7^.RAGION AMENTI
P. Voi non sapete pero dirmi, chi si siano, se son ritratti di naturale, o no?
G. Signore, quelli gli ho ritratti da Sandro del Botticello pittore, che udii
dire, che quello grassette primo, con quella toga di datnmasco paonazzo,
in zucca, e raso, che è appresso a Lorenzo, era 1' Ambasciatore, che tene-
va qui il Copra tutti gli altri virtuosissimo Re Mattia Corvino di Unghe-
ria, il quale oltre a i consigli, e 1'intrinseca amicizia, che aveva con Lo-
renzo, gli fe in quella Città per le sue mani fare una grandissima sorte
di libri miniati con bellissime figure, e gli mandò tarsìe di legnami com-
messi di figure di mano di Benedetto da Majano eccellente. Così fe fare
1' orinolo, che noi abbiamo qui in Palazzo di mano di Lorenzo dalla Vol-
paja, con tutte le ruote, che girano secondo il corso de'pianeti, il quale,
perchè non fu finito innanzi alla morte di Lorenzo, rimase, per esser cosa
rara, in quella Città. Ebbe quello Re virtuoso per le mani di Lorenzo
scultori, architettori, falegnami, e muratori eccellentissimi, e di mano di
Niccolò Grosso fabbro ferramenti divini. Onde sempre tenne quel Re, che
la virtù di Lorenzo fusse venuta in terra dal cielo, per insognate a vi-
vere a tutti i Principi del mondo.
P. Ditemi, chi è l'altro, che è dopo quello Ambasciatore?
G. L'altro fu tenuto qui da Fernando d' Aragona , e gli altri due quel dalla
barba lunga era tenuto qui da Jacopo Petrucci di Siena, e quell'acro da
Giovanni Bentivogli di Bologna, i quali allora reggevano quelle Città,
che tutti erano confederati amici di Lorenzo, che insieme gli portavano
riverenza, e amore. Sapete voi, Signore, chi sono que' Capitani armati,
che portano quelle insegne?
P. Non io, se voi non me lo dite.
G. Quel soldato, che tiene quella insegna, dove è quel vitello, che ha quel-
la palma nella zampa, e che giace in su quel prato d'oro, l'uno, e l'al-
tro in campo azzurro, è Niccolò Vitelli ; e quell' altra indegna tenuta da
quell' altro, che ha dentro in campo azzurro quella fascia d' oro, è Brac-
cio Buglioni da Perugia; e quella, dove in campo azzurro è il diamante
con le tre penne, impresa di Lorenzo, è un Capitano de' Manfredi da
Faenza, che tutti furon Capitani di eserciti per Lorenzo; gli altri soldati
appresso quegli sono quelli, che furono messi dallo Stato alla guardia del-
la persona di Lorenzo dopo il caso de' Pazzi; e insieme con gli altri mo.
Brano l'unione, e la fede, che anno usato in verso la prudenza, e la
magnanimità di Lorenzo ; le quali virtù son quelle due femmine , che
V. E. vede accanto a lui, che una abbracciando 1' altra ha certe serpi in
mano, l'altra si riposa in su d' un tronco di colonna a guisa di fortezza;
le quali virtù lo ammaestrano, e consigliano.
P. Belle fantasie; ma non volete voi, che io sappia, chi son coloro, che
ftanno attorno a Lorenzo? che mi par vedere altri presentarli cavalli bar-
beri, e altri leoni, e alcuni armati ginocchioni tante armi da guerra, e
quel prete ritto giovane veslito di scarlatto porgergli quel cappello da
Cardinale, e tante genti indiane con que' mori, che anno condotti innan-
zi a Lorenzo quegli animali sì strani, e seimmie, e pappagalli, e que' va-
li di pietre orientali addosso a tanti schiavi; ditemi, se vi piace, che in-
venzione è quella, ch'io non conoseo?
P. Voi non sapete pero dirmi, chi si siano, se son ritratti di naturale, o no?
G. Signore, quelli gli ho ritratti da Sandro del Botticello pittore, che udii
dire, che quello grassette primo, con quella toga di datnmasco paonazzo,
in zucca, e raso, che è appresso a Lorenzo, era 1' Ambasciatore, che tene-
va qui il Copra tutti gli altri virtuosissimo Re Mattia Corvino di Unghe-
ria, il quale oltre a i consigli, e 1'intrinseca amicizia, che aveva con Lo-
renzo, gli fe in quella Città per le sue mani fare una grandissima sorte
di libri miniati con bellissime figure, e gli mandò tarsìe di legnami com-
messi di figure di mano di Benedetto da Majano eccellente. Così fe fare
1' orinolo, che noi abbiamo qui in Palazzo di mano di Lorenzo dalla Vol-
paja, con tutte le ruote, che girano secondo il corso de'pianeti, il quale,
perchè non fu finito innanzi alla morte di Lorenzo, rimase, per esser cosa
rara, in quella Città. Ebbe quello Re virtuoso per le mani di Lorenzo
scultori, architettori, falegnami, e muratori eccellentissimi, e di mano di
Niccolò Grosso fabbro ferramenti divini. Onde sempre tenne quel Re, che
la virtù di Lorenzo fusse venuta in terra dal cielo, per insognate a vi-
vere a tutti i Principi del mondo.
P. Ditemi, chi è l'altro, che è dopo quello Ambasciatore?
G. L'altro fu tenuto qui da Fernando d' Aragona , e gli altri due quel dalla
barba lunga era tenuto qui da Jacopo Petrucci di Siena, e quell'acro da
Giovanni Bentivogli di Bologna, i quali allora reggevano quelle Città,
che tutti erano confederati amici di Lorenzo, che insieme gli portavano
riverenza, e amore. Sapete voi, Signore, chi sono que' Capitani armati,
che portano quelle insegne?
P. Non io, se voi non me lo dite.
G. Quel soldato, che tiene quella insegna, dove è quel vitello, che ha quel-
la palma nella zampa, e che giace in su quel prato d'oro, l'uno, e l'al-
tro in campo azzurro, è Niccolò Vitelli ; e quell' altra indegna tenuta da
quell' altro, che ha dentro in campo azzurro quella fascia d' oro, è Brac-
cio Buglioni da Perugia; e quella, dove in campo azzurro è il diamante
con le tre penne, impresa di Lorenzo, è un Capitano de' Manfredi da
Faenza, che tutti furon Capitani di eserciti per Lorenzo; gli altri soldati
appresso quegli sono quelli, che furono messi dallo Stato alla guardia del-
la persona di Lorenzo dopo il caso de' Pazzi; e insieme con gli altri mo.
Brano l'unione, e la fede, che anno usato in verso la prudenza, e la
magnanimità di Lorenzo ; le quali virtù son quelle due femmine , che
V. E. vede accanto a lui, che una abbracciando 1' altra ha certe serpi in
mano, l'altra si riposa in su d' un tronco di colonna a guisa di fortezza;
le quali virtù lo ammaestrano, e consigliano.
P. Belle fantasie; ma non volete voi, che io sappia, chi son coloro, che
ftanno attorno a Lorenzo? che mi par vedere altri presentarli cavalli bar-
beri, e altri leoni, e alcuni armati ginocchioni tante armi da guerra, e
quel prete ritto giovane veslito di scarlatto porgergli quel cappello da
Cardinale, e tante genti indiane con que' mori, che anno condotti innan-
zi a Lorenzo quegli animali sì strani, e seimmie, e pappagalli, e que' va-
li di pietre orientali addosso a tanti schiavi; ditemi, se vi piace, che in-
venzione è quella, ch'io non conoseo?