Cose cantate già clegne cVoblio;
E scaldarne presumi a quel tuo fuoco ,
Per cui la state agghiacci, e sudi il verno ,
Che allentar non porian cluo vivi fonti,
!Non Tanalstro oTesin, nonfaggio o abetc(55),
Qual siecle il rigattier nel sozzo ghetto
Fra sue ciarjte , e rnisura , e frappa , e cuce
ïntento a suo lavoro , onch ei rintoppi
Da più vecchie giornée farsetto o sajo;.
Tale costui cli suo Paxmaso in cima
Cerca , scrive, distorna , e alfln rappezza
Da un rancio canzonier sonetto o stanza.
Ma, v.inca il vero, aman talor levarsi
Fuor dell’usate vie, che lungo 1’acque
Segnô cli Sorga ai nostri vati amore : '
E gli ori, e gli ostri a terra sparsi, e un biondo
Pieciso crine , oncl’ ebbe invidia il sole ;
E rivestite a brun le tracie donne,
E armato ai danni d’Asia ùn nuovo Achille
Pongono in carnpo, ognor che il mondo reo.
Fugge e gl’inganni suoi, e ognor che il mondo
Fla cuore d’asfrontar nobil fanciulla.
Tai cantilene lor spesso intuonare
Tu ben gli udisti ; e forse ancora il nuovo,
E magnihco stil mosseti. a riso :
Ma ben poi so , che con clisdegno vecli,
Gorani raio, che sitibondi d’oro . .