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L I p. R o Secondo,
trare, disTe: Poiehè voi me l’ avete se'rbata, io sarei un
ingrato (sendo aneora a ;einpo) a risiutarla ; e scnza
inetter tesnpo in mez?o cclebro le nozze. Qnelta cosa
come fu intesa, riempiè di sdegno ia famiglia degli
Amidei , e quella dcgli Uberti, i quali erano loro
per pnrentado congiuntij e convenuti iniieme con
molti altri ioro pnrenti conclusero, che questa
ingiuria non si poteva senza vergogna roilerare, né
con altra vendetta, che con la morte di Messer
Buondclmonte vendicare. E benchè alcuni discor*
ressero i mali che da quella potessero seguire , il
Moscha Lamberti disse, che chi pcnsava assai cose,
non ne, concludeva maialcuna, dicendo quelìa tri-
ta e nota scntenza: Cosa fatta, Capo ha. Dcttero
pertanto il carieo di questo omicidio al Moscha, a
Stiatta Uherti, a Lambertuccio Amidei, e a Oderi-
go ;Fisanti. Costoro Ia mattina della Pasqua diRe-
surrezione si rinchiusero nelie case degh Arrfidei,
poste tra’l ponte vecchio c Santo Stefano, e passnido
Messer Buondelmonte il fiume sopra un caval bian-
co, pensando che fosse così facil cosa sdimenticare
ùna ingiuria comc rinunziare a un parentado , fu
da loro a piè dei ponte, soito una statua di Marte,
assaltato e morto. Questo omicidio divise tutta la
città , e una parte s’ accosiò ai Buondelmonri, l’ai-
tra agli Uberti. E perchè queste famiglie erano for-
ti di case, e di torri, c di iromini, coinbatterono
molti anni insieme senza cacciarel’ una 1’ altra; e Ie ini-
micizie loro , ancora che elle non finisserO pcr pacc , II
componevano pcr triegue, e per qucsta via ( secon-
do i nuovi aceidenti) ora (i quietavano, ed ora si ac-
cendevauo. E stette Firenze in qucsti travagii infi-
A 5 m>
L I p. R o Secondo,
trare, disTe: Poiehè voi me l’ avete se'rbata, io sarei un
ingrato (sendo aneora a ;einpo) a risiutarla ; e scnza
inetter tesnpo in mez?o cclebro le nozze. Qnelta cosa
come fu intesa, riempiè di sdegno ia famiglia degli
Amidei , e quella dcgli Uberti, i quali erano loro
per pnrentado congiuntij e convenuti iniieme con
molti altri ioro pnrenti conclusero, che questa
ingiuria non si poteva senza vergogna roilerare, né
con altra vendetta, che con la morte di Messer
Buondclmonte vendicare. E benchè alcuni discor*
ressero i mali che da quella potessero seguire , il
Moscha Lamberti disse, che chi pcnsava assai cose,
non ne, concludeva maialcuna, dicendo quelìa tri-
ta e nota scntenza: Cosa fatta, Capo ha. Dcttero
pertanto il carieo di questo omicidio al Moscha, a
Stiatta Uherti, a Lambertuccio Amidei, e a Oderi-
go ;Fisanti. Costoro Ia mattina della Pasqua diRe-
surrezione si rinchiusero nelie case degh Arrfidei,
poste tra’l ponte vecchio c Santo Stefano, e passnido
Messer Buondelmonte il fiume sopra un caval bian-
co, pensando che fosse così facil cosa sdimenticare
ùna ingiuria comc rinunziare a un parentado , fu
da loro a piè dei ponte, soito una statua di Marte,
assaltato e morto. Questo omicidio divise tutta la
città , e una parte s’ accosiò ai Buondelmonri, l’ai-
tra agli Uberti. E perchè queste famiglie erano for-
ti di case, e di torri, c di iromini, coinbatterono
molti anni insieme senza cacciarel’ una 1’ altra; e Ie ini-
micizie loro , ancora che elle non finisserO pcr pacc , II
componevano pcr triegue, e per qucsta via ( secon-
do i nuovi aceidenti) ora (i quietavano, ed ora si ac-
cendevauo. E stette Firenze in qucsti travagii infi-
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