SÏÏL Triumvirato. 3z 1
come quelle scaltre donne fanno, le quali
per non dar di sè sospetto alcuno per l’av-
venire a’ mariti, che ingannar si propongo-
no, dal bel dx deile nozze abbracciano e
costantemente poi conservano nè più nè
meno quel medesimo modo di conversare
e di vivere, ch’è più conveniente alle mi-
re de’remoti loro pîaceri.
Udi in Rodi, celebre scuola di rettori-
ca, dove Eschine, il secondo oratore del-
la Grecia, s’ era dopo l’ esilio suo ricovra-
to, udï, dico, Apolionio Bgliuol di Moio-
ne, chiaro maestro a quel tempo del dire,
e di cui lo stesso lutino Demostene era sta-
to uditore (x). Sôtto la discipiina di cotal
maestro venne egli crescendo nell’ eloquen-
za, cotanto necessaria in uno stato libero
ad un corruttore stesso, se non per aitro,
acciocchè possano coloro, che non son per-
suasi che dall’oro, trovare una scusa nella
facondia del corruttore. Imparè, non v’ha
dubbio, in Grecia quella semplice ed a sè
traente maniera di dire, di cui gustiamo
ora i pochi bensï, ma scelti frutti ; ed irn-
paro
(1) Plut. in Gæsare.
To: XVII. X
come quelle scaltre donne fanno, le quali
per non dar di sè sospetto alcuno per l’av-
venire a’ mariti, che ingannar si propongo-
no, dal bel dx deile nozze abbracciano e
costantemente poi conservano nè più nè
meno quel medesimo modo di conversare
e di vivere, ch’è più conveniente alle mi-
re de’remoti loro pîaceri.
Udi in Rodi, celebre scuola di rettori-
ca, dove Eschine, il secondo oratore del-
la Grecia, s’ era dopo l’ esilio suo ricovra-
to, udï, dico, Apolionio Bgliuol di Moio-
ne, chiaro maestro a quel tempo del dire,
e di cui lo stesso lutino Demostene era sta-
to uditore (x). Sôtto la discipiina di cotal
maestro venne egli crescendo nell’ eloquen-
za, cotanto necessaria in uno stato libero
ad un corruttore stesso, se non per aitro,
acciocchè possano coloro, che non son per-
suasi che dall’oro, trovare una scusa nella
facondia del corruttore. Imparè, non v’ha
dubbio, in Grecia quella semplice ed a sè
traente maniera di dire, di cui gustiamo
ora i pochi bensï, ma scelti frutti ; ed irn-
paro
(1) Plut. in Gæsare.
To: XVII. X