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Vasari, Giorgio; Bellotti, Michele [Oth.]
Ragionamenti Del Signor Cavaliere Giorgio Vasari Pittore E Architetto Aretino Sopra Le Invenzioni Da Lui Dipinte In Firenze Nel Palazzo Di Loro Altezze Serenissime: Con Lo Illustriss. Ed Eccellentiss. Signore D. Francesco Medici Allora Principe Di Firenze ... — In Arezzo: Per Michele Bellotti Stampat. Vescov., 1762

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https://doi.org/10.11588/diglit.72028#0142
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124 RAGIONAMENTI
G. Quando il Signor Giovanni attorniato da tanto numero di cavalli, e sol-
dati, difendendoti così animosamente da loro, prese per forza Caravaggio.
P. Mi piace assai, e piglio grandissima consolazione sentire ricordare tanti,
e sì notabili fatti del mio Avolo: ma ditemi, nell' angolo che mette in
mezzo quefta boria, quella femmina, che fa non so che, mi pare la
Fortuna .
G, E', come V. E. dice, la Fortuna, che ha rotti, e fracassati gli scogli del
mare, siccome con la medesima fortuna, e valore fece il Signor Giovanni
in ogni sua impresa ; e in quell' altro angolo è la Virtù militare, la quale
in altro modo non ho meglio saputa dimostrare, che farle fra i piedi un
correggiuolo pien d'oro ne'carboni di fuoco, che in quel cimento s'affina.
P. Non si poteva certo mostrar meglio, massime applicandolo a quello Si-
gnore , il quale quanto piu nell'arte militare s' affaticò, tanto piu parve si
affinale, e ne divenisse piu valoroso : ma finite questa quarta, e ultima
boria, dove mi pare, che abbiate ritratto il Signor Giovanni, che combat-
te a campo aperto.
G. Qui è quando il Signor Giovanni a campo aperto passò da banda a ban-
da quel Cavaliere Spagnuolo armato di tute' armi; dove, come la vede,
con grandissimo stupore delli spettatori mostra il tronco della lancia esserli
rimasto in mano.
P. Mi pare vederlo vivo, in tanto bell' assetto l'avete poflo; questa fu una
grandibima prova: ma chi è quell® giovane così rosso in viso, che avete
fatto in quell' angolo?
G. Quello, Signore, è il Furore, e 1' ho dipinto scatenato; in quell' altr'an-
golo mi è parlo farci l'Impeto.
P. Datemi come l'avete voi figurato, non l'intendo così bene.
G. L' ho fatto a uso di vento, il quale soffia con tant' impeto, che donde
palla rovini, e fracabi edilizi.
P. Lo (compartimento di questa volta è così ricco, quanto altro, che fin ad
ora abbiamo veduto, e in particolare avete molto bene accomodato que-
lle armi di Casa Medici, e Salviati; perchè avete voi messo rincontro a
quelle l'arme di casa Sforza?
G Perchè Giòvanni padre del Signor Giovanni ebbe per moglie Caterina Sfor-
za, come la sa; e ci ho dipinti quelli trofei per abbellimento, e mag-
gior vaghezza di questa stanza.
P. Benibimo; dichiaratemi quelli tondi sostenuti da que' putti di basso ri-
lievo sotto quelle borie, ove sono que' ritratti, e fra gli altri in que-
llo mi par vedere Giovanni di Pierfrancesco de' Medici padre del Signor
Giovanni.
G. V. E. l'ha conoseiuto benissimo, e quest'altro qua al dirimpetto è il Si-
gnor Giovanni,
P. Lo riconoscevo da me, siccome in quest'altro riconosco la Signora Maria
figliuola di Jacopo Salviati, madre del Duca mio Signore: ma in quest'
ultimo qua non raffiguro quel giovanetto.
G. Quello è il Signor Colimo padre di V. E., e figliuolo del Signor Gio-
vanni, ritratto a punto sei anni avanti che fuife satto Duca.
P. Si
 
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