l'iniziazione di lui, e poi si trattiene dal nominare il ierofante, che lo iniziò, recandone
la seguente scusa—Non mi è lecito dire il nome del ierofante,poiché inizio anche Vautore
di questo scritto, e lo associò agli Eumolpidi. Meursio da ciò dedusse che un iniziato
non poteva pronunziar il nome del ierofante suo iniziatore, ma ora noi comprendiamo
che la proibizione estendevasi a tutti gì' initiati, e che gli stessi ierofanti non potevano
più proferire il lor nome. Quanto alle iniziazioni di Castore e Polluce, d' Esculapio e
d' Ercole, sono già state accennate da parecchi antichi scrittori, nè sfuggirono alla dili-
genza dal lodato autore.
Resta da osservare 1' elogio d'Adriano, che è l'oggetto principale dell' iscrizione.
Ora questo elogio viene espresso con termini quasi conformi da Pausania,1 ove dice che
Adriano mostrò la sua beneficenza a tutti i popoli soggetti, e fu soprattutto parziale
alla città degli Ateniesi—Difatti le sue liberalità leggevansi in Atene registrate nel
tempio di tutti gli Dei, tanto quelle verso de' Greci, come quelle verso de' Barbari
ancora da lui usate. Non è da tralasciare che l'iscrizione enuncia in plurale, cioè, alle
città dell' inclita Cecropia, ciocché Pausania esprime in singolare, vale a dire—la città
degli Ateniesi; il motivo di che si è che Adriano separò Atene in due città, una delle
quali volle che si chiamasse Atene vecchia, e la città di Teseo, l'altro la novella Atene,
e la città d' Adriano. A questa divisione si riferiscono i due versi che ancor si leggono
sopra di una porta d'Atene, ove da una parte è scritto—
" Questa è Atene, città già di Teseo."
Dall' altra :
" Questa è la città d'Adriano, non più di Teseo."
Alla medesima distinzione si riferisce l'iscrizione d'un acquidotto riportata da Spon
e Wheeler;
Aquceductum in novis Athenis cceptum.
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la seguente scusa—Non mi è lecito dire il nome del ierofante,poiché inizio anche Vautore
di questo scritto, e lo associò agli Eumolpidi. Meursio da ciò dedusse che un iniziato
non poteva pronunziar il nome del ierofante suo iniziatore, ma ora noi comprendiamo
che la proibizione estendevasi a tutti gì' initiati, e che gli stessi ierofanti non potevano
più proferire il lor nome. Quanto alle iniziazioni di Castore e Polluce, d' Esculapio e
d' Ercole, sono già state accennate da parecchi antichi scrittori, nè sfuggirono alla dili-
genza dal lodato autore.
Resta da osservare 1' elogio d'Adriano, che è l'oggetto principale dell' iscrizione.
Ora questo elogio viene espresso con termini quasi conformi da Pausania,1 ove dice che
Adriano mostrò la sua beneficenza a tutti i popoli soggetti, e fu soprattutto parziale
alla città degli Ateniesi—Difatti le sue liberalità leggevansi in Atene registrate nel
tempio di tutti gli Dei, tanto quelle verso de' Greci, come quelle verso de' Barbari
ancora da lui usate. Non è da tralasciare che l'iscrizione enuncia in plurale, cioè, alle
città dell' inclita Cecropia, ciocché Pausania esprime in singolare, vale a dire—la città
degli Ateniesi; il motivo di che si è che Adriano separò Atene in due città, una delle
quali volle che si chiamasse Atene vecchia, e la città di Teseo, l'altro la novella Atene,
e la città d' Adriano. A questa divisione si riferiscono i due versi che ancor si leggono
sopra di una porta d'Atene, ove da una parte è scritto—
" Questa è Atene, città già di Teseo."
Dall' altra :
" Questa è la città d'Adriano, non più di Teseo."
Alla medesima distinzione si riferisce l'iscrizione d'un acquidotto riportata da Spon
e Wheeler;
Aquceductum in novis Athenis cceptum.
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