ADOLFO VENTURI
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di quella di Giulio II e l'altra che si riscontra nella medaglia d'Isabella d'Aragona hanno un'ac-
conciatura similissima; i capelli annodati sulla nuca, e qualche ciocca ricadente da essa liberamente
dietro alle spalle. La lettera di Giacomo d'Atri ci dà notizia del ritorno a Roma di Gian Cristoforo,
all'i 24 di ottobre 1507; ma a Roma non rimane ricordo del suo soggiorno. Lavorò egli pel Cardinal
GENIETTO DEL MONUMENTO DI PIER FRANCESCO TRECCHI
d'Aragona, a cui era compagno nel viaggio da Napoli a Roma? E per il Papa, che lo aveva invitato, a
quali opere attese? E fece egli il busto d'Isabella d'Este, che doveva essere regalato alla Marchesa
di Coirono; e dove finirono quel busto piccolo e l'altro grande, che ci darebbero ancora una volta
l'effigie della gentildonna ritratta da Cosmè, da Leonardo, dal Erancia?
A Roma Gian Cristoforo dovette rimanere ancora nel 1508 e nel 1509; e poscia probabilmente
seguì il Bramante in Loreto, per divisare, insieme con questo, e secondo l'intenzione del Papa,
cose magne da farsi alla basilica loretana. Da Roma, solo nel 1" novembre 1509 lo ricorda Lu-
dovico Brognolo, scrivendo ad Isabella d'Este, e discorrendo d'un carneo lodalo dallo scultore; 1
e intanto egli ci viene innanzi, fra le figure di quel ritratto di pittura delia corte di Urbino, e
cioè nel libro del Corteglano: là con Emilia Pia da Monlefelt ro, Guidobaldo I e il conte Baldassare
Castiglione trattenuto in famigliari colloqui.
1 Arch. sudd. — Dispaccio dell'oratore Lud. Brognolo alla marchesana di Mantova. Roma, 1 Nov. 1509. Ne
poscritto: Anchora che sapia V. S. bavero la mento applicata ad altro che a cose antiche, pur havendomi Jo.
Christophoro laudato un carneo che non è de molta grande/a, cimi due Anetre facte per man de bon maestro et
da la natura dato tuti li colori de lo penne, lo ho tolto per XX duet; per quella a la quale lo manderò fra
pochi di per un mio servitore, et spero li debba satisfare per essere etiam stato laudato da altri per bella cosa..
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di quella di Giulio II e l'altra che si riscontra nella medaglia d'Isabella d'Aragona hanno un'ac-
conciatura similissima; i capelli annodati sulla nuca, e qualche ciocca ricadente da essa liberamente
dietro alle spalle. La lettera di Giacomo d'Atri ci dà notizia del ritorno a Roma di Gian Cristoforo,
all'i 24 di ottobre 1507; ma a Roma non rimane ricordo del suo soggiorno. Lavorò egli pel Cardinal
GENIETTO DEL MONUMENTO DI PIER FRANCESCO TRECCHI
d'Aragona, a cui era compagno nel viaggio da Napoli a Roma? E per il Papa, che lo aveva invitato, a
quali opere attese? E fece egli il busto d'Isabella d'Este, che doveva essere regalato alla Marchesa
di Coirono; e dove finirono quel busto piccolo e l'altro grande, che ci darebbero ancora una volta
l'effigie della gentildonna ritratta da Cosmè, da Leonardo, dal Erancia?
A Roma Gian Cristoforo dovette rimanere ancora nel 1508 e nel 1509; e poscia probabilmente
seguì il Bramante in Loreto, per divisare, insieme con questo, e secondo l'intenzione del Papa,
cose magne da farsi alla basilica loretana. Da Roma, solo nel 1" novembre 1509 lo ricorda Lu-
dovico Brognolo, scrivendo ad Isabella d'Este, e discorrendo d'un carneo lodalo dallo scultore; 1
e intanto egli ci viene innanzi, fra le figure di quel ritratto di pittura delia corte di Urbino, e
cioè nel libro del Corteglano: là con Emilia Pia da Monlefelt ro, Guidobaldo I e il conte Baldassare
Castiglione trattenuto in famigliari colloqui.
1 Arch. sudd. — Dispaccio dell'oratore Lud. Brognolo alla marchesana di Mantova. Roma, 1 Nov. 1509. Ne
poscritto: Anchora che sapia V. S. bavero la mento applicata ad altro che a cose antiche, pur havendomi Jo.
Christophoro laudato un carneo che non è de molta grande/a, cimi due Anetre facte per man de bon maestro et
da la natura dato tuti li colori de lo penne, lo ho tolto per XX duet; per quella a la quale lo manderò fra
pochi di per un mio servitore, et spero li debba satisfare per essere etiam stato laudato da altri per bella cosa..