Sconfettar
Ubaorn rat
fate
<S® TERZA PARTE
va Nocchiere : e finalmente il Tuo trionfo, ma quello non fu finito del tuttofi
qual tempo', ancorché io non hauessi se non poco più di diciocco anni, mi danai]
buca tei seudi il mese di prouisione , il piatto ame, & vn Cernitore , e le stanze
da habitare , con altremolte commodità . Et ancorché io conoscessi non meritai
tanto a gran pezzo , io saceua nondimeno tutto , che sapeua con amore , e coq
diligenza : neini patena fatica dimandare a miei maggiori quello , che io nonst.
peua. Onde più volte fui d' opera , e di consiglio aiutato dal Tribolo, del Bandi,
nello ,e a altri , Feci adunque in vn quadro alto tre braccia esso Duca Alssi
dro , armato , e ritratto di naturale , con nuoua inuentione e' vn sedere fattoli
prigioni legati insieme,e con altre fantasie. E mi ricorda , che oltre al ritratto,
il quale sonigliaua , per far il brunito di quell' arme bianco, lucido,e proprio,
che io vi hebbi poco meno , che a perderei! ceruello , cotanto mi affaticai in ri.
trarre dal vero ogni minutia. Ma disperato di potere in quella opera accollarmi
al vero , menai Iacopo da Puntormo, il quale io per la sua molta virtù >osserui
ua , a vedere l'opera , e consigliarmi ; il quale , veduto il quadro , e conosciutati
mia pacione , mi disse amoreuolmente ; figlino! mio , insino a che quelle arme
vere, e lucranti danno a canto a quello quadrone tue ti parranno sempredi-
pinte : percioche se bene la biacca , eil più siero colore , che adoperi l'arte,^,
nondimeno più fiero , e lucrante e il ferro , togli via le vere, e vedrai poi, che
non sono le tue finte armi così cattiua cola , come le tieni •
Quello quadro fornito ,che fu, diedi al Duca ,& il Duca lo donò a M.Otw
Tblfeo jify&rD
^ ^ coso Ulano de' Medici nelle cui case e slato in sino a hoggi ; in compagnia del ritratto
^""^. * Catterina alloro giouane sorcella del detto Duca , e poi Reina di ; Francia edi
tèi^^T' quello del Magnifico Lorenzo vecchio. Nelle medesime case sono tre quadri
' pur di mia mano, e fatti nella mia giouanezza. In vno Abramo Sacrifica Iùg
Nel' secondo, è Christo nell' orto : e nell' altro la Cena , che fa con gli Appisoli,
^'an'° emendo morto Hippolito Cardinale , nel quale era la somma collocato
di tutte le mie Speranze , cominciai a conoseere, quanto sono vane > le più volte,
™™ ^Peranze * quello mondo , e che bisogna in se stesso , e nell' edere da qualche
cosa principalmente considarli. Dopò quest' opere , veggendo io che il Duci,
era tutto dato alle fortificarioni ,& al fabricare ^cominciai , per meglio poterlo
feruire , a dare opera alle cole d' architettura , e vi spesi molto tempo. Intanto
battendoli a far 1' apparato ^er riceuere 1' anno 1556. in Firenze l' Imperatore
Carlo Quinto ; nel dare a ciò ordine il Duca, comisea i depurati sopra quella ho-
ti& ^^ noranza , come s' è detto nella vita del Tribolo , che m'hauesiero secoadisegor
<fy,W0ò re tutti gli archi , & altri ornamenti da farli , per quell' entrata. Il che farro , mi
fu anco , per beneficarmi , allogato , oltre le bandiere grandi del Cartello ^sor-
tezza ,come si dice , la facciata a vso d' arco trionfale , che si fece a San felice iti,
piazza ,alta braccia quaranta , e larga venti : & appresso , l'ornamento della por,
ta a San Pietro Gattolini, opere tutte grandi , e sopra le fòrze mie. E ebefu
peggio ' bruendomi quelli fauori tirato addosso mille inuidie ; circa venti hucr
mini , che in' aiutauano far le bandiere , e gli altri lauori , mi piantarono in sui
Buono, a persualione di quello, e di quello , accioche io non poressi condurre/
OfifeW'in. ^n'e opere , e di tanta importanza . Ma io , che haueua preueduto la maligni?
