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Worsley, Richard [Sammler] [Hrsg.]
Museum Worsleyanum: or, a collection of antique basso-relievos, bustos, statues, and gems ; with views of places in the Levant ; taken on the spot in the years MDCCLXXXV. VI. and VII. (Band 1) — London, 1824

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https://doi.org/10.11588/diglit.5309#0132
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VENERE ANTICA.

Molte statue di Venere presso gli antichi erano vestite, ed è notabile ciò che troviamo
ln Plinio, che gli abitanti dell' Isola di Coo scelsero una Venere vestita di Prassitele in
preferenza della famosa Venere ignuda, opera dello stesso artefice, che fu poi acquistata
dai Gnidi. Il panneggiamento del nostro simulacro può francamente dirsi una mara-
viglia dell' arte. Quello, che ne induce a dargli '1 nome di Venere, non è tanto la leg-
giadria dell' atteggiamento, e 1' avvenenza della persona, quanto la circostanza di sco-
prir parte del petto e degli omeri; poiché ciò particolarmente si osserva in molti
ritratti di questa Diva, e fra gli altri nelle immagini di Venere Vincitrice impresse nelle
monete di Giulio Cesare. E' degno di osservazione che le figure degli Artisti Greci
sono per lo più ignude, laddove quelle de' Romani si vedono ordinariamente in arnese
militare : il che basta a mostrar la superiorità che i primi avevano neh' arte. Imper-
ciocché chi sfugge T esame si dichiara inferiore a chi vi si espone, la qual ingegnosa
osservazione, se non erro, si trova nelT opera di Meng, pubblicata in Roma dal mio
molto pregevole amico il Cavalier Azara, Ambasciator di Spagna appresso il sommo
Pontefice.

Socrate, che nella sua gioventù, esercitò 1' arte della scultura, fece un gruppo delle

Grazie, le quali, troviamo in Diogene Laerzio, eh' erano vestite. Fu questo gruppo

assai pregiato dagli Ateniesi, e venne collocato nella muraglia dietro al simulacro di
Minerva.

ASCLEPIADE.

La statuetta incisa in questo rame è stata dissotterrata dalle mine di Megara, ed è
monolitha, cioè tutta d'un pezzo con la sua base. Era mancante del capo e delle
braccia, ed è stata risarcita in Roma convenientemente al soggetto. L' epigrafe sotto-
postavi l'indica una Sacerdotessa di Diana per nome Asclepiade, e sembra de' tempi
degli Antonini, piuttosto verso il terzo secolo dell' era volgare, che nel secondo. Anche
1° stile della scultura è basso, e mostra la decadenza ruinosa delle arti in Grecia.
L'iscrizione è in versi esametri, il senso de' quali è il seguente :

Io sto venerando la Saettatrice fanciulla Latonia, o sia Diana Ortosia, intorno a
tutte le mura della città; sono la Sacerdotessa Asclepiade: nacqui di Sinctimeno
discendente cT Escidapio, e la mia molto reverenda madre Niceforidefu essa pure di
nobile schiatta. I buoni miei genitori m indirizzarono al sacerdozio dì questa Dea, e 'l
magistrato e 'l popolo mi hanno accordato il loro suffragio.

E' da notare che Diana era particolarmente venerata a Megara, pera ver distrutto un
distaccamento Persiano, il quale avanzandosi di notte verso la città, per inganno attri-

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