd abbiano soce.
Oliando , che gran tempo innamorato
Fu deila bella Angelica; e per lei
In India, in Media, in Tartaria lasciata
Avea infiniti ed immortai trofei.
In Ponente con elsà era tornato.
Dove sotto i gran monti Pirenei,
Con sa gente di Francia, e di Lamagiia
Re Carlo era attendato alla campagna.
Per far al Re Marlìlio, e a! Re Agramatite,
Batterli ancor del folle ardir là guància ;
D' aver condotto 1' un d' Africa quante
Genti erano atte h portar ^ada è laìicia;
Dirò d' Orlando in un medelino tratto
Ceda, non detta in prosa- mai,-nè àn rima:
Che per Amor venne in surore,- e matto,
D uom, che sì saggio era Rimato prima;
Se da colei, che tal quali m' ha fatco.
Che 1 poco ingegno ador ador mi Urna,
Me ne sari pero tanto cóneeHb, '
Che mi ba^i a finir quanto ho promelso,
giacciavi generosa Erculea prole,
Ornamento è spleudor de! fèco! noAro
Ippolito, aggradir qucùo, che vuo!e,
F darvi so! può s unii! servo voAro.
Quel, eh' io vi debbo , posib di parole
Pagare in parte, e d' opera d' inciiioAro ;
Nè, che poco io vi dia, da imputar sono,
Che quanto io possb dar, tutto vi dono.
Voi sentìrete fra i più degni Eroi,
Che nominar con laude m' apparecchio,
Ricordar quei Ruggier, che fu di voi
F de' voArì Avi illuAri il ceppo vecchio,
F' aito valor, e i chiari geAi luoi
Vi farò udir , se voi mi date orecchio;
E' voArì aiti pender cedano un poco
Sì, che tra lor miei verd abbiano soce.
Oliando , che gran tempo innamorato
Fu deila bella Angelica; e per lei
In India, in Media, in Tartaria lasciata
Avea infiniti ed immortai trofei.
In Ponente con elsà era tornato.
Dove sotto i gran monti Pirenei,
Con sa gente di Francia, e di Lamagiia
Re Carlo era attendato alla campagna.
Per far al Re Marlìlio, e a! Re Agramatite,
Batterli ancor del folle ardir là guància ;
D' aver condotto 1' un d' Africa quante
Genti erano atte h portar ^ada è laìicia;