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Vasari, Giorgio; Bellotti, Michele [Oth.]
Ragionamenti Del Signor Cavaliere Giorgio Vasari Pittore E Architetto Aretino Sopra Le Invenzioni Da Lui Dipinte In Firenze Nel Palazzo Di Loro Altezze Serenissime: Con Lo Illustriss. Ed Eccellentiss. Signore D. Francesco Medici Allora Principe Di Firenze ... — In Arezzo: Per Michele Bellotti Stampat. Vescov., 1762

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https://doi.org/10.11588/diglit.72028#0053
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DEL VASARI. g5
P. Di quefle altre otto sorelle udii già le proprietà, che lor danno quelli
scrittori; ma riditemi il vostro parere.
G. Dicono, che dopo Calliope l'altra si chiama Clio per la volontà d' im-
parare, Euterpe per dilettarli in quello in che altri pigli la cura, Melpo-
mene è dare opera a quello con ogni Audio, Talìa è capire in te quello
a che dai opera, Polimnia è la memoria per ricordarfene, Erato è rinno-
vare l'invenzione da se, Tesicore è giudicar bene quello che vedi, e tro-
vi, Urania è eleggere il buono di quello, che troverai, e Calliope è prof-
ferire bene tutto quello che si legge, che è quella, come dissi prima a
V. E., che fede, stando con la bocca aperta, acciocché profferita, e can-
ti bene le lodi , e i fatti non solo de' Principi grandi, ma di coloro, che
imitano le virtù, e se le affaticano per li scrittoi, come fa chi di conti-
nuo sta, e darà in quello.
P. Mi piace il vostro discorso; ma perchè fate voi quei due putti a sedere ,
uno in su quel corno di dovizia posato con le frutte io terra, e quell' al-
tro, che saglie sopra il corno, e ha posato una gamba in su quella ma-
schera di vecchio brutta, e che tira il corno di dovizie a terra? ditemi il
lignificato suo.
G. Quelli sono fatti uno per lo amore divino, l'altro per lo amore umano;
sopra l'umano siede godendo le cose terrene, e il divino lo va tirando at-
terra, e lo sprezza, salendo al Cielo per godere, e contemplare le divine;
la maschera, che ha sotto di vecchio, brutta, è il vizio conculcato da
elso amore divino; e il guardare alto, è il contemplare le virtù.
P. Mi satisfà assai; ma che ci fa poi quella palla del mondo?
G. Quella è fatta per l'universo, che tutti nelli anni più teneri ci dovremmo
voltare alle virtù, e seienze di quelle nove donne, che ci dimostrano la
natura delle cose; e quello denotano quelli Frumenti, e libri appartenen-
ti a quelle Muse.
P. Tutto mi piace, ma quella tromba sotto la palla del mondo che cosa è?
G. Quella è la tromba della fama, la quale risuona per tutto il mondo per
l'opere di coloro, che seguitano il coro delle nove donne.
P. Mi piace; ma quella impresa del Duca nostro sopra quella finestra senza
motto alcuno, dove è quella donna, che ha quel morso di cavallo in ma-
no, e nell'altra ha una palla di vetro, come uno specchio, nella quale
dà dentro la spera del Sole, e abbraccia quelle cose oseure, e le chiare
non le tocca, diffinitemela un poco.
G. Quella è la prudenza, e temperanza del Duca nostro, il quale vedendo
nello specchio della vita di coloro, che egli giudica, il Sole della giudi-
zia percuote nella palla dello specchio, e le cose maligne incende, e con-
suma, e alle chiare, e pure non fa nocumento, dimostrando, che la tempe-
ranza, e prudenza non tocca, nè offende mai li buoni, ma arde, e con-
suma tutti li rei di continuo.
P. Ma poiché siamo al fine, ditemi che cosa è in quella sinestra di vetro più
eccellente che l'altre? che fanno quelle tre donne intorno a quella Venere?
G. Signore, quelle sono le tre Grazie, che la fanno bella; una le acconcia il
capo con gioje, perle, e fiori; l'altra le tiene Io specchio, porgendo l'al-
E2 tre
 
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