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Machiavelli, Niccolò; Valenti, Giuseppe ¬de¬ [Editor]; Boccaccio, Giovanni [Oth.]
La Sublime Scuola Italiana: Ovvero Le Più Eccellenti Opere Di Petrarca, Ariosto, Dante, T. Tasso, Pulci, Tassoni, Sannazzaro, Chiabrera, Burchiello. Macchiavelli, Boccaccio, Casa, Varchi, Sperone Speroni, Lollio, Gozzi, Martinelli, Algarotti (Prosatori ; Vol. 4): [Celebri E Interessanti Opere In Prosa Di Niccolò Macchiavelli] — Berlino, Stralsunda, 1788 [VD18 14337088]

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.30438#0243
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SECO ND4.

fatta nclla tnia propria fìglinola, Jaddove trattando-
ti io bene c amichevolmente, secondo che scrvidor
si dee fare, tu dovevi il mio onorè c deile mic co-
se sempre e cercare t opcrare, e moit; sarebbero
slati quegli, a quaii i'e tu quello avessi fatto, cl: e a
me facefi, che vituperosamentc ri avcrebber futto
morire, il che la mia pietà non sofferse. Ora poi
che cosi è3 come tu mi ds, clie tu figiiuolo ù’ di
gentile uomo e di gentii donna, io vogiio alìe tuc
angrtscie, quando tu medesimo vogii, porre fiue e
traiti deila miseria e della cattività, neìla quai tu
dimori, e ad una ora il tuó onore e ’i mio neii suo
debito luogo riducere, Come tu sài ia Spina , la
quale tu con amorosi ( avvegnache sconvenevcle a
te e a lci) amistà prcndesti è vedova, e la sua dote
è grande e buona, quali sieno i suoi coslumi e il
padre e la maclre di lei tu il sai, del tuo prcsente
ssato niente dico. Perchè, quando tu vogli, io so-
no disposto, dove ella disonestamente amica ti fn,
ch' ella onestsmente tua moglie divenga , e che in
guisa di mio sigliuolo quì con esso meco e con Jcs»
quamo ti piacerà, dimori. Aveva la prigione mace»
rate le carni di Giannotto, ma il gencroso animo
dalla sua origiue tratro, non avèva elìa in cosii aL
cuna diminuito, nè ancora lo intero amor'e, il
quale egli alla iua donna portava ; e quaiminque
egli ferventemente' clesiderasse qucllo, che Cun-cdo
gli offeriva, e se vedesse nelle sue forze , in niuna
parte piegò quciìo , che lagrnildezza dell’an rno siao
gli mofìrava di dover dire, e rispcse, C urracù m' cu-
pidità di signotia, nè desiderió ui danari, nè cltià
cagione aicuna mx fece mai alia tua Vita, nè alld.

tud
 
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