I N T R O J A. 4°7
in versi latini la greca eloquenza. In vano
oppone Enea al dovere introdursi il Gaval-
lo dentro a Troja. L'arte di Sinone vince
iinalmente coloro ,
()uos neque Tydides, nec Larissceus Achilles,
JSson anni domuere decem, non mille carince,
Paride colla cetera in mano intuona un
inno a Minerva e a Venere riconcilialesi
già insieme ; intanto che si abhatte parte
del muro della città per introdurvi il Ca-
yallo ; ed esso ne vien dipoi tirato dentro
in mezzo ai balli e ai canti degli Trojani.
. . . circum pueri innuptœque puellce
Sacra canunt, funemque manu contingere
gaudent.
L'atto terzo incomincia da Enea, il qua-
le in sulle prime vigilie della notte desta-
to dalla terribile visiòne che ha avuto di
Ettore viene alla tomba di lui, vi reca do-
ni ed osferte, commisera il destino della
patria, attesta gli dei di aver fatto quanto
era in lui, perchè non venisse condotto
dentro di Troja il Cavallo fatale, e doman-
da agli medesimi dei la forza , di cui era
dotato Ettore , quando arse le navi dei
Greci, perchè Ia patria, se ha da cadere,
C c 4
non
in versi latini la greca eloquenza. In vano
oppone Enea al dovere introdursi il Gaval-
lo dentro a Troja. L'arte di Sinone vince
iinalmente coloro ,
()uos neque Tydides, nec Larissceus Achilles,
JSson anni domuere decem, non mille carince,
Paride colla cetera in mano intuona un
inno a Minerva e a Venere riconcilialesi
già insieme ; intanto che si abhatte parte
del muro della città per introdurvi il Ca-
yallo ; ed esso ne vien dipoi tirato dentro
in mezzo ai balli e ai canti degli Trojani.
. . . circum pueri innuptœque puellce
Sacra canunt, funemque manu contingere
gaudent.
L'atto terzo incomincia da Enea, il qua-
le in sulle prime vigilie della notte desta-
to dalla terribile visiòne che ha avuto di
Ettore viene alla tomba di lui, vi reca do-
ni ed osferte, commisera il destino della
patria, attesta gli dei di aver fatto quanto
era in lui, perchè non venisse condotto
dentro di Troja il Cavallo fatale, e doman-
da agli medesimi dei la forza , di cui era
dotato Ettore , quando arse le navi dei
Greci, perchè Ia patria, se ha da cadere,
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