3,e TERZA PARTE
S. Francesco, e tré Angeli in aria, che cantano, con vnDo Padre in vn sronte
spitio, che quali tutti furono condotti da Nicolò a tempera, con la punta del
pennello. Ma perche si è quali tutta scrostata, per la fortezza della tempera#
ella fù vna faticagettata via; ma ciò fece Nicolò, per tentare nuoui modi. Ma
Tamia * fres conosciuto, che il vero modo era il lauorare in fresco, s'attaccò alla prima occa-
cota mdot. sione,e tolse a dipignere in fresco vna Capella in Sant'Agostinodi quella Città,
M° a canto alla porta a man manca , entrando in Chieia ; nella qual Capella ,che
gli fu allogata da vn Scamarra maestro di fornaci, fece vna N.Donna in aria,con
vn popolo sotto,e S.Donato>e S.Francelco ginocchioni ; E la miglior cosa,ch'«
gli facesse in quest'opera, fu vn S.Rocco nella testara della Capella. Quest'ope-
ra piacendo molto a Domenico Ricciardi Aretino, il quale haueua nella Chiesa
Tauola Wlis della Madonna delle Lacrime vna Capella, diede la tauola di quella a dipignere
fra d'vn© a Nicolò, il quale metto mano all' opera, vi dipinse dentro la Natiuità di Giesù
",'," d' Christo, con molto studio , e diligenza ; E se bene penò assai à finirla , la con-
olrirur "i """' tan[° bene, che ne merita scusa, anzi lode infinita, percioche è opera bel-
bisida. Nesi può credere con quanti auuertimenri ogni minima cola condu-
cete ; & vn cibamento rouinato, vicino alla Capanna , dou'è Christo fanciulli-
no, e la Vergine, è molto bene tirato in prospettiua. Nel S. Gioseffo, & in ah
cu Pudori sono molte tede di naturale , cioè Stagio Sassoli pittore , & amico
d Nic. tòr, e Papino dalla Pieue suo discepolo , il quale haurebbe fàtto asè,&
alla ; a .^ sé non fusle morto assai giocane ,honor grandissìmo; E tré Angeli,
che Gnu ,no in aria sono tanto ben fatti , che soli basterebbono a<nostrare 1&
virtù, e partenza, che insino all' vlmo hebbe Nicolò intorno a quell ' opera, la
quale non hebbe sì rotto finita, che fu ricerco da gli huomini della Còmpagnia
altri fotI di Santa Maria della Neue , del Monte Sansouino , di far loro vna tauola per la
siori 4 Monte detta Compagnia , nella quale fusse la storia della Neue , che fioccando a Santa
' Saumo , Mari; Maggiore Roma a? cinque TAgosto, fù cagione dell'edificai ione di
quel Tempio. Nicolò dunque conduce a' lopradetti la detta tauola con molta
diligenza, e dopo fece a Marciano vn lauoro in fresco assai lodato. L'anno poi
aMarciano . 152,^hauendo nella tetra di Prato M. Baldo Migini fatto condurre di marmo
da Antonio fratello di Giuliano da Sangallo, iella Madonna delle carcere , vn
Tabernacolo didue colonne, consilo acchittane, cornicene quarto tondo; pen-
sò Antonio di far si , che M. Saldo facesse fi re la tauola , che andana dentro o
quello Tabernacolo a Nicolò, col quale haueua p eso amicitia , quando latrerò
Sito l*u®Y0 te al Monte Sansouino,nel palazzo del già dette Cardinal di Monte. Messoio dun-
Pratopoceba que per le mani a M.Baldo,egli ancorché haurssfe in animo d farla dipignere ad
oa^tto . Andrea del Sarto, come si è detto in altro luogo, si r (bluette a preghiera, e per
il coniglio d'Antonio di allogarla a Nicolò, il quale mellóni mano, con ogni
silo potere si sforzò di fare vna beli' opera, ma non gli venne fatta ; perche dalla
diligenza in poi, non vi si conosee bontà di disegno, ne alt ra cosa, cne molto lo-
deuole ha , perche quella sua maniera dura lo conducete con le fatiche di que'
Cuoi modelli di rer ^e di ce a a vna fine, quali sempre faticosa, e dispiaceuole.
Ne poteua quell' buono, quanto alle fatiche dell' arte, sar più di quelle, che fa-
cena, necon più amore . E perche conosceua, che ninno maisi
potè per molli annipeduadere , chealtr gli passasse inanzi d'eccellenza . Ire,
quell'opera adunque è vn Dio Padre, che manda sopra quella Madonna la
corone «ella virginità , & humiltà , per mano d' alcun, Angeli , che le sonoin-
toruo.
