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Vasari, Giorgio; Bellotti, Michele [Bearb.]
Ragionamenti Del Signor Cavaliere Giorgio Vasari Pittore E Architetto Aretino Sopra Le Invenzioni Da Lui Dipinte In Firenze Nel Palazzo Di Loro Altezze Serenissime: Con Lo Illustriss. Ed Eccellentiss. Signore D. Francesco Medici Allora Principe Di Firenze ... — In Arezzo: Per Michele Bellotti Stampat. Vescov., 1762

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https://doi.org/10.11588/diglit.72028#0165
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DEL CASARI. 147
G. @^, Signore , è impresa di mare, ed è quando Massimiliano Impera,
tore venne in persona a Livorno con armata di piu galee, e altri vasel-
li; e come la vede assediò Livorno, che restò sempre in potere de' Fioren-
tini; poi si partì. Non entro in dichiarare a V. E. i particolari, e certe
minuzie, perchè senza disagio di tenere il capo alto può pascere l'occhio,
e intrattenersi quanto la vuole.
P. Le cose, che li sanno, e che sono fresche nella memoria delli uomini,
alla prima occhiata si riconoscono tutte.
G. Quell' ultimo quadro grande qua verso il sale contiene, come la vede ,
tutto il paese di Pisa col piano, e le colline; la Città, e ogni cosa ho
ritratto al naturale; e ci ho disteso tutto l'esercito, e forze de' Fiorenti-
ni, e insiememente quando seguì la batteria, e che le mura furon tagliate
dall' artiglieria , con tutto quello seguì in quella fazione.
P. Chi ha letto il Villani, il Guicciardini, e altri Storiografi antichi, e mo.
derni, che trattano delle cose di questa nostra Città, comprende che siete
informato d' ogni particolarità, e che in dipignere quella sala avete non
manco faticato in leggere gli scrittori, che in ritrovare le invenzioni.
G. Perchè io desidero piu di servire, che di sentirmi lodare da V. E., sarà
bene, per dar fine in questa giornata a ogni cosa, che veggiamo qua dalla
banda del borgo de' Greci altrettante Borie, che ci restano, parte nel pal-
co, parte nelle facciate, e sono imprese, e accidenti seguiti nella guerra
di Siena.
P. Mi piace, e spero averne a sentire maggiore satisfazione, essendo quelle
Borie, e fazioni successe a mio tempo, e pochi anni sono: ma fate, ch'io
vegga dove voi date principio, e che io sappia, se voi seguite in queste il
medesimo ordine, che in quelle di Pisa.
G. Signor sì, e V. E. consideri quello quadro grande verso il sale, dove
ho fatto, che corrisponda all'altro della deliberazione della guerra di Pisa,
contenendo quello la risoluzione della guerra di Siena , dove ho finto il
Signor Duca Cosimo solo in una camera di Palazzo, il quale ha dinanzi
a se sopra un tavolino il modello della Città di Siena, e con le sede va
misurando, e scompartendo per trovare il modo di pigliare i forti di
quella Città.
P. Tutto mi piace: ma ditemi, che volete voi rappresentare con quella fem-
mina, che gli è avanti , che ha il lume in mano?
G. L'ho fatta per la vigilanza; quell' altra, che gli è accanto a sedere, è la
pazienza ; 1' altre due, che gli sono intorno , sono la fortezza, e la pru.
denza; quello ultimo quaggiù a piedi, che si tiene una mano alla bocca,
c il Blenzio ; dalle quali virtù in particolare fu sempre accompagnato il
Duca Cosimo in questa impresa.
P. Quei putti, che sono in aria, che lignificano?
G. Gli ho finti per spiriti celeBi, o vero angioletti, i quali tengono in ma.
no, come la vede, chi palma, chi olivo, e chi lauro , quasi promettendo-
gli la vittoria , dovendo così seguire per volere di Dio.
P. Quello ottangolo mi piace; e oltre all' invenzione si conosce alle parole,
che è la deliberazione della guerra di Siena, che dicono; SENENSIBTIS
Tz VICI-
 
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