294 TERZA PARTE
ni quali ninno , che non hauesse ( vsandosi molto allhora di portare Carnei, &
altre limili gioie al collo, e nelle bevette) dell'opere sue. Fece al detto Rè vna
Opero fa di& tauola per l'Altare della Capelladi Sua Maertà,che si faceua portare in viaggio,
^rfelvoghi, e tutta piena di figure d'oro , parte tonde , e parte di mezo nlieuo , con molto,
per tutto con gioie intagliate', sparse perle membra delle dette figure. Incauò patimento,
0%molti crirtalli, gli esempi de'quali in solfo,e gesso,si veggiono in molti luoghi,
m® ma particolarmente in Verona,dotte sono tutti i pianeti bellirtimi , & vna Ve-
nere , con vn Cupido , che volta le (palle , il quale non può esser pù bello. In
vn bellissìmo Caicidonio, slato trottato in vn fiume, intagliò diurnamente Mat-
teo la teda d'vna Deianira , quali tutta tonda , con la spogl a del Leone in tetta,
econ la superficie lionata; & in vn filo di color rollo, ch'era in quella pietra , ac-
comodò Matteo nel fine della teda del Leone il rouerseto di quella pelle , tanto
bene, che patena scorticata di fresco. In vn'altra macchia accomodò i capelli ,e
nel bianco la faccia , & il petto , e tutto con mirabile magistero ; la qual tefio
hebbe insieme con l'altre cose il detto Rè Francesco ; Et vna impronta ne hà
Fé liberalo, e hoggi in Verona il Zoppo Orefice, che fù suo discepolo. Fu Matteo liberalissi-
piùtofto dona- mo, e di grande animo, in tanto,che più torto darebbe donato l'opere fue ,che
ua , che ven- vendutele per vilissimo prezzo , perche hauendo fatto a vn barone vn Carneo
^"^ d'importanza , e volendo colui pagarlo vna miseria , lo pregò Erettamente,
Matteo, che volere accettarlo in cortesia ; ma colui non lo volendo in dono , e
pur volendolo pagare picciolissimo prezzo, venne in collera Matteo , & in pre-
senza di lui, con vn martello lo diacciò. Fece Matteo per lo medesimo Rè moso
ti cartoni per panni d'arazzo, e con erti, come volle il Rè, bisognò,che andare
in Francia, e tanto vi dimorale ,che fodero vertuti di seta, e d'oro ; i quali finiti,
e condotti in Francia , furono tenuti cosà belhssima. Finalmente , come quali
tutti gli huomini fanno, se ne tornò Matteo alla patria, portando seco molto?
cose rare di que'paesi , e particolarmente alcune tele di paesi fatte in Fiandra a
olio, & a guazzo , e lauorati da buonissime mani , le quali sono ancora per me-
moria di lui tenute in Verona molto care dal Signor Lugi, e Signor Girolamo
Tornì A Voa Stoppi. Tornato Matteo a Verona , si accomodò di stanza in vna grotta canata
Tona , e di là lotto vn sallo, il quale è sopra il giardinode'Frati Gesuati , luogo , che oltre ai?
richiamato esler cald siìmo il Verno, e molto fresco la Stare,hà vna bellirtima veduta. Ma
dal Re, cheto n()n po[è goderli Matteoquella stanza fatta a suo capriccio , quanto harebbe
v°'uto>: ^ he liberato , che fù della sua prigionia il Rè Francesco, mandò su«
^'amm^ò: biro P" vn° a P°''a a riamar Matteo in Francia , e pagargli la prouisionc _,>
'etiamd o del tempo , ch'era slato in Verona , e giunto là lo fece Maertro de' co-
nij della Zecca ; onde Matteo prefa moglie in Francia , s'accomodò , polche
cosi piacque al Rè suo Sgnore , a viuere in que'paesi; della qual moglie heb-
be alcune figliuoli , ma a lui tanto dissamili , che hebbe poca contentezza . Fù
Matteo così gentile, ecortese, che eh unque capitana in Francia , non pure
Zr# corusissi della sua patria Verona , ma Lombardo , carezzarla straordinariamente. Fù suo
mo, carenò amicissimo in quelle parti Paolo Emilio Veronese, che serule l'histotie Fran-
gi' Italiani , , cesi in lingua Latina. Fece Matteo molti discepet , e frà gli altri vn suo Ve-
sa amico di ronese, fratello di Domenico Bruscia Ssorzi, due suoi Nipoti, che andaro-
Emilio no in Fiandra , & altri molti Italiani, e Francesi, de'quali non accade far men-
ijoiKo. none; E finalmente si morì , non molto dopo la morte del Rè Francefco di
