DOMENICO GNOLI
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(a meno che non voglia ritenersi che gli affreschi vaticani sieno stati ritoccati o compiuti
posteriormente) la casa di Raffaello ha perduto in tutto la prima sua forma.
Dico in tutto; poiché è notevole che il disegno dell'Alfani, se corrisponde perfettamente
nel primo piano, come sopra ho detto, a quelli del Lafreri e del Palladio, nel pianterreno
invece corrisponde con uguale esattezza allo stato presente, senza archi ne bozze, e con una
semplice fascia intorno alle finestre e alle porte. Così il presente disegno ci rappresenta il
palazzo in un periodo intermedio di trasformazione, in cui la parte superiore rimane ancora
qual era in origine, e l'inferiore è ridotta già qual'è adesso. Il che è nuovo argomento a
dimostrare che il palazzo non è stato già rifatto, ma trasformato nell'esterno per rafforzarne
le mura. Poiché la costruzione di esso, come generalmente delle fabbriche bramantesche, era
pessima, di guisachè in vari tempi, come si vede ne' sotterranei, é convenuto rattopparne e
consolidarne le fondamenta. La poca solidità del fabbricato fu certo cagione del guasto che
la sua decorazione ha sofferto. La qual trasformazione si limitò dapprima al pianterreno : ma
poco appresso, forse quando si volle innalzarvi sopra due altri piani, convenne rafforzare e
ingrossare le mura, e tutta l'antica architettura scomparve. Il che non bastò a dar solidità
all'edilizio. Nell'inondazione del Tevere del 1805 una volta del pianterreno precipitò ne' sot-
terranei; poi, circa quarantanni fa, grandi lavori di restauro furono eseguiti dall'architetto
Boldrini per lesioni manifestatesi nella facciata su Borgo Nuovo, come apparisce da' suoi
disegni, appunto nella parte occupata dalla casa di Raffaello; e un ultimo restauro fu eseguito
dall'architetto Martinucci dopo il 1870. Lavori però che si limitarono a' fondamenti ed ai
muri esterni.
Le parole dell'Alfani, dove vi ha fabbricato un bellissimo palazzo, a chi si riferiscono?
Certo, secondo grammatica, al cardinal Commendone. Nondimeno io tendo a credere che le
parole : ora comprata dal cardinal Comendon, sieno come una parentesi, chiusa la quale
egli torni all'idea principale di Raffaello e del suo bellissimo palazzo. Non v'ha dubbio che
quella costruzione : Cassa di Raffaello... dove vi (h)a fabbrichatto un bellisimo pjalazzo,
sia scorretta e barocca; ma essa non ha diverso andamento da quella che vien dopo : Quesito
qui acantto diseggno era la sua cassa di Raffaelo.... dove lui sttesso la /fece. — Che se
invece vogliano riferirsi al Commendone, dovrà intendersi ch'egli abbia elevato i due piani
superiori, fatto la facciata sulla piazza di S. Giacomo, che pare non andasse oltre la seconda
finestra dal Borgo Nuovo, e forse costruito (se non é anteriore) la bella loggia dov'erano le
casette degli Zon, e congiunto il palazzo Accolti a quello di Raffaello; le quali opere baste-
rebbero a gilistiticar l'espressione che il Commendone vi costruisse un palazzo. Ma io, ripeto,
credo che quelle parole debbano riferirsi a Raffaello. Certo è ad ogni modo che quando l'Alfani
eseguì il suo disegno, l'architettura del primo piano, prossima anch'essa a scomparire, era
ancora intatta: il che risulta non solo dal disegno stesso, ma anche dalle parole ; cusì apunto
ò visto sopra la sua cassa in Roma dove elgi stava in Borgo; e dietro : l'arme sua si
vedea et si vede ancora sopra alle ffinesttre.
Risolute le altre questioni, una ne resta; cioè di sapere quel che rimanga, nell'interno
e ne' muri esterni, della primitiva costruzione : il che sapremo quando il valente architetto
Pietro Carnevale, a cui il Ministero, a proposta della Commissione, ne ha affidato l'incarico,
avrà compiuto il suo esame.
Quanto allo stemma pubblicato dal Rossi, e che era sulle finestre che guardano la piazza,
è naturale che la novità stessa della notizia opponga ad essa una prevenzione d'incredulità,
e si dubiti perciò che il buon Alfani sia caduto in errore, attribuendo a Raffaello uno stemma
appartenente ad altri. Nondimeno la notizia non è tale da poterla respingere leggermente e
senza esame accurato.
