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Vasari, Giorgio; Evangelista Dozza (Erben) [Mitarb.]
Delle Vite De' più Eccellenti Pittori, Scvltori Et Architetti (Parte Terza Secondo Volume) — In Bologna: Presso gli Heredi di Euangelista Dozza, 1663

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https://doi.org/10.11588/diglit.72521#0047

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GIO: BATTISTA AD^A^I.
arti,la onde in quelle che sono rimaje , ches veglio ra Roma , & altrove ri. fyssic@^
conofeerui il maefro, credo che sia cosa malageuoliffima emendo slato marbi- „,0%re //
trio di ciascuno porvi il nome di quefo, ò di quello . Avvenga che per la belle^ m^ffro nelle
@ d'alcune scampate ,e per la virtù loro si possa estimare che elle sieno siate satue etiche,
opere d' alcuni desopra da noi nominati • L'origine di sar le satue si conojceap- angine delle
prefso i Greci primieramente eser nata dalla religione . Che le prime imagmi, fatue dalla
che di bronzo , ò di marmo si sacessero surono satte asimiglianga degli Dei ,e Rettone,
quali gli huomimgli adoravano , e secondo che pensauano che essisodero ; da gli
Dei siscese a gli buommhda li quali i comande le pronincie efimavano hauer ri-
cevuto alcuno benesicio fraordinario,e si dice che in MtbeneJa quale sù Citta ci- Dedicarne
wliffima,e bumaniffimail primo bonore di quesasorte, sù dato ad Harmodio,& d'1'^ fatu^
Mriftagitone, i quali battevano voluto con l'vccidere il tiranno liberare lapatria c°^™'™"'"
dalla), ruitw.mà ciò potette esser vero in Mtbene,perciocbe molto prima a colo- Ìfoeum®
vo,i quali ne giuochijacridi Grecia, e maffimamente negli Olimpici erano publi siatai alvine
caméte bagniti vincitori,in quel luogo si sacevano le fatue. Qpesa sorte di bono c „„, o.mpi
re del quale i Greci surono liberaliflimi trapalò a Roma,e sorfe come io mi credo ci , il medfr
ve la recarono i Toscani lor vicini,e parte di loro accettati nel numero de Citta- mo honorest
dini; percioche si vedevano a Roma anticamente le fatue de i primi Rè Romani attributi te
nel Capidoglio, & a quello Zittio TQquio, il quale per conseruatione degli agurij R°^a^ C^
tagliò col rasoio la pietra vi sùposo anche la fatua.Hebbeuela àco quel Hermo- ^^^t^w
dorosauio da Eseso, il quale a quei dieci Cittadini Romaniche espilavano le leg-
gile Greche leggi interpretavate quell'Horatio Coclite,il quale solo [opra il potè
batteva l'impeto de Tescanisossenuto . redevansene in oltte molte altre antiche
poste dal popolo, o dal Senato a ilor Cittadini,e maffimamète a coloro i quali essé.
do arobafeiadori del lor comune erano flati da nimici vccisi . Era anco molto an-
tica in Roma la fatila di T?itagora,e d'Alcibiade,l'vno riputato sapientissimo, e Furono pari,
l'altro sortiffimo ne solo sù satto quefo bonore di fatue agli buomini,ma ancora mente dedica
ad alcuna donna: però che a Caia Suffecia vergine veftale,sù deliberato si saceffè tesatue a di.
imafatua : perciò come in alcuna cronaca de'Romani eraferitto, ella al popolo ""^ donne.
Romano batteva satto dono del capo vicino al siume. Quefo medesimo bonore sù
satto a Coclia,e sorsè maggiore,perciò costei sù ritratta a Cavallo,che s'era suggii
ta dal capo del Rè Torsenail quale era venuto co l?bofe còtro a Romani. Molti
oltre a quesise ne potrebbero càtare , i quali per alcun beneficio raro satto al co-
mune loro meritarono lafatua, e molto prima a Romasù quello bonore di fatue
di brozo,ò di marmo dato agli buomini, che in cotd materia li Dei si ritraessero
sotentàdosi quegli antichi di bavere le imagini de i loro Dei rogge di legno inta-
gliatone di terra,e la prima imagine di bronzo, che a gli Dei in Roma si satele si pròna
dice essere sata di Cerere , la quale si trasse dell'bauere di quello Spurio meglio, „e di bronza
che nella caresia col vedere a minor pregno il suo grano s'ingegnava di alletta- dedicata A;
re il popolo,e di procacciarsi la signoria della putriate che per quefo coto sù veci- De, d^ Rema
so.Haueuano le Greche satue, e Romane disseréga infra di loro assai chiara, che
le Greche per lo più erano secòdo l'vsl@ delle palesre ignudandone i giovani al
la lotta,& ad altri giuochi G esercitauano,che in quelli ponevano il somo bonore.
Le Romane si sacevano vefite,ò d'armadura,ò di toga, babitospetialmete Roma,
noni qual bonore come dicemo poco sa dava primieraméte il comune,poi comin
cicido l'ambitione a crescere sù dato anco da privati^ da comuni sorestieri a qve-
sso,& a quel Cittadino,ò per benesicio ricevuto, ò per batterlo amico, e v?^%-. dedicarlef^
mentolo sacevano gli bumilbe bassi amici in verjoipiùpotetòe maggia ^ am ^ ,
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