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Tasso, Torquato
La Gerusalemme liberata — Venedig, 1745

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https://doi.org/10.11588/diglit.5052#0587
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V I G E s imo.

cxlii.
Me F oro del mio regno, e me le gemme
Ricomprerai! della pietosa moglie.
Replica a lui Goffredo : il Ciel non diemme
Animo tal che di tesor s'invoglie.
Ciò che ti vien dall'Indiche maremme,
Abbiti pure,-e ciò che Persia accoglie:
Che della vita altrui prezzo non cerco.
Guerreggio in Alia, e non vi cambio, o merco.
cxliii.
Tace} ed a' suoi custodi in cura dallo,
E segue il corso poi de' fuggitivi.
Fuggon quegli ai ripari, ed intervallo
Dalla morte trovar non ponno quivi.
Preso è repente, e pien di slrage il vallo :
Corre di tenda in tenda il sangue in rivi :
E vi macchia le prede, e vi corrompe
Gli ornamenti barbarici, e le pompe.
cxliv.
Così vince Goffredo ^ ed a lui tanto
Avanza ancor della diurna luce,
Ch'alia Città già liberata, al santo
Ostel di Cristo i vincitor conduce.
Nè pur deporto il sanguinoso manto,
Viene al tempio con gli altri il sommo Duce:
E qui l'arme sospende : e qui devoto
Il gran sepolcro adora, e scioglie il voto.
IL FINE DEL VIGESIMO,
ED ULTIMO CANTO.
 
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