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Vasari, Giorgio; Bellotti, Michele [Bearb.]
Ragionamenti Del Signor Cavaliere Giorgio Vasari Pittore E Architetto Aretino Sopra Le Invenzioni Da Lui Dipinte In Firenze Nel Palazzo Di Loro Altezze Serenissime: Con Lo Illustriss. Ed Eccellentiss. Signore D. Francesco Medici Allora Principe Di Firenze ... — In Arezzo: Per Michele Bellotti Stampat. Vescov., 1762

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https://doi.org/10.11588/diglit.72028#0022
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4 , RAGIONAMENTI
na (alita di (cale piane per a cavallo, e a piè, e lo riduca, senza rovina-
re molto, e unito, e capace alla comodità d'un Principe capo d'una Re-
pubblica , facendo un vecchio diventar giovane, e un morto vivo, che sono
i miracoli, che fanno conoscere alle genti , che cosa sia dall' impossibile al
possibile, e dal falso al vero; perchè ogni ingegno mediocre arebbe sapu-
to di nuovo fare qualcosa, e faria flato bene; ma il racconciar le cofe
guade senza rovina, in questo consiste maggiore ingegno- E in oltre pa-
reva (convenevole dipignere le onorate azioni di quella Repubblica sopra
mura nuove, e pietre, che non fodero siate testimonie del valore de' Fio-
rentini, come furono quelle vecchie, le quali, poiché sono fiate ferme per
il passato alle fatiche, e a' travagli, debbono per la costanza loro essere
ornate, e indorate, poiché da che furon murate l'anno 1298. per fino a
quello dì con molti travagli, e aver mutato governi varj, abitator nuovi,
moneta, leggi, e costumi, come diffe il nostro Poeta, anno pur fatto ono-
ratamente sempre guerra a i lor nimici, e fecer sue suddite le Casella, e
le Città circonvicine; e se bene la fazione popolare, e i nobili anno spes-
se volte combattuto fra loro, non si son però mai lasciate vincer da altri;
e conoseendo quelle pietre fatali nel gran Cosimo vecchio il giudizio, la
bontà, e l'amore, che egli portò a loro, e alla sua patria, sempre li fu-
rono devote , sperando un giorno, che chi doveva nel nome agguagliar-
lo, e nella virtù sopravanzarlo, ancor doveffe rinnovarle, e rimbellirle,
e con lo splendore de gli ornamenti tanto innalzarle, che quello palagio
dovete poi aver fama del più raro, e del più comodo, e singolare, che
alcun altro fusse flato fabbricato dalla grandezza di qual si voglia Repubbli-
ca, 0 Principe, che sia flato giammai. Nel quale molte ftatue, e cose ra-
re, che furon levate di casa de' Medici quando patirono esilj, e altre disav.
venture, furono portate, felicissjmo augurio del possesso, che doveva pren-
derne S E. L, acciò potesse nel colmo della sua grandezza essere albergo,
e ricetto di molti Principi Illustri, e del più Angolare Duca, che ci abi.
tasfe, 0 ci venisse mai; e contra la natura sua , che soleva eller volubile
per li governi passati, ora è diventato (aldo, nè è più variabile, parendo-
li per chi ci abita al presente aver trovato il riposo, e la quiete; ed è
statoli sì propizio il Cielo in XX. anni che S. E. ci abita, che ha volu-
to, che ci nascano i Principi, e che si onorino di titoli, e che in quello
tempo le vittorie di Siena, e di altri luoghi si acquistino, e le tante gran-
dezze dello IllustrisTimo D. Giovanni nel suo Cardinalato, e i Parentadi,
e le nozze si facciano del Duca di Ferrara, e Duca di Bracciano, e si con-
sumino in esso i matrimoni, e poi essere albergo già due volte di due Car-
dinali alloggiatici, che poi per suo fatai auspicio son diventati Pontefici
sommi, e molte altre, e infinite cose successe per lui, che le passo con
brevità. Dove mosso S. E. da sì potenti cagioni non ha mai voluto, che
nessuno Architetto dia disegni, che abbiano a torgli la forma vecchia, ma
si è bene contentato (come dissi prima ) che sopra questi sassi onorati da
tante vittorie vecchie, e nuove vi si faccia ogni sorte d'ornamento di pie-
tre, di marmi, di stucchi, d'intagli, di legnami dorati, e di Pitture, e
Sculture, e pavimenti nobili, e si conducano acque, e facciansi fontane
con
 
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