Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Metadaten

Tasso, Torquato
La Gerusalemme liberata — Venedig, 1745

DOI Page / Citation link:
https://doi.org/10.11588/diglit.5052#0097
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
TERZO

XXII.
Lampeggiar gli occhi , e folgorar gli sguardi,
Dolci nell' ira, or che sarian nel riso ?
Tancredi, a che pur pensi ? a che pur guardi?
Non riconosci tu Y amato viso ?
Quel!:' è pur quel bel volto, onde tutt' ardi :
Tuo core il dica, ov' è il suo esempio inciso:
Quella è colei che rinfrescar la fronte
Vederli già nel solitario fonte.
XXIII.
Ei ch'ai cimiero , ed al dipinto seudo
Non badò prima, or, lei veggendo, impetra.
Ella, quanto può meglio , il capo ignudo
Si ricopre , e Y assale 5 ed ei s arretra.
Va contra gli altri , e ruota il ferro crudo,
Ma però da lei pace non impetra 3
Che minacciosa il segue, e volgi, grida :
E di due morti in un punto lo sfida.
XXIV.
Percolso il cavalier non ripercote ;
Ne sì dal ferro a riguardarli attende,
Come a guardar i begli occhi e le gote,
Ond' Amor Y arco inevitabil tende.
Fra se dicea: van le percoise vote
Talor che la sua destra armata seende :
Ma colpo mai del bello ignudo volto
Non cade in fallo, e sempre il cor m'è colto.
XXV.
Risolve alfin, benché pietà non spere,
Di non morir tacendo occulto amante.
Vuol ch'ella sappia eh'un prigioii suo fere
Già inerme , e supplichevole e tremante.
Onde le dice : o tu che moslri avere
Per nemico me sol fra turbe tante :
Usciam di questa mischia -y ed in disparte
I' potrò reco, e tu meco provane.
( 30 )
 
Annotationen