t»24 Giornatà
Ipésso, e quando il giovane vi sentiva, facendo
cader pietruzze, e cotaìi fusciellini, tanto fece, che
per veder che ciò fosse il giovane venne quivi.
II quale eìla pianamente chiamò. Ed egli che la
sua voce conobbe, ìe rispose, Ed ella avendo
spazio in breve tutto s animo suo gli aprì. Di
che il giovane contento assai, !sì fece che dal suo
'lato il pertugio si fece maggiore, tutta vìa in gui-
sa facendo che alcuno avvedere non se ne potesse,
e quivi spesie volte ìnsieme si favellavano, e toc-
cavansi la mano, ma più av3nri per la solenne
guardia del geloso non si poteva. Ora appressan-
dosi la fefla del Natale, la donna disse al marito,
che segli piacesse ella voleva andar la mattina del-
la Pasqua alla chiesa, e confessarlì, 'e comunicarsi,
come fanno g!i altri crifliani. Ma quale ìl gelo-
so disse. E che peccati ha’ tu fatti, che tu ti vucq
conseisare? Disse !a donna. Come, credi tu che
io sia santa? perchè tu mi tenghi rinchiusa? ben
ìal, che io so de^ peccati, come l' altre persone,
che ci vivono, ma io non gli vo’ dire a te, che tu
non ses prete. II geloso prese dì quefie paroleso-
spetto, e pensossx di voler sapere, che peccati co-
ssei avesse fatti, e avvisossl del modo, nel quale
ciò gli verrebbe fatto, e rispose, che era conten-
to, ma che non volea che ella andasse ad altra
chiesa, che alla cappella loro, equiviandasse la mat-
tina per tempo, e confessassesi o dal cappellan loro,
o da qnel prete, che il cappeJlano le deise, e non
da altrui, e tornasse di presente a casa. Alla don-
na pareva mezzo avere inteso, ma senza altro dire
srispose, che sì sarebbe. Venuta la mattina della
Pasqua,
Ipésso, e quando il giovane vi sentiva, facendo
cader pietruzze, e cotaìi fusciellini, tanto fece, che
per veder che ciò fosse il giovane venne quivi.
II quale eìla pianamente chiamò. Ed egli che la
sua voce conobbe, ìe rispose, Ed ella avendo
spazio in breve tutto s animo suo gli aprì. Di
che il giovane contento assai, !sì fece che dal suo
'lato il pertugio si fece maggiore, tutta vìa in gui-
sa facendo che alcuno avvedere non se ne potesse,
e quivi spesie volte ìnsieme si favellavano, e toc-
cavansi la mano, ma più av3nri per la solenne
guardia del geloso non si poteva. Ora appressan-
dosi la fefla del Natale, la donna disse al marito,
che segli piacesse ella voleva andar la mattina del-
la Pasqua alla chiesa, e confessarlì, 'e comunicarsi,
come fanno g!i altri crifliani. Ma quale ìl gelo-
so disse. E che peccati ha’ tu fatti, che tu ti vucq
conseisare? Disse !a donna. Come, credi tu che
io sia santa? perchè tu mi tenghi rinchiusa? ben
ìal, che io so de^ peccati, come l' altre persone,
che ci vivono, ma io non gli vo’ dire a te, che tu
non ses prete. II geloso prese dì quefie paroleso-
spetto, e pensossx di voler sapere, che peccati co-
ssei avesse fatti, e avvisossl del modo, nel quale
ciò gli verrebbe fatto, e rispose, che era conten-
to, ma che non volea che ella andasse ad altra
chiesa, che alla cappella loro, equiviandasse la mat-
tina per tempo, e confessassesi o dal cappellan loro,
o da qnel prete, che il cappeJlano le deise, e non
da altrui, e tornasse di presente a casa. Alla don-
na pareva mezzo avere inteso, ma senza altro dire
srispose, che sì sarebbe. Venuta la mattina della
Pasqua,