DEL VASAR I. 45
G. V. E. sà, che di Opi, e Saturno nasce Giove, e Giunone, qual fa sori-
la, e moglie di Giove, applicando ciò alli animi conformi del Duca Signor
vottro Padre, e della Illustrissima Signora Duchessa Madre, la quale certa-
mente, come Giunone, è Dea dell'aria, delle ricchezze, e de' regni, e
de' matrimoni, della quale non fu mai Signora, che fusse fra i mortali in
terra più serena, come si dice, nel volto, avendo sempre nello apparir suo
per la maestà, e per la bellezza, e per la grazia fatto sparire dinanzi a i
servidori, e sudditi suoi le nugole delle passioni, e i venti de' sospiri dolo-
rosi, e fatto restare la pioggia delle lacrime ne" miseri cori afflitti, in tut-
ti quelli, che ne' lor travagli anno con supplichevoli voci fatto sentire a
quella di lor guai; ed ella sempre come pietosa, e abbondante di grazie
ha con la sua iride mandato sopra lor lo splendore dell'arco celeste, con-
solandoli, e conformandoli alla mente del Duca suo consorte. Con egual
grandezza ha dittnbuiti, e distribuisce ogni giorno molti donativi, talché
nelsuna altra giammai la passò di ornamento, e di regalità , e di splendore
d' animo . Quanto poi ella sia Dea de' matrimonj, nessuna fu, che più di
S. E. sia stata fautrice in accomodare i suoi servitori, e abbia condotto, e
ogni giorno conduca tanti parentadi di cittadini, che col favore suo, e con
quello del Duca nostro dia a infiniti bisognosi nobili i donativi, e le doti;
oltre che nelle nozze fatte per Loro Eccellenze , e ora per le Illufirissime
voslre Sorelle, e sue Figliuole, nel collocarle al Principe di Ferrara, e al
Signore Paolo Giordano Orlino, si verifica il medesimo; che certo S. E. e
Giunone istessa. Ma che lasso io le cortefie delle sue tante nobili, e onora-
te Damigelle Spagnuole, e Italiane, le quali con tante ricchezze ha rimu-
nerate, tacendo ricchi molti servitori suoi per via de' matrimonj, che trop-
po ci saria da dire, e V. E. meglio di me l'ha visto, e lo sa? E quale è
limile a Lei, che ne'parti abbia sì gran fecondità, e sì felice generazione?
E Giunone fu invocata Lucina per quello solo. Ma torniamo alla carretta
sua tirata da'pavoni, il quale animale è superbo, e ricchissimo di splendor
d'oro, e di colori, che denota, che i superbi gli fa diventare umili, tiran-
do il pelo delle virtù sue lllustrjshme, le quali furono sempre amate , e ri-
munerate da Lei; oltre che gli occhi d'Argo messi da S. E. nella coda del
Pavone, che, secondo i Poeti, Lignificano la ragione messa da Giunone
in quello animale, quando son tocchi dal caduceo di Mercurio, cioè dall'
aftuta persuasione, son fatti addormentare per torgli la vita, onde per ave-
re tale esempio dinanzi al carro, come specchio, si vede in quella fare ef-
fetti mirabili, col mostrare nelle virtuose azioni sue esser serena, conjuga-
le, feconda, ricca, liberale, pia, giusta, e religiosa; che se io sapessi , co-
me non so, dire quel che dir si potrebbe delle virtù sue, io non finirei
mai oggi; ma torniamo alle siorie. A Ebe Dea della gioventù s' aspetta il
difiruggere, e consumare le ricchezze, e spenderle per dar perfezione al
congiungere i matrimonj, che quello l'ha fatto S. E. senza avarizia. Falli
Ebe figliuola di Giunone, e moglie di Ercole , dinotando , che le fatiche
sono consorti delle virtù, le quali amano tanto Loro Eccellenze, e massi-
^e in coloro, che con fatica , e studio le cercano . Iride va Seguitando
poi, che come l'arco celeste fa segno di buon tempo, e di pace, così do.
