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Algarotti, Francesco
Opere Del Conte Algarotti (Band 7) — Venezia, 1792 [Cicognara, 3-7]

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https://doi.org/10.11588/diglit.28026#0232
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2^4 Pen SIERr

'verrà dunque che muoja un cosi grande so~

natore ?

Dalla maaiera_, con cui il legislatore sa
dirigere l’amor proprio degli uoinini, di-
peude la felicità degli stati; come la ferti-
lità delle terre dipende dal rnodo, con cui
l’agricoltor'e sa dirigere le acque che le in-
nafhano. L.asciate a sè medesime, qua si
precipitano in torrenti, là stagnano, si le-
yano in collo o corrompono ogni cosa; ben
regolate che sieno, fanno ridere ii.prato,
danno vdta agli alberi e aile piante, arric-
chiscono in ogni sua provincia i regni dl
Fiora e di Pojnona. Lasciato i’amor pro-
prio a sè medesimo, rapisce l’altrui mogiie,
si appropria i frutti deiia industria altrui,
ingiuria il debole di ogni maniera, mette
confusione e disordine nella civile società;
doctus iter melius, impara ad abborrire la
vendetta F avarizia, quelle stesse passioni
onde piii suoie nutrirsi, impara a stimare
assai più che tutti i tesori del mondo una
statua una iscrizione un titolo una foglia
o un braccio di nastro, pone il bene de’
proprj cittadini e li nome di patria innan-
zi a ogni cosa, rin.unzia quasi che asèjne-

de-
 
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