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GI0E.NATA
avere, qnnndo vi piacesse con quessa condizione,
ch’ io, prima che voi ilprendiate, possacon 1 a gra-
zia vostra e in vostra presenza parlare alquante pa-
role alla donna vostra tanto da ogni uom separato,
ch’io da a'trui, che da lei ndito non sia. II cavali-
ere cia avarizia tirato, e sperando di dover beffarco-
fìui rispose, che gli piaceva e a qualunque ora e»
gli volesse. E così iì Zimacon lui andò , e lui nel-
la saia del suo palagio Iasciato, andó ncila camera alla
donna, e quando detto 1’ ebbe, come agevolmen-
te poteva il palafren guadagnare, l’ impose, che
ad udire il Zirna venisse, ma ben si guardasse,
che a niuna cosa, ch’ cgli dicesse, rispondesse, nè
poco nè molto. Ea donna biasimò molto quefìa co-
sa, ma pure convenendole seguire i piaceri dd ma-
rito disse di farlo, e appresso ai marito andò nella
sala ad udire ciò, chc il Zima volesse dire. II qua-
le avendo col cavaliere i patti rassennati, daunapar-
te della sala assai lontano da ogni uomo con ia don-
na a sedcr si pose, e così cominciò a dire. Valorosa
donna egli mi pare esser certo, che voi siete sì sa-
via, che assai bene, (già ò gran tempo) avcte po-
tuto comprendere a quanto amor portarvi m’ abbia
condotto la vofìra bellezza, fajqual senza ascun fallo
trapassa queìla di ciascun’ altra, che veder mi pares-
se giainmai ; Iascio fìare dc’ coftumi fodevoli e del-
]e virtù singolari, che in voi sono, le quali avreb-
l)on forza di pigliare ciascun alto animo di qualun-
que uomo, e perciò non bisogna, che io vi dimo-
fìri con parole quello cssere stato il maggiore e il più
fervente, che mai uorao ad alcuna donna portasse,
e così
GI0E.NATA
avere, qnnndo vi piacesse con quessa condizione,
ch’ io, prima che voi ilprendiate, possacon 1 a gra-
zia vostra e in vostra presenza parlare alquante pa-
role alla donna vostra tanto da ogni uom separato,
ch’io da a'trui, che da lei ndito non sia. II cavali-
ere cia avarizia tirato, e sperando di dover beffarco-
fìui rispose, che gli piaceva e a qualunque ora e»
gli volesse. E così iì Zimacon lui andò , e lui nel-
la saia del suo palagio Iasciato, andó ncila camera alla
donna, e quando detto 1’ ebbe, come agevolmen-
te poteva il palafren guadagnare, l’ impose, che
ad udire il Zirna venisse, ma ben si guardasse,
che a niuna cosa, ch’ cgli dicesse, rispondesse, nè
poco nè molto. Ea donna biasimò molto quefìa co-
sa, ma pure convenendole seguire i piaceri dd ma-
rito disse di farlo, e appresso ai marito andò nella
sala ad udire ciò, chc il Zima volesse dire. II qua-
le avendo col cavaliere i patti rassennati, daunapar-
te della sala assai lontano da ogni uomo con ia don-
na a sedcr si pose, e così cominciò a dire. Valorosa
donna egli mi pare esser certo, che voi siete sì sa-
via, che assai bene, (già ò gran tempo) avcte po-
tuto comprendere a quanto amor portarvi m’ abbia
condotto la vofìra bellezza, fajqual senza ascun fallo
trapassa queìla di ciascun’ altra, che veder mi pares-
se giainmai ; Iascio fìare dc’ coftumi fodevoli e del-
]e virtù singolari, che in voi sono, le quali avreb-
l)on forza di pigliare ciascun alto animo di qualun-
que uomo, e perciò non bisogna, che io vi dimo-
fìri con parole quello cssere stato il maggiore e il più
fervente, che mai uorao ad alcuna donna portasse,
e così