Francia#
Ma
ni quali ninno , che non hauesse ( vsandosi molto allhora di portare Carnei, &
altre limili gioie al collo, e nelle bevette) dell'opere sue. Fece al detto Rè vna
Opero fa di& tauola per l'Altare della Capelladi Sua Maertà,che si faceua portare in viaggio,
^rfelvoghi, e tutta piena di figure d'oro , parte tonde , e parte di mezo nlieuo , con molto,
per tutto con gioie intagliate', sparse perle membra delle dette figure. Incauò patimento,
0%molti crirtalli, gli esempi de'quali in solfo,e gesso,si veggiono in molti luoghi,
m® ma particolarmente in Verona,dotte sono tutti i pianeti bellirtimi , & vna Ve-
nere , con vn Cupido , che volta le (palle , il quale non può esser pù bello. In
vn bellissìmo Caicidonio, slato trottato in vn fiume, intagliò diurnamente Mat-
teo la teda d'vna Deianira , quali tutta tonda , con la spogl a del Leone in tetta,
econ la superficie lionata; & in vn filo di color rollo, ch'era in quella pietra , ac-
comodò Matteo nel fine della teda del Leone il rouerseto di quella pelle , tanto
bene, che patena scorticata di fresco. In vn'altra macchia accomodò i capelli ,e
nel bianco la faccia , & il petto , e tutto con mirabile magistero ; la qual tefio
hebbe insieme con l'altre cose il detto Rè Francesco ; Et vna impronta ne hà
Fé liberalo, e hoggi in Verona il Zoppo Orefice, che fù suo discepolo. Fu Matteo liberalissi-
piùtofto dona- mo, e di grande animo, in tanto,che più torto darebbe donato l'opere fue ,che
ua , che ven- vendutele per vilissimo prezzo , perche hauendo fatto a vn barone vn Carneo
^"^ d'importanza , e volendo colui pagarlo vna miseria , lo pregò Erettamente,
Matteo, che volere accettarlo in cortesia ; ma colui non lo volendo in dono , e
pur volendolo pagare picciolissimo prezzo, venne in collera Matteo , & in pre-
senza di lui, con vn martello lo diacciò. Fece Matteo per lo medesimo Rè moso
ti cartoni per panni d'arazzo, e con erti, come volle il Rè, bisognò,che andare
in Francia, e tanto vi dimorale ,che fodero vertuti di seta, e d'oro ; i quali finiti,
e condotti in Francia , furono tenuti cosà belhssima. Finalmente , come quali
tutti gli huomini fanno, se ne tornò Matteo alla patria, portando seco molto?
cose rare di que'paesi , e particolarmente alcune tele di paesi fatte in Fiandra a
olio, & a guazzo , e lauorati da buonissime mani , le quali sono ancora per me-
moria di lui tenute in Verona molto care dal Signor Lugi, e Signor Girolamo
Tornì A Voa Stoppi. Tornato Matteo a Verona , si accomodò di stanza in vna grotta canata
Tona , e di là lotto vn sallo, il quale è sopra il giardinode'Frati Gesuati , luogo , che oltre ai?
richiamato esler cald siìmo il Verno, e molto fresco la Stare,hà vna bellirtima veduta. Ma
dal Re, cheto n()n po[è goderli Matteoquella stanza fatta a suo capriccio , quanto harebbe
v°'uto>: ^ he liberato , che fù della sua prigionia il Rè Francesco, mandò su«
^'amm^ò: biro P" vn° a P°''a a riamar Matteo in Francia , e pagargli la prouisionc _,>
'etiamd o del tempo , ch'era slato in Verona , e giunto là lo fece Maertro de' co-
nij della Zecca ; onde Matteo prefa moglie in Francia , s'accomodò , polche
cosi piacque al Rè suo Sgnore , a viuere in que'paesi; della qual moglie heb-
be alcune figliuoli , ma a lui tanto dissamili , che hebbe poca contentezza . Fù
Matteo così gentile, ecortese, che eh unque capitana in Francia , non pure
Zr# corusissi della sua patria Verona , ma Lombardo , carezzarla straordinariamente. Fù suo
mo, carenò amicissimo in quelle parti Paolo Emilio Veronese, che serule l'histotie Fran-
gi' Italiani , , cesi in lingua Latina. Fece Matteo molti discepet , e frà gli altri vn suo Ve-
sa amico di ronese, fratello di Domenico Bruscia Ssorzi, due suoi Nipoti, che andaro-
Emilio no in Fiandra , & altri molti Italiani, e Francesi, de'quali non accade far men-
ijoiKo. none; E finalmente si morì , non molto dopo la morte del Rè Francefco di
Francia#
Ma