ANTICA SIRENA.
L a donna, che atteggiata di cordoglio, si pon le mani fra' capelli, ed ha le gambe d'uc-
cello, scolpita in questo marmo Ateniese con gran franchezza e maestria, può sembrar
Filomena o Progne figlie di Pandione Re d'Atene, e trasformate, la prima in usignuolo,
l'altra in rondinella. Questa opinione si rende verisimile dal narrarci Pausania1 che
Progne in atto di voler uccidere il figlio era stata scolpita, e dedicata da Alcamene
nell' Acròpoli, e che ne' portici del Ceramico eranvi le immagini delle donne antiche,
delle quali contavansi le avventure.2
Ciò non ostante io son di parere, che questo bassorilievo rappresenti una Sirena in
sembiante d' afflizione, per essere stata vinta dalle Muse, le seduttrici figlie d'Acheloo,
e di Calliope avendo avuto la medesima sventurata contesa che si racconta delle Pie-
ridi, come apparisce in più monumenti. Le gambe d'un usignuolo o d'una rondinella
convengono alle Sirene, e non bastano a indicare l'accennata trasformazione. Né giova
opporre che le Sirene oltre le gambe d'uccelli abbiano ancora le ali ; poiché in questo
gli antichi han variato, ed Eraclide3nel libro de Incredibilibus descrive due volte le
Sirene colle sole gambe d'uccello, e senz' ali. Di più la Sirena nel nostro marmo può
essere stata effigiata senz' ali per denotare viemaggiormente la vittoria delle Muse, di
cui si duole. Le Muse tosarono le ah alle Sirene, e la città Aptera in Creta trasse iì
nome da quest' avventura.4
TELEFO.
L'Eroe seminudo in questo monumento mostra chiaramente di essere Telefo figlio
d'Ercole. Avendo egli avuto il suo nome dalla cerva, che lo allattò, cotesto animale
è il solito distintivo nelle sue immagini. La figura di donna frammentata è probabil-
mente Auge sua madre. Il marmo fu rinvenuto a Megara città Dorica, e popolata da'
discendenti d'Ercole, i quali forse onorarono con questa scultura la memoria d'un
eroe lor consanguineo.
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L a donna, che atteggiata di cordoglio, si pon le mani fra' capelli, ed ha le gambe d'uc-
cello, scolpita in questo marmo Ateniese con gran franchezza e maestria, può sembrar
Filomena o Progne figlie di Pandione Re d'Atene, e trasformate, la prima in usignuolo,
l'altra in rondinella. Questa opinione si rende verisimile dal narrarci Pausania1 che
Progne in atto di voler uccidere il figlio era stata scolpita, e dedicata da Alcamene
nell' Acròpoli, e che ne' portici del Ceramico eranvi le immagini delle donne antiche,
delle quali contavansi le avventure.2
Ciò non ostante io son di parere, che questo bassorilievo rappresenti una Sirena in
sembiante d' afflizione, per essere stata vinta dalle Muse, le seduttrici figlie d'Acheloo,
e di Calliope avendo avuto la medesima sventurata contesa che si racconta delle Pie-
ridi, come apparisce in più monumenti. Le gambe d'un usignuolo o d'una rondinella
convengono alle Sirene, e non bastano a indicare l'accennata trasformazione. Né giova
opporre che le Sirene oltre le gambe d'uccelli abbiano ancora le ali ; poiché in questo
gli antichi han variato, ed Eraclide3nel libro de Incredibilibus descrive due volte le
Sirene colle sole gambe d'uccello, e senz' ali. Di più la Sirena nel nostro marmo può
essere stata effigiata senz' ali per denotare viemaggiormente la vittoria delle Muse, di
cui si duole. Le Muse tosarono le ah alle Sirene, e la città Aptera in Creta trasse iì
nome da quest' avventura.4
TELEFO.
L'Eroe seminudo in questo monumento mostra chiaramente di essere Telefo figlio
d'Ercole. Avendo egli avuto il suo nome dalla cerva, che lo allattò, cotesto animale
è il solito distintivo nelle sue immagini. La figura di donna frammentata è probabil-
mente Auge sua madre. Il marmo fu rinvenuto a Megara città Dorica, e popolata da'
discendenti d'Ercole, i quali forse onorarono con questa scultura la memoria d'un
eroe lor consanguineo.
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