po
G. V. E. sà, che di Opi, e Saturno nasce Giove, e Giunone, qual fa sori-
la, e moglie di Giove, applicando ciò alli animi conformi del Duca Signor
vottro Padre, e della Illustrissima Signora Duchessa Madre, la quale certa-
mente, come Giunone, è Dea dell'aria, delle ricchezze, e de' regni, e
de' matrimoni, della quale non fu mai Signora, che fusse fra i mortali in
terra più serena, come si dice, nel volto, avendo sempre nello apparir suo
per la maestà, e per la bellezza, e per la grazia fatto sparire dinanzi a i
servidori, e sudditi suoi le nugole delle passioni, e i venti de' sospiri dolo-
rosi, e fatto restare la pioggia delle lacrime ne" miseri cori afflitti, in tut-
ti quelli, che ne' lor travagli anno con supplichevoli voci fatto sentire a
quella di lor guai; ed ella sempre come pietosa, e abbondante di grazie
ha con la sua iride mandato sopra lor lo splendore dell'arco celeste, con-
solandoli, e conformandoli alla mente del Duca suo consorte. Con egual
grandezza ha dittnbuiti, e distribuisce ogni giorno molti donativi, talché
nelsuna altra giammai la passò di ornamento, e di regalità , e di splendore
d' animo . Quanto poi ella sia Dea de' matrimonj, nessuna fu, che più di
S. E. sia stata fautrice in accomodare i suoi servitori, e abbia condotto, e
ogni giorno conduca tanti parentadi di cittadini, che col favore suo, e con
quello del Duca nostro dia a infiniti bisognosi nobili i donativi, e le doti;
oltre che nelle nozze fatte per Loro Eccellenze , e ora per le Illufirissime
voslre Sorelle, e sue Figliuole, nel collocarle al Principe di Ferrara, e al
Signore Paolo Giordano Orlino, si verifica il medesimo; che certo S. E. e
Giunone istessa. Ma che lasso io le cortefie delle sue tante nobili, e onora-
te Damigelle Spagnuole, e Italiane, le quali con tante ricchezze ha rimu-
nerate, tacendo ricchi molti servitori suoi per via de' matrimonj, che trop-
po ci saria da dire, e V. E. meglio di me l'ha visto, e lo sa? E quale è
limile a Lei, che ne'parti abbia sì gran fecondità, e sì felice generazione?
E Giunone fu invocata Lucina per quello solo. Ma torniamo alla carretta
sua tirata da'pavoni, il quale animale è superbo, e ricchissimo di splendor
d'oro, e di colori, che denota, che i superbi gli fa diventare umili, tiran-
do il pelo delle virtù sue lllustrjshme, le quali furono sempre amate , e ri-
munerate da Lei; oltre che gli occhi d'Argo messi da S. E. nella coda del
Pavone, che, secondo i Poeti, Lignificano la ragione messa da Giunone
in quello animale, quando son tocchi dal caduceo di Mercurio, cioè dall'
aftuta persuasione, son fatti addormentare per torgli la vita, onde per ave-
re tale esempio dinanzi al carro, come specchio, si vede in quella fare ef-
fetti mirabili, col mostrare nelle virtuose azioni sue esser serena, conjuga-
le, feconda, ricca, liberale, pia, giusta, e religiosa; che se io sapessi , co-
me non so, dire quel che dir si potrebbe delle virtù sue, io non finirei
mai oggi; ma torniamo alle siorie. A Ebe Dea della gioventù s' aspetta il
difiruggere, e consumare le ricchezze, e spenderle per dar perfezione al
congiungere i matrimonj, che quello l'ha fatto S. E. senza avarizia. Falli
Ebe figliuola di Giunone, e moglie di Ercole , dinotando , che le fatiche
sono consorti delle virtù, le quali amano tanto Loro Eccellenze, e massi-
^e in coloro, che con fatica , e studio le cercano . Iride va Seguitando
poi, che come l'arco celeste fa segno di buon tempo, e di pace, così do.
po