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Machiavelli, Niccolò; Valenti, Giuseppe ¬de¬ [Hrsg.]
La Sublime Scuola Italiana: Ovvero Le Più Eccellenti Opere Di Petrarca, Ariosto, Dante, T. Tasso, Pulci, Tassoni, Sannazzaro, Chiabrera, Burchiello. Macchiavelli, Boccaccio, Casa, Varchi, Sperone Speroni, Lollio, Gozzi, Martinelli, Algarotti (Prosatori ; Vol. 3): [Celebri E Interessanti Opere In Prosa Di Niccolò Macchiavelli] — Berlino, Stralsunda, 1787 [VD18 90506235]

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https://doi.org/10.11588/diglit.30437#0078
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DelleIstorie

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neiia véndettss avenclo prima udite ie loro querele,
vedute ie Jorferite, toccate ie lor casni lacere, voie-
vano ancora che il gusio le aliaporasse, acciocché
come tutte le parti di fuora ne erano sazìe, queile
di denrro ìe ne laziassero ancora. Questo rabbioso
furore quànto egli 'oss’de cossoro, tanto a Messer
Cerrettieri fu utile, perchè fìracca la moltitudine
nclle crudekà di questi due, di quello non ss ricor»
dò, ii quale non essendo altrimenti domandato, rss
mase in palagio; donde fu la notte poi da certi
suoi parenti e amici a lalvamento tratto, Siogàta
Sa moltitude sopra il sangue df cofìoro, si concluse
lo accordo, che il Duca se ne andaffe coi suoi e sue
cose salvo, e a tutte le ragioni aveva sopra Firenze
rinunziasse, e dipoi fuora del Dominio, in Casenti-
no Ia renunzia ratificasse. Dopo quefìo accordo a
<di 6 di Agofìo parti di Firenze da molti cittadini
accompagnato, e arrivato in Casentino, ia rinùnzia,
ancora che mai volenticri, ratificò, e non avrehbe
servata la fede, se dal Conte Simone nor fosse svato
<di ricondurlo in Firenzo minacciato. Fu quefìo
Duca, corae i governi suoi dimofìrano, avaro «
crudeie, ne’Ie udienze difficile? nel rispondere su«
perbo0 Voleva la servitù non la benevolenza degli
uomini» e per questo piu di effer .temuto che ama-
to desideravao Nè era da esser meno odiosa 1 a sua
presenza che si foffero 1 cofìumi, perchè era picco-
lo e nero9 aveva la barba lupga e rada, ranto che
ssa ogni parte di esser odiato meritava. Onde che
in termine di 10 mesi 1 suoi cattivi costumi gì> tol-
sero quel.Ia Signoria, che i catrivi consigli d' alrri
gli svevaao dm» QusHà ftccìdenti ièguifì neila

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