14 RAGIONAMENTI
considerare ogni minuzia, ci bisognerìa molto tempo; ma per ora seguita-
te (se non v'è a noja) a quest'altra facciata, dove è il cammino, che
certo è molto bello; oh che mittio ben lucrato! ogni cosa corrisponde ;
ditemi, che storia è questa?
G. Questa è figurata per lo elemento del Fuoco; e per istare nella metafo.
ra, qui è anche Venere a sedere con quel fascio di Arali parte di piom-
bo, e parte di oro, come gli figurano i Poeti; quel Vecchio zoppo , che
martella le saette in su l'incudine, è Vulcano marito di Venere, e Cupi,
do fla attorno tenendo in mano le saette per farle appuntate, e intorno
alla fucina sono quelli Amori, che sanno roventi i ferri, altri le tempera,
altri le aguzza, altri fanno le aste, e le impennano, e altri Amori girando
la ruota le arruotano , e fanno più belle.
P. Oh che pensieri, oh che immaginazioni! deh ditemi, chi sono quelli tre,
che così spaventos icon li martelli fabbricano a quella fucina.
G. Quelli sono i Ciclopi, che alla fucina infernale fabbricano i fulmini a
Giove, che uno è nominato Sterope, uno Bronte , e I' altro Piragmone ;
e poiché sono finiti, gli porgono a quelli Amori alati, che sono in aria,
che volando gli portano in Cielo a Giove. Sopra queste due altre porte in
quelli Ovati, che corrispondono a gli altri, in uno è il Padre Dedalo, che
fabbrica lo seudo d'Achille, l'elmo, e 1'armadure; nell' altro è Vulcano,
che con la rete cuopre Marte, e Venere sua moglie abbracciati intieme,
e chiama tutti li Dei in teflimonio; per Vulcano si può applicare, che sic.
come nelle fucine, e fabbriche si sanno le saette d'Amore, e i fulmini
per Giove, così il Duca nostro Signore, messo dal Padre Cielo a far con
Venere le saette d'Amore, fabbrichi nella fucina del petto suo gli Arali del
benesicar le virtù, che lo fanno innamorare , e altri innamorare delle vir-
tù sue; i fulmini de' Ciclopi sono fatti per punire i tristi, come fa oggi
S. E., che con giudizio punisee li rei , e va premiando i buoni , ufizio
veramente di gran Principe; il fabbricar lo seudo, e l'arme d' Achille mo-
flra, quanto a S. E. piacciano l'arti eccellenti nel fare ogni giorno a di-
versi artefici mettere in operazione macchine, ed edifizj ingegnosi ; e te-
nendo con quelli esercizj vivi gli uomini eccellenti, viene a mantenere
co'premi le buone arti , ed i belli ingegni, onorando la gloria sua, e di
quello secolo.
P. I lignificati son belli; ci resta Vulcano, che piglia Venere, e Marte alla
rete fabbricata da Dedalo.
G. Questa è fatta per tutti coloro, che troppo si assicurano al mal fare, e
con agguati vivono di rapine, e di furto, che inaspettatamente dando nel-
la rete di quello Principe, reflano presi al laccio.
P. Questa è così propria, quanto neffuna che fino ad ora n'abbia sentita;
ma oramai è tempo, che ci rivoltiamo al quarto elemento, che avete di.
pinto in quella sioria di quà.
G. Quello è quello della Terra Madre nostra, utile, e benigna, e grande , la
quale per l'abbondanza sua figurano gli antichi la- Sicilia ; nella quale llola
dopo la castrazione del Cielo calcò la falce di mano al vecchio Saturno in
sù la Città, dove oggi è Trapani, e vogliono, che detta Isola pigliale allora
la
considerare ogni minuzia, ci bisognerìa molto tempo; ma per ora seguita-
te (se non v'è a noja) a quest'altra facciata, dove è il cammino, che
certo è molto bello; oh che mittio ben lucrato! ogni cosa corrisponde ;
ditemi, che storia è questa?
G. Questa è figurata per lo elemento del Fuoco; e per istare nella metafo.
ra, qui è anche Venere a sedere con quel fascio di Arali parte di piom-
bo, e parte di oro, come gli figurano i Poeti; quel Vecchio zoppo , che
martella le saette in su l'incudine, è Vulcano marito di Venere, e Cupi,
do fla attorno tenendo in mano le saette per farle appuntate, e intorno
alla fucina sono quelli Amori, che sanno roventi i ferri, altri le tempera,
altri le aguzza, altri fanno le aste, e le impennano, e altri Amori girando
la ruota le arruotano , e fanno più belle.
P. Oh che pensieri, oh che immaginazioni! deh ditemi, chi sono quelli tre,
che così spaventos icon li martelli fabbricano a quella fucina.
G. Quelli sono i Ciclopi, che alla fucina infernale fabbricano i fulmini a
Giove, che uno è nominato Sterope, uno Bronte , e I' altro Piragmone ;
e poiché sono finiti, gli porgono a quelli Amori alati, che sono in aria,
che volando gli portano in Cielo a Giove. Sopra queste due altre porte in
quelli Ovati, che corrispondono a gli altri, in uno è il Padre Dedalo, che
fabbrica lo seudo d'Achille, l'elmo, e 1'armadure; nell' altro è Vulcano,
che con la rete cuopre Marte, e Venere sua moglie abbracciati intieme,
e chiama tutti li Dei in teflimonio; per Vulcano si può applicare, che sic.
come nelle fucine, e fabbriche si sanno le saette d'Amore, e i fulmini
per Giove, così il Duca nostro Signore, messo dal Padre Cielo a far con
Venere le saette d'Amore, fabbrichi nella fucina del petto suo gli Arali del
benesicar le virtù, che lo fanno innamorare , e altri innamorare delle vir-
tù sue; i fulmini de' Ciclopi sono fatti per punire i tristi, come fa oggi
S. E., che con giudizio punisee li rei , e va premiando i buoni , ufizio
veramente di gran Principe; il fabbricar lo seudo, e l'arme d' Achille mo-
flra, quanto a S. E. piacciano l'arti eccellenti nel fare ogni giorno a di-
versi artefici mettere in operazione macchine, ed edifizj ingegnosi ; e te-
nendo con quelli esercizj vivi gli uomini eccellenti, viene a mantenere
co'premi le buone arti , ed i belli ingegni, onorando la gloria sua, e di
quello secolo.
P. I lignificati son belli; ci resta Vulcano, che piglia Venere, e Marte alla
rete fabbricata da Dedalo.
G. Questa è fatta per tutti coloro, che troppo si assicurano al mal fare, e
con agguati vivono di rapine, e di furto, che inaspettatamente dando nel-
la rete di quello Principe, reflano presi al laccio.
P. Questa è così propria, quanto neffuna che fino ad ora n'abbia sentita;
ma oramai è tempo, che ci rivoltiamo al quarto elemento, che avete di.
pinto in quella sioria di quà.
G. Quello è quello della Terra Madre nostra, utile, e benigna, e grande , la
quale per l'abbondanza sua figurano gli antichi la- Sicilia ; nella quale llola
dopo la castrazione del Cielo calcò la falce di mano al vecchio Saturno in
sù la Città, dove oggi è Trapani, e vogliono, che detta Isola pigliale allora
la