Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Vasari, Giorgio; Bellotti, Michele [Oth.]
Ragionamenti Del Signor Cavaliere Giorgio Vasari Pittore E Architetto Aretino Sopra Le Invenzioni Da Lui Dipinte In Firenze Nel Palazzo Di Loro Altezze Serenissime: Con Lo Illustriss. Ed Eccellentiss. Signore D. Francesco Medici Allora Principe Di Firenze ... — In Arezzo: Per Michele Bellotti Stampat. Vescov., 1762

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.72028#0105
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
DEL VASARI. 37
G, Quello primo è il Cardona, che parla col Padula.
P. Quelli è colui, che fu per non sar seguire lo effetto del ritorno de' Me.
dici, quando gli Ambasciadori Fiorentini la seconda volta mandati dal po-
polo, e da Piero Soderini con tante offerte, e condizioni larghe, e' fu per
esser corrotto dallo appetito della cupidigia, e dall'avarizia, se non era il
Padula, e il Legato, che lo temperarono con molti altri Signori, che mo-
Ararono, che si doveva per molte ragioni opprimere la parte Franzese, e
che sendo i Medici flati cacciati da loro, non si scorderiano mai per tem-
po nessuno il benefizio fatto da lui nella amicizia, e gratitudine ricevuta
da loro rimettendogli in casa ; ma chi è quegli, che è allato al Cardona di
qua con quella barba bianca?
G. Signore, quello è il Signore Andrea Caraffa Napoletano, molto affeziona-
to a' Medici; allato a esso abbiam fatto Franciotto Orlino, e Niccolò Vi-
telli, che è quel giovane aliatogli in proffilo; e gli altri sono le genti loro
de' Pepoli, e degli altri capi, che accompagnano il Legato.
P. Quelli Cittadini, che lo incontrano, sapete chi e' Geno?
G. Signor sì, l'uno è Giovambattista Ridolli, che è quello del mantello pao.
nazzo, che volta a noi le (palle, che su fatto poi dal Legato de' Medici
primo Gonfaloniere della Città; gli altri sono diverti Cittadini amici di ca-
sa, che si rallegrano vedendo ritornato nella patria loro la base, e la fer-
mezza di quello paese, e al popolo l'abbondanza. Quivi è anche concorfo
di donne a vedere, e di putti in segno di letizia: salla porta della Città
è comparso con molti a cavallo Messer Cosimo de' Pazzi Arcivescovo di
Firenze, che prima andò a incontrare il Magnifico Giuliano fratello del
Legato; vedete ch'egli elee appunto fuor della porta?
P. Ogni cola sta bene; ma quella figura grande ignuda qua innanzi alla sto-
ria, che sta in quella attitudine stravolta, e quella giovanotta adorna di
fiori in testa, che gli mette in capo quella corona d'oro piena di gioje, e
di perle, ditemi, che lignificato ha il suo?
G. Quello è il fiume d'Arno, che posa il braccio manco sopra la testa di quel
Leone, ed ha quel corno pieno di fiori fatto, e figurato per l'abbondanza
del paese, e quel remo in mano, perchè si naviga con legni assai grandi
dalla foce dove entra in mare fino a Pisa, e poi con scafe, e navicelli si-
no a Firenze; e quella femmina, che dice V. E., è Flora, la quale gli met-
te in capo il mazzocchio Ducale dimostrando, che da quella tornata di
Giovanni Cardinale de' Medici si stabilì per la grandezza sua il fondamen-
to vero del governo di questa Città nella casa de'Medici.
P. Certamente che quello fatto fu gran principio della grandezza di casa
nostra, ed è anche notabile per la liberalità, che usò il Legato de' Medici
in rimunerare i Capitani , e i Soldati con doni onorati per sì rilevato
benefizio di averlo rimesso con i suoi in casa , accompagnando quello ne-
gozio con uffizii amorevoli di parole, e di obbligazione perpetua , oltre al-
le offerte, e le cortesie de'premii donati loro. Chiamando poi il popolo, e
i cittadini in quello loro ritorno armati in piazza a parlamento, secondo
l'ordine vecchio, si elessero que'quindici cittadini, che sapete, nobilitimi,
e amici de' Medici, e appresso i sessanta in compagnia loro , i quali rifor-
marono lo Stato. G. Tut-
 
Annotationen