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De lle I s tor ie
e cla quello affliggere e indebolire; perchè governa-
ta la cosa prudentemente, quella città ii condurreb-
be in termine, che il Tiranno non la potendo te-
nere, ed ella non sapendo nè potendo per se
vernarsi, di necessità caderebbe ioro in grembo : ma
che vedeva gli umori mossi, e le parole sue non
esser udite; pure voleva pronosticare loro questo,
che farebbero una guerra dove spenderebbero assai,
correrebbero dentro aslai pericoli, ed in csmbio d’
occupar Lucca, la libererebbero dal Tiranno, e d’
tma città amica soggiogata e debole, farebbero una
città libera loro inimica, e con il tempo uno osta«
colo alla grandezza della Repubblica loro. Parlato
pertanto che fu per 1’ impresa, c conrra s impresa,
si venne secondo i 1 costume segretamente a ricercare
la volontd degli uomini, e di tutto il numcro solo
jig Ia contradiffero. Fatpa pertanto la deliberazione,
e creati iDieci per trattare la guerra, soldarono gen-
ti a piè e a cavallo. Deputarono Commissarj Astor-
re Gianni, e Messer Rinaldo degli Albizi, e con
Niccolò Fortebraccio d' aver da iui terre che aveva pre-
se, e cbe seguisse 1’ impresa coiue soldato nostro,
convennero* I Commissarj arrivati con l’ esercito
nel paese di Lucca divisero quello , e Astorre sì di-
stese per il piano verso Camaggiore e Pietra Santa,
e Meffer Rinaldo se n’ ando verso i monti, giudi-
cando che spogliata la città del suo contado, facii
cosa foffe dipoi i’ espugnarla. Furono J’ imprese dì
costoro infeiici, non perchè non acquistassero offai
tcrre, ma per i carichi cbe furono nel maneggio
della guerra dati ali’ uno e all’ altro di loto. Vero c
cheAltorre Gianni de’ caricbi suoi derte evidenti ca-
gioni, E’ una valie.presso a Pictra Santa chiamata
Sera-
De lle I s tor ie
e cla quello affliggere e indebolire; perchè governa-
ta la cosa prudentemente, quella città ii condurreb-
be in termine, che il Tiranno non la potendo te-
nere, ed ella non sapendo nè potendo per se
vernarsi, di necessità caderebbe ioro in grembo : ma
che vedeva gli umori mossi, e le parole sue non
esser udite; pure voleva pronosticare loro questo,
che farebbero una guerra dove spenderebbero assai,
correrebbero dentro aslai pericoli, ed in csmbio d’
occupar Lucca, la libererebbero dal Tiranno, e d’
tma città amica soggiogata e debole, farebbero una
città libera loro inimica, e con il tempo uno osta«
colo alla grandezza della Repubblica loro. Parlato
pertanto che fu per 1’ impresa, c conrra s impresa,
si venne secondo i 1 costume segretamente a ricercare
la volontd degli uomini, e di tutto il numcro solo
jig Ia contradiffero. Fatpa pertanto la deliberazione,
e creati iDieci per trattare la guerra, soldarono gen-
ti a piè e a cavallo. Deputarono Commissarj Astor-
re Gianni, e Messer Rinaldo degli Albizi, e con
Niccolò Fortebraccio d' aver da iui terre che aveva pre-
se, e cbe seguisse 1’ impresa coiue soldato nostro,
convennero* I Commissarj arrivati con l’ esercito
nel paese di Lucca divisero quello , e Astorre sì di-
stese per il piano verso Camaggiore e Pietra Santa,
e Meffer Rinaldo se n’ ando verso i monti, giudi-
cando che spogliata la città del suo contado, facii
cosa foffe dipoi i’ espugnarla. Furono J’ imprese dì
costoro infeiici, non perchè non acquistassero offai
tcrre, ma per i carichi cbe furono nel maneggio
della guerra dati ali’ uno e all’ altro di loto. Vero c
cheAltorre Gianni de’ caricbi suoi derte evidenti ca-
gioni, E’ una valie.presso a Pictra Santa chiamata
Sera-