S. Francesco, e tré Angeli in aria, che cantano, con vnDo Padre in vn sronte
spitio, che quali tutti furono condotti da Nicolò a tempera, con la punta del
pennello. Ma perche si è quali tutta scrostata, per la fortezza della tempera#
ella fù vna faticagettata via; ma ciò fece Nicolò, per tentare nuoui modi. Ma
Tamia * fres conosciuto, che il vero modo era il lauorare in fresco, s'attaccò alla prima occa-
cota mdot. sione,e tolse a dipignere in fresco vna Capella in Sant'Agostinodi quella Città,
M° a canto alla porta a man manca , entrando in Chieia ; nella qual Capella ,che
gli fu allogata da vn Scamarra maestro di fornaci, fece vna N.Donna in aria,con
vn popolo sotto,e S.Donato>e S.Francelco ginocchioni ; E la miglior cosa,ch'«
gli facesse in quest'opera, fu vn S.Rocco nella testara della Capella. Quest'ope-
ra piacendo molto a Domenico Ricciardi Aretino, il quale haueua nella Chiesa
Tauola Wlis della Madonna delle Lacrime vna Capella, diede la tauola di quella a dipignere
fra d'vn© a Nicolò, il quale metto mano all' opera, vi dipinse dentro la Natiuità di Giesù
",'," d' Christo, con molto studio , e diligenza ; E se bene penò assai à finirla , la con-
olrirur "i """' tan[° bene, che ne merita scusa, anzi lode infinita, percioche è opera bel-
bisida. Nesi può credere con quanti auuertimenri ogni minima cola condu-
cete ; & vn cibamento rouinato, vicino alla Capanna , dou'è Christo fanciulli-
no, e la Vergine, è molto bene tirato in prospettiua. Nel S. Gioseffo, & in ah
cu Pudori sono molte tede di naturale , cioè Stagio Sassoli pittore , & amico
d Nic. tòr, e Papino dalla Pieue suo discepolo , il quale haurebbe fàtto asè,&
alla ; a .^ sé non fusle morto assai giocane ,honor grandissìmo; E tré Angeli,
che Gnu ,no in aria sono tanto ben fatti , che soli basterebbono a<nostrare 1&
virtù, e partenza, che insino all' vlmo hebbe Nicolò intorno a quell ' opera, la
quale non hebbe sì rotto finita, che fu ricerco da gli huomini della Còmpagnia
altri fotI di Santa Maria della Neue , del Monte Sansouino , di far loro vna tauola per la
siori 4 Monte detta Compagnia , nella quale fusse la storia della Neue , che fioccando a Santa
' Saumo , Mari; Maggiore Roma a? cinque TAgosto, fù cagione dell'edificai ione di
quel Tempio. Nicolò dunque conduce a' lopradetti la detta tauola con molta
diligenza, e dopo fece a Marciano vn lauoro in fresco assai lodato. L'anno poi
aMarciano . 152,^hauendo nella tetra di Prato M. Baldo Migini fatto condurre di marmo
da Antonio fratello di Giuliano da Sangallo, iella Madonna delle carcere , vn
Tabernacolo didue colonne, consilo acchittane, cornicene quarto tondo; pen-
sò Antonio di far si , che M. Saldo facesse fi re la tauola , che andana dentro o
quello Tabernacolo a Nicolò, col quale haueua p eso amicitia , quando latrerò
Sito l*u®Y0 te al Monte Sansouino,nel palazzo del già dette Cardinal di Monte. Messoio dun-
Pratopoceba que per le mani a M.Baldo,egli ancorché haurssfe in animo d farla dipignere ad
oa^tto . Andrea del Sarto, come si è detto in altro luogo, si r (bluette a preghiera, e per
il coniglio d'Antonio di allogarla a Nicolò, il quale mellóni mano, con ogni
silo potere si sforzò di fare vna beli' opera, ma non gli venne fatta ; perche dalla
diligenza in poi, non vi si conosee bontà di disegno, ne alt ra cosa, cne molto lo-
deuole ha , perche quella sua maniera dura lo conducete con le fatiche di que'
Cuoi modelli di rer ^e di ce a a vna fine, quali sempre faticosa, e dispiaceuole.
Ne poteua quell' buono, quanto alle fatiche dell' arte, sar più di quelle, che fa-
cena, necon più amore . E perche conosceua, che ninno maisi
potè per molli annipeduadere , chealtr gli passasse inanzi d'eccellenza . Ire,
quell'opera adunque è vn Dio Padre, che manda sopra quella Madonna la
corone «ella virginità , & humiltà , per mano d' alcun, Angeli , che le sonoin-
toruo.