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CAPO YI. 3()I
perchè le ruote non si aA vaHassero, fece così. Prese quattro traviceìii grossi
ognuno quattro dita^ due corti AA per porli attraverso, e due altri iunghi
BB quanPera iì fusto deiia colonna(d- edavendo commessi questi edin-
castrati insieme ^ impiombò nel centro delle teste de^ fusti perni di ferro
formati a coda di rondine; e nei trayicelli corti incastrò degli aneiii^
ove i perni potessero girare : inoltre vi attaccò le teste con traverse d^ elce
DIA I perni poi cffentravano negli anelii giravano con tanta speditezza^
che^ al tirar dei huoi^ i fusti co^ loro perni ravvolgendosi entro gii anelli,
continuamente ruotavano.
Essendosi in codesta maniera trasportati tutti i fusti, ed ahhisognando
fare il trasporto anche degli epistilj ^ Metagene hgliuolo di Tesifonte si
attenne alla maniera adoperata per i fusti per trasportare anche i pezzi
de^ medesimi epistilj (^). Iniatd fece egli due ruote di dodici piedi incirca.
e hammezzo ad esse incassò le teste de^ massi, coniòrmando alio stesso
modo le ruote co^ perni, e gii anelli al telajo ; il quale così tirandosi
da^huoi^ insieme co^perni giravansi anco le ruote dentro gli anelii. I pezzi
poi degli epistilj stando a luogo di asse alle ruote^ colla medesima spe-
ditezza che giravano i fusti delle colonne ^ anclE essi senza indugio arri-
varono alla fahhrica. Un esempio di ciò lo scorgiamo ne** cilindri che si
adoprano per ispianare i viali delle palestre (^). Questo peraltro non si
sarehhe potuto ehettuare: prima se non fosse stato ii luogo vicino, poichè
dalia petraja al tempio non sonvi più di otto miglia ; ed inoitre non vi
sono saliscendi, ma sihhene una perpetua pianura.
A^ nostri giorni però nel tempio di Apolio, essendosi hanta per Pan-
tichità la hase del colosso , temettero che codesta statua cadendo si là-
cesse in pezzi, e da questa medesima petraja fecero il cottimo per ta-
gliarne la hase somigliante ; ed un certo Paconio ne assunse i^ impegno. Era
lunga codesta hase dodici piedi, larga otto, ed alta sei. Paconio^ gonho
d^ ostentazione, s^ impegnò a trasportarnela, non però con eguai successo
che Metagene. Volle egli costruire una macchina sul medesimo modeilo^
ma però con ehetto diverso. Imperocchè egli formò due ruote di circa
quindici piedi ^ ed in queste incastrò le teste di quel masso ; quindi at-
torno di esso , da ruota a ruota, incastrò in giro de^ hastoni grossi due
once ^ cosicchè dalf uno alf altro non vi fosse maggior distanza d** un
piede; e dappoi avvolse la fune intorno a codesti hastoni; e messi i huoi
al giogo faceva loro tirare codesta fune^ ia quale sviluppandosi làceva gi-

(1) Vedi la Hgura di codesta maccìiina ( Tay. LV.
Fig- i)-
(3) Vcdi Tav. LV. Fig. 2.
(3) L^ esempio qui citato da Vitruvio de^ cilindri,
che usavansi strascinare sopra il terreno deììa Pa-
ìestra per eguagliarlo e spianarlo (come ieggesi
ai cap. II. Lib. V. ), sembra piuttosto riguardare

la maccbina di Tesifonte, cbe non quella di Meta-
gene. Si potrebbe congbietturare che tutto il pe-
riodo in discorso sia stato per isbagbo dagli ama-
nuensi scambmto di luogo, e clie neli' antico Co-
dice Vitruviano sarà stato immediatamente dopo
yine yFne co/ce/'eufur (continuamente ruotavano).
 
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