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Boccaccio, Giovanni; Valenti, Giuseppe ¬de¬ [Hrsg.]
La Sublime Scuola Italiana: Ovvero Le Più Eccellenti Opere Di Petrarca, Ariosto, Dante, T. Tasso, Pulci, Tassoni, Sannazzaro, Chiabrera, Burchiello. Macchiavelli, Boccaccio, Casa, Varchi, Sperone Speroni, Lollio, Gozzi, Martinelli, Algarotti (Prosatori ; Vol. 6): [Il Decamerone O Sia Le Cento Novelle Di Messer Giovanni Boccaccio] — Berlino, Stralsunda, 1789 [VD18 1433710X]

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https://doi.org/10.11588/diglit.30408#0205
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Ottava.

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egli ci è alcnna persona, il quale 1’altr’ieri mi
lervì de cinquec.ento, che mi mancavano , ma
grossa usara ne vuole, che egli non ne vuolmeno
che a ragione di trenta per centinaio ; se da questa
cotal persona tu gli volessi, converrebeiì far stcu-
ro di buon pegno , e io per me sono acconcia d’
impegnaxe per te tutte quesie robe, e la periona
per tanto, quanto egli ci vorrà iu prestare s per
poterti servire, ma dei rimanente come ii sicure-
rai tu? ConobbeSaiabaettoiacagione che moveva
costei a sargli questo servigio, e accorsesi, che di
lei dovevano essere i denari prestati, il che piacen-
dogli, prima la ringraziò, e appressb disse, che
già per pregio ingordo ron iascerebbe, strignen-
dolo il bisogno ; e poi disse, che egli il stcurereb-
be della mercatanzia, la quale av'eva in dogana,
facendola scrivere in colui, che i denari gii pre-
stasse, ma che egli voieva guardare la chiave de’ma-
gazzini, sì per poter mostrare la sua mercatanzia,
se richiesta gli fosse , e sì acciocchè niuna cosa gli
potesse esser tocca o tramutata, o scambiata. La
donna disse, che questo era ben detto, e era aTai
buona sicurtà, e perciò.. come il dì fu venut.cr ella
mandò per un sensale, di cui ella si confidava
molto, e ragionato con lui questo fatto, gli diè
mille fiorind’ oro , i quali il sensaie preflo portò a
Salabaetto , e sece in suo nome scrivere alla doga-
na ciò, che Salabaetto dentro v’ avea, e fatteli
loro scritte e contrascritte insieme, e'in concordia
rimasx attesero a loro altri fatti. Saiabaetto, come
più tosto potè montato in su un legnetto con mil'
le cinqueeento liorin d’ oro, a Pietro delio Cani-
Eee 4 gi-
 
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