Lo stemma ci apparisce in un album araldico, dove la casa di Raffaello è disegnata solo
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(a meno che non voglia ritenersi che gli affreschi vaticani sieno stati ritoccati o compiuti
posteriormente) la casa di Raffaello ha perduto in tutto la prima sua forma.
Dico in tutto; poiché è notevole che il disegno dell'Alfani, se corrisponde perfettamente
nel primo piano, come sopra ho detto, a quelli del Lafreri e del Palladio, nel pianterreno
invece corrisponde con uguale esattezza allo stato presente, senza archi ne bozze, e con una
semplice fascia intorno alle finestre e alle porte. Così il presente disegno ci rappresenta il
palazzo in un periodo intermedio di trasformazione, in cui la parte superiore rimane ancora
qual era in origine, e l'inferiore è ridotta già qual'è adesso. Il che è nuovo argomento a
dimostrare che il palazzo non è stato già rifatto, ma trasformato nell'esterno per rafforzarne
le mura. Poiché la costruzione di esso, come generalmente delle fabbriche bramantesche, era
pessima, di guisachè in vari tempi, come si vede ne' sotterranei, é convenuto rattopparne e
consolidarne le fondamenta. La poca solidità del fabbricato fu certo cagione del guasto che
la sua decorazione ha sofferto. La qual trasformazione si limitò dapprima al pianterreno : ma
poco appresso, forse quando si volle innalzarvi sopra due altri piani, convenne rafforzare e
ingrossare le mura, e tutta l'antica architettura scomparve. Il che non bastò a dar solidità
all'edilizio. Nell'inondazione del Tevere del 1805 una volta del pianterreno precipitò ne' sot-
terranei; poi, circa quarantanni fa, grandi lavori di restauro furono eseguiti dall'architetto
Boldrini per lesioni manifestatesi nella facciata su Borgo Nuovo, come apparisce da' suoi
disegni, appunto nella parte occupata dalla casa di Raffaello; e un ultimo restauro fu eseguito
dall'architetto Martinucci dopo il 1870. Lavori però che si limitarono a' fondamenti ed ai
muri esterni.
Le parole dell'Alfani, dove vi ha fabbricato un bellissimo palazzo, a chi si riferiscono?
Certo, secondo grammatica, al cardinal Commendone. Nondimeno io tendo a credere che le
parole : ora comprata dal cardinal Comendon, sieno come una parentesi, chiusa la quale
egli torni all'idea principale di Raffaello e del suo bellissimo palazzo. Non v'ha dubbio che
quella costruzione : Cassa di Raffaello... dove vi (h)a fabbrichatto un bellisimo pjalazzo,
sia scorretta e barocca; ma essa non ha diverso andamento da quella che vien dopo : Quesito
qui acantto diseggno era la sua cassa di Raffaelo.... dove lui sttesso la /fece. — Che se
invece vogliano riferirsi al Commendone, dovrà intendersi ch'egli abbia elevato i due piani
superiori, fatto la facciata sulla piazza di S. Giacomo, che pare non andasse oltre la seconda
finestra dal Borgo Nuovo, e forse costruito (se non é anteriore) la bella loggia dov'erano le
casette degli Zon, e congiunto il palazzo Accolti a quello di Raffaello; le quali opere baste-
rebbero a gilistiticar l'espressione che il Commendone vi costruisse un palazzo. Ma io, ripeto,
credo che quelle parole debbano riferirsi a Raffaello. Certo è ad ogni modo che quando l'Alfani
eseguì il suo disegno, l'architettura del primo piano, prossima anch'essa a scomparire, era
ancora intatta: il che risulta non solo dal disegno stesso, ma anche dalle parole ; cusì apunto
ò visto sopra la sua cassa in Roma dove elgi stava in Borgo; e dietro : l'arme sua si
vedea et si vede ancora sopra alle ffinesttre.
Risolute le altre questioni, una ne resta; cioè di sapere quel che rimanga, nell'interno
e ne' muri esterni, della primitiva costruzione : il che sapremo quando il valente architetto
Pietro Carnevale, a cui il Ministero, a proposta della Commissione, ne ha affidato l'incarico,
avrà compiuto il suo esame.
Quanto allo stemma pubblicato dal Rossi, e che era sulle finestre che guardano la piazza,
è naturale che la novità stessa della notizia opponga ad essa una prevenzione d'incredulità,
e si dubiti perciò che il buon Alfani sia caduto in errore, attribuendo a Raffaello uno stemma
appartenente ad altri. Nondimeno la notizia non è tale da poterla respingere leggermente e
senza esame accurato.
Lo stemma ci apparisce in un album araldico, dove la casa di Raffaello è disegnata solo