C oi N T 0
LXVI.
E dispiegar verso gli abissi il volo
Ad inasprir ne' rei le usate doglie.
Non passa il mar d'augei si grande duolo,
Quando ai Soli più tepidi s'accoglie:
Né tante vede mai l'autunno al suolo
Cader co' primi freddi aride foglie.
Liberato da lor quella sì negra
Faccia depone il mondo , e si rallegra,
LXVII.
Ma non perciò nel disdegnoso petto
D' Argante vien 1' ardire, o '1 furor manco ,
Benché suo foco in lui non spiri Aletto ,
Ne ssagello infernal gli sferzi il fianco.
Rota il ferro crudel, ove è più slretto,
E più calcato insieme il popol Franco.
Miete i vili, e i potenti : e i più sublimi
E più superbi capi adegua agi' imi.
LXVIII.
Non lontana è Clorinda, e già non meno
Par che di tronche membra il Campo asperga
Caccia la spada a Berlingier nel seno,
Per mezzo il cor, dove la vita alberga.
E quel colpo a trovarlo andò sì pieno.
Che sanguinosa uscì fuor delle terga.
Poi fere Albin là 've primier s'apprende
Nostro alimento, e'1 viso a Gallo fende»
LXIX.
La destra di Gerniero, onde ferita
Ella fu pria, manda recisa al piano.
Tratta anco il ferro, e con tremanti dita
Semiviva nel suol guizza la mano.
Coda di serpe è tal , eh' indi partita
Cerca d'unirsi al suo principio invano.
Così mal concio la guerriera il lassa :
Poi si volge ad Achille, e'1 ferro abbalsa.
LXVI.
E dispiegar verso gli abissi il volo
Ad inasprir ne' rei le usate doglie.
Non passa il mar d'augei si grande duolo,
Quando ai Soli più tepidi s'accoglie:
Né tante vede mai l'autunno al suolo
Cader co' primi freddi aride foglie.
Liberato da lor quella sì negra
Faccia depone il mondo , e si rallegra,
LXVII.
Ma non perciò nel disdegnoso petto
D' Argante vien 1' ardire, o '1 furor manco ,
Benché suo foco in lui non spiri Aletto ,
Ne ssagello infernal gli sferzi il fianco.
Rota il ferro crudel, ove è più slretto,
E più calcato insieme il popol Franco.
Miete i vili, e i potenti : e i più sublimi
E più superbi capi adegua agi' imi.
LXVIII.
Non lontana è Clorinda, e già non meno
Par che di tronche membra il Campo asperga
Caccia la spada a Berlingier nel seno,
Per mezzo il cor, dove la vita alberga.
E quel colpo a trovarlo andò sì pieno.
Che sanguinosa uscì fuor delle terga.
Poi fere Albin là 've primier s'apprende
Nostro alimento, e'1 viso a Gallo fende»
LXIX.
La destra di Gerniero, onde ferita
Ella fu pria, manda recisa al piano.
Tratta anco il ferro, e con tremanti dita
Semiviva nel suol guizza la mano.
Coda di serpe è tal , eh' indi partita
Cerca d'unirsi al suo principio invano.
Così mal concio la guerriera il lassa :
Poi si volge ad Achille, e'1 ferro abbalsa.