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Alberti, Leon Battista; Bartoli, Cosimo [Übers.]
I Dieci Libri Di Architettura — Rom, 1784

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https://doi.org/10.11588/diglit.1559#0523
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DE'RIMEDJ DEGLI EDIFICJ

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gosa e torbidiccia, e quella tnassimamente che scorre da. terreno
fertile rende il terreno più gagliardo . I cavalli non si dilettano di
aeque purissime, e ingranano perle acque che tengano di muschio
e che iien tiepide. I conciatori di pelli filmano assai le acquo
erudissìme . Trovo che i filici dicono che la necessìtà delle acque
per mantenere la vita e la sanità degli uomini è di due sorti ; una
per estinguere la sete, e l'altra per portare il nutrimento nelle ve-
ne, de'cibi che saranno con essa cotti, acciò purisicato quindi e
cotto il sugo di quelli, lo applichi alle membra. Dicono che laj
sete è un certo derìderlo , che si ha principalmente dell' umor
freddo; e pensano che le acque fredde , e mamme dopo cena,
a quei che son san: ingagliardiscaho Io stomaco , ma quelle elio
sono troppo sredde, anche a quei che si sentono bene inducano
slupore, percuotano spessb gì'intestini, scuotano i nervi , e colla
crudezza loro ipengano quella virtù, che cuoce il cibo nello fìo-
maco . Il fiume Oxo per esser sempre torbido non è sano a ber-
ne . Gli abitatori di Roma sì per la spessa mutazione dell'.aria,
sì per i vapori notturni del fiume , ' sì ancora per i venti che vi
spirano dopo mezzodì, sono spesso occupati da gravi febbri ; per-
ciocché questi venti nella fiate mila nona ora del giorno , nellaj
-quale i corpi sentono il gran caldo, spirano freddi, e fanno co-
fiipazioni nelle vene . Ma al parer mio e le febbri, e la maggior
parte di tutte le infermità in gran parte nascouo dalle acque del
Tevere, bevute dalla maggior parte sempre quasi torbidicce. Né sia
fuor di proposito che i medici antichi nel curare le fèbbri Roma-
ne comandano di usare aceto squillitico ed incisivi. Torno al mio
proposito .
Andiamo ora investigando qual' acqua sia ottima . Cello disse
che delle acque la piovana era leggìerillìma , nel secondo luogo
poi pose quella delle fontane , nel terzo quella de' fiumi, nel quar-
to quella de'pozzi, nel quinto ed ultimo luogo quella che si facea
dalla neve o dal ghiaccio liquefatto ; più grave di qualunque di
V v v a qne-
 
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