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Dante <Alighieri>; Valenti, Giuseppe ¬de¬ [Hrsg.]
La Sublime Scuola Italiana: Ovvero Le Più Eccellenti Opere Di Petrarca, Ariosto, Dante, T. Tasso, Pulci, Tassoni, Sannazzaro, Chiabrera, Burchiello. Macchiavelli, Boccaccio, Casa, Varchi, Sperone Speroni, Lollio, Gozzi, Martinelli, Algarotti (Poeti ; Vol. 6): [La Divina Commedia Di Dante Alighieri] — Berlino, Stralsunda, 1789 [VD18 90506057]

DOI Seite / Zitierlink:
https://doi.org/10.11588/diglit.30501#0071

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CANTO DECIMO QUARTO.

201

Virtù così, per nimica, lì fuga
Da tutti, come biscia,o per sventura
Del luogo, o per mal uso, che gli fruga,
Ond' hanno sì mutata lor natura
Gli abitator della misera valle.
Che par che Circe gli avehe in pailura.
Tra brutti porci più degni di galle.
Che d' altro cibo fatto in umano uso,
Dirizza prima il suo povero calle.
Botoli truova poi, venendo giuso,
Ringhioh più , che non chiede lor polla,
Ealordisdegnosatorce'lmuso:
Valli caggendo, e quanto ella più 'ngrolla.
Tanto più truova, di can farli lupi,
I.a maladetta e l'venturata folsa.
Discesa poi per più pelaghi cupi,
Truova le volpi sì piene di froda,
Che non temono ingegno, che T occupi.
Nè ìascerò di dir, perch' altri m' oda:
E buon sarà collui, s' ancor s'ammenta
Diciò,chevei'olpiicomidiliioda.
I' veggio tuo nipote, che diventa
Cacciator di quei lupi, in su la riva
Del fero fumé, e tutti gli lgomenta.
Vende la carne loro, esendo viva:
Poscia gli ancide, come antica belva:
Molti divita,ese di pregio priva.
Sanguinoso esce della trilla selva :
Easciala tal, che di qui a ìnilì' anni,
Nello fato primajo non li rinselva.
Com* all' annunzio de' futuri danni
Si turba 1 vilo di colui, eh' alcolta,
Da qualche parte, il periglio 1' aHanni :
Fotti Foi. F7. / O Ccuì
 
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