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DELL' A B A TE
BETTINELLI
XI.
Pìacenza z5. luglìo ijSu
Per cagion di salute son fuori clelFere»
jno , nè posso più buon frutto raccorne
quanto quello di pensare a lei, dl scrive-
re a lei più liberamente, che tra le sante
estasi del deserto non m’ era concesso , &
di parlar lungamente di lei col padre Pel»
legrini che è qui meco , e meco è pieno
dì stima e d’amore per lei. Siam l’uno
e Paltro non sani affatto deì corpo per la
soverchie applicazioni di questo anno ; ma
deH’aniino abbiamo sempre più yivì i sen-
timenti, come per lei conosciamo. Ma che
si fa egli, signor Gonte mio ? dove si vi-
ve, e quanto ancora avremo ad esser bur-
lati nell’aspettazione di rivederla e d’ab»
bracciarla in Italia ? Che i miei yersi poco
ab«