J^ ^ Q di que' tali ,ati quali haueua sempre cercato di giouare ; parte lauorando di m^
m^ 0U1& mano giorno, enotte ; e parte aiutato da pittori h&uuridi fuori , che miai^
she^ma, cianoduulcoso,aaendeua al fatto mio, & a cercare di superare cotali diffidi"'
emalevolenze con 1' opere stesse,Ilq1"
Ubaorn rat
fate
<S® TERZA PARTE
va Nocchiere : e finalmente il Tuo trionfo, ma quello non fu finito del tuttofi
qual tempo', ancorché io non hauessi se non poco più di diciocco anni, mi danai]
buca tei seudi il mese di prouisione , il piatto ame, & vn Cernitore , e le stanze
da habitare , con altremolte commodità . Et ancorché io conoscessi non meritai
tanto a gran pezzo , io saceua nondimeno tutto , che sapeua con amore , e coq
diligenza : neini patena fatica dimandare a miei maggiori quello , che io nonst.
peua. Onde più volte fui d' opera , e di consiglio aiutato dal Tribolo, del Bandi,
nello ,e a altri , Feci adunque in vn quadro alto tre braccia esso Duca Alssi
dro , armato , e ritratto di naturale , con nuoua inuentione e' vn sedere fattoli
prigioni legati insieme,e con altre fantasie. E mi ricorda , che oltre al ritratto,
il quale sonigliaua , per far il brunito di quell' arme bianco, lucido,e proprio,
che io vi hebbi poco meno , che a perderei! ceruello , cotanto mi affaticai in ri.
trarre dal vero ogni minutia. Ma disperato di potere in quella opera accollarmi
al vero , menai Iacopo da Puntormo, il quale io per la sua molta virtù >osserui
ua , a vedere l'opera , e consigliarmi ; il quale , veduto il quadro , e conosciutati
mia pacione , mi disse amoreuolmente ; figlino! mio , insino a che quelle arme
vere, e lucranti danno a canto a quello quadrone tue ti parranno sempredi-
pinte : percioche se bene la biacca , eil più siero colore , che adoperi l'arte,^,
nondimeno più fiero , e lucrante e il ferro , togli via le vere, e vedrai poi, che
non sono le tue finte armi così cattiua cola , come le tieni •
Quello quadro fornito ,che fu, diedi al Duca ,& il Duca lo donò a M.Otw
Tblfeo jify&rD
^ ^ coso Ulano de' Medici nelle cui case e slato in sino a hoggi ; in compagnia del ritratto
^""^. * Catterina alloro giouane sorcella del detto Duca , e poi Reina di ; Francia edi
tèi^^T' quello del Magnifico Lorenzo vecchio. Nelle medesime case sono tre quadri
' pur di mia mano, e fatti nella mia giouanezza. In vno Abramo Sacrifica Iùg
Nel' secondo, è Christo nell' orto : e nell' altro la Cena , che fa con gli Appisoli,
^'an'° emendo morto Hippolito Cardinale , nel quale era la somma collocato
di tutte le mie Speranze , cominciai a conoseere, quanto sono vane > le più volte,
™™ ^Peranze * quello mondo , e che bisogna in se stesso , e nell' edere da qualche
cosa principalmente considarli. Dopò quest' opere , veggendo io che il Duci,
era tutto dato alle fortificarioni ,& al fabricare ^cominciai , per meglio poterlo
feruire , a dare opera alle cole d' architettura , e vi spesi molto tempo. Intanto
battendoli a far 1' apparato ^er riceuere 1' anno 1556. in Firenze l' Imperatore
Carlo Quinto ; nel dare a ciò ordine il Duca, comisea i depurati sopra quella ho-
ti& ^^ noranza , come s' è detto nella vita del Tribolo , che m'hauesiero secoadisegor
<fy,W0ò re tutti gli archi , & altri ornamenti da farli , per quell' entrata. Il che farro , mi
fu anco , per beneficarmi , allogato , oltre le bandiere grandi del Cartello ^sor-
tezza ,come si dice , la facciata a vso d' arco trionfale , che si fece a San felice iti,
piazza ,alta braccia quaranta , e larga venti : & appresso , l'ornamento della por,
ta a San Pietro Gattolini, opere tutte grandi , e sopra le fòrze mie. E ebefu
peggio ' bruendomi quelli fauori tirato addosso mille inuidie ; circa venti hucr
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Buono, a persualione di quello, e di quello , accioche io non poressi condurre/
OfifeW'in. ^n'e opere , e di tanta importanza . Ma io , che haueua preueduto la maligni?
J^ ^ Q di que' tali ,ati quali haueua sempre cercato di giouare ; parte lauorando di m^
m^ 0U1& mano giorno, enotte ; e parte aiutato da pittori h&uuridi fuori , che miai^
she^ma, cianoduulcoso,aaendeua al fatto mio, & a cercare di superare cotali diffidi"'
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