Che afsinano cotanto , e nobil fanno
La sassonica argilla ; esse per cui
L’ arte cinese dall’ Europa è vinta .
Sorride a te , Signor, dall’ alto Apollo ,
Apoilo a cui del Palatino in cima
Pur anco , tua mercè , vedere intatto
Sembra il dotto museo , e il tempio d’ oro .
Se non che risonar già più non s’ ode
Tra le muse , che fanno a te corona,
Del buon Pallavicin la chiara tuba.
Morte rapillo , e noi morto il piagnemmo :
Quegli, che già di te si alto scrisse ;
Quegli, che d’Arno entro alle limpid’ accjue
Derivè di Yenosa il ricco fonte ;
Quegli, per cui di toschi modi il giogo
L’indocile poeta anch’ei sentio .
Ma estinto appena dalla buja notte .
A più bei giorni tu, Signor, nel chiami ;
E ’l nome suo diretro al VTnosino
Del tempo vincitor per le future
Etadi batterà i’ agili penne ,
Mercè Farte si bella a’Greci ignota ,
Che i sermoni non solo agli occhi pinge,
Ma in un tratto multiplica, ed eterna.
Sacerdote d’Apollo , e tuo nomasti
Tu me, Signore, onde cercar le sparse
Opre del vate amico a ine si desse j
To: L B
La sassonica argilla ; esse per cui
L’ arte cinese dall’ Europa è vinta .
Sorride a te , Signor, dall’ alto Apollo ,
Apoilo a cui del Palatino in cima
Pur anco , tua mercè , vedere intatto
Sembra il dotto museo , e il tempio d’ oro .
Se non che risonar già più non s’ ode
Tra le muse , che fanno a te corona,
Del buon Pallavicin la chiara tuba.
Morte rapillo , e noi morto il piagnemmo :
Quegli, che già di te si alto scrisse ;
Quegli, che d’Arno entro alle limpid’ accjue
Derivè di Yenosa il ricco fonte ;
Quegli, per cui di toschi modi il giogo
L’indocile poeta anch’ei sentio .
Ma estinto appena dalla buja notte .
A più bei giorni tu, Signor, nel chiami ;
E ’l nome suo diretro al VTnosino
Del tempo vincitor per le future
Etadi batterà i’ agili penne ,
Mercè Farte si bella a’Greci ignota ,
Che i sermoni non solo agli occhi pinge,
Ma in un tratto multiplica, ed eterna.
Sacerdote d’Apollo , e tuo nomasti
Tu me, Signore, onde cercar le sparse
Opre del vate amico a ine si desse j
To: L B