ORLAMDO F u R I 0 5 o
l)i versate ìrjnestre una grau massa
VeJe, e donian-.ia al suo Dottor, che importe:
L’ elemoslna è , ciice, che si lassk
Alcuti, die fatta sra dopo la morte.
Di varj fiori ad un grau monte pasia,
Ch’ ebbe già buono odore , or putìa forte ;
Questo era i! dono ( le però dir lece )
Che Costantino aì buon Silvestro fece.
Vide gran copia di panie con vilco ,
Ch’ 'erano , o Eonnè , le beliezze vostre.
Lungo sarà, se tutte ih verso ordiico
l.e coie, che gti sur cptivi dimostre ;
Che dopo mille, e mille io non finhco :
E vi son tufte i’ occorrenze nostre.
Sol ìa l’azzia non V* è poca, nè assai ;
Che sta ouà giù, nè le ne parte mai.
Qirivi ad 'alcuni giorni, e fatti sui,
Cii’ egli già avea perdutì, si converse,
Che se non era.iuterprete con lui,
Kon discernea le.fionne lor diverse,
Poi giunse. a quel, che par sì averlo a nui,
Che mai per effo a Dio voti non ferie ,
10 dico ii §enno ; e n’ era quivi uu monte,
Solo aisai pi.ii , che 1’ altre cole conte.
Era , come un liouor sottile, e tnosse ,
Atto a esalar, se non it tien ben chiuso J
E si v.edea raccolto in varie ampolle,
Oual più, qual tnen capace , atce a quell’ nso.
Quella è maggior di tutte, in che del to'.Ie
Signor d’ Auglante era il gran lenno infuioj
E fu dall’ altre couosciuta, quando
Avea scritto di fuor: Senno d Orlando.
E così tutte 1* altre avea-n scritto anco
11 nome di color, di chi su il senno.
Del suo , gratt parte vide il Duca Franco :
Ela molto più maravigliar lo fetino
Molti
l)i versate ìrjnestre una grau massa
VeJe, e donian-.ia al suo Dottor, che importe:
L’ elemoslna è , ciice, che si lassk
Alcuti, die fatta sra dopo la morte.
Di varj fiori ad un grau monte pasia,
Ch’ ebbe già buono odore , or putìa forte ;
Questo era i! dono ( le però dir lece )
Che Costantino aì buon Silvestro fece.
Vide gran copia di panie con vilco ,
Ch’ 'erano , o Eonnè , le beliezze vostre.
Lungo sarà, se tutte ih verso ordiico
l.e coie, che gti sur cptivi dimostre ;
Che dopo mille, e mille io non finhco :
E vi son tufte i’ occorrenze nostre.
Sol ìa l’azzia non V* è poca, nè assai ;
Che sta ouà giù, nè le ne parte mai.
Qirivi ad 'alcuni giorni, e fatti sui,
Cii’ egli già avea perdutì, si converse,
Che se non era.iuterprete con lui,
Kon discernea le.fionne lor diverse,
Poi giunse. a quel, che par sì averlo a nui,
Che mai per effo a Dio voti non ferie ,
10 dico ii §enno ; e n’ era quivi uu monte,
Solo aisai pi.ii , che 1’ altre cole conte.
Era , come un liouor sottile, e tnosse ,
Atto a esalar, se non it tien ben chiuso J
E si v.edea raccolto in varie ampolle,
Oual più, qual tnen capace , atce a quell’ nso.
Quella è maggior di tutte, in che del to'.Ie
Signor d’ Auglante era il gran lenno infuioj
E fu dall’ altre couosciuta, quando
Avea scritto di fuor: Senno d Orlando.
E così tutte 1* altre avea-n scritto anco
11 nome di color, di chi su il senno.
Del suo , gratt parte vide il Duca Franco :
Ela molto più maravigliar lo fetino
Molti