ADOLFO VENTURI
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sico, e non presenta nè quella libertà di forme e quell'abbondanza di forme decorative, ne simili
interruzioni fantastiche degli eleganti profili architettonici.
È probabile anche che Ercole Grandi abbia fornito il disegno delle candeliere più antiche che
ornano il palazzo dei Diamanti, perchè in alcune figure sembra di dovere riconoscere il suo spi-
rilo, la sua eleganza, la riquadratura speciale delle sue teste. Questo ammesso, Ercole Grandi si
innalza fra i maestri ferraresi per la versatilità dell'ingegno felice, e può dirsi il solo che abbia
stampato sull'architettura ferrarese un'impronta caratteristica e forte.
Al servizio degli Estensi, come abbiamo detto, Ercole Grandi si ritrova nel 1495; ed è ap-
punto in quest'anno che gli vennero dispensate otto braccia di raso verde, di panno morello e di
altre stoffe, in acconto del suo salario. 1 Così nell'anno seguente; 2 e non troviamo più documenti
intorno al pittore che avvenuta la morte di Ercole I; e allora, insieme con altri della nuova ge-
nerazione pittorica ferrarese, insieme col Mazzolino, lavorò nelle stanze della duchessa Lucrezia
Borgia in Castello e nella guardaroba estense.3 Ma ne' periodi 1489-95 e 1496-1506, ove applicò
il giovane pittore l'attività sua? Forse, in quel primo periodo, fu condiscepolo a Bologna di Ti-
moteo Viti, nello studio del Costa e del Francia; ma regna una grande incertezza nel determinare
le Opere del Grandi appartenenti al quattrocento.
Una di esse sarebbe un'anconetta che si vede nella collezione Santini a Ferrara. È un qua-
dretto limitato da due colonnette, su cui si stende un arco intagliato e dorato. Vedesi per entro
il Crocefisso, e ai lati Maria e San Giovanni in piedi; e nell'arco, Dio Padre. Dietro al terreno
verde, degradante in giallo, vedesi la maremma, con qualche alberetto qua e là; e nel lontano,
case, castelli, torri azzurrine. Il colore delle carni delle ligure è chiaro, e nelle loro teste si ri-
scontra una caratteristica, propria anche di figure d'un altro quadro che la moderna critica as-
segna al Grandi, cioè un naso affilato, ad angolo assai acuto, e che non sembra posto simmetri-
camente in mezzo alla faccia.
L'altro quadro sarebbe quello che ancora nella Galleria di Ferrara viene ascritto a Timoteo della
Vite. Nella guida manoscritta del Brisighella, la più antica che si abbia a Ferrara, era detto del Fran-
cia; 4 lo Scalabrini lo disse 5 opera diligentissima di Michele Coltellini, ma creduta del Cicogna(?). Il
Frizzi lo dichiarò d'ignoto pennello; 6 l'Aventi accennò come alcuno l'ascrivesse a Niccolò Rondi-
nelle, 7 ma la rondine che si vede nel dipinto era la gran ragione dell'attribuzione ; Napoleone Cittadella
poi riferì come fosse ascritto al Cotignola e al Francia, e da taluno invece alla scuola peruginesca. 8
1 Arch. sudd. — Memoriale, 1495-1510, t. t. t., a c. 85: « 1495. IIJ di agosto. Nota di salariati che debbono
per panni avuti.... m.ro Hercule di grandi depinctore braza 8 di raso verde a due. 1 1/2 per braza - L. 27. 16. 0. —
M.ro Hercule depinctore raso torchino braza 2 - L. 10. 5. 0. — M.ro hercule depinctore damasco negro braza 5 -
L. 25. 12. 6. » — E a c. 22: 1495. Marti adi XVIJ de Marzo. M.r Hercule di grandi depintore per conto de
sue page de dare adi dicto lire trenta quatro a s. diexe ni. le quale per lui de commissione del Mag.c0 generale
factore se fano bone a m.ro zoane maganza drapiero per lo precio de braza sei de panno morello de grana
de. 80. bagna et circa et per dicto m.ro zoane se fano boni in sue gabelle del anno presente. 1495. come appare
boletino de man de dicto zoanne maganza curii mandato de mano de Bonfiolo bagaroto de dì. XII. del presente
signato in debita forma et messo in filza e posto che diete gabele debiano bavere — L. XXXIIIJ.0 s. x.
2 Arch. sudd. — Memoriale della camera, 1496, u. u. u., a c. 104. In questo registrò Ercole Grandi vien
detto semplicemente m° hercule depintore ; ma la nota è in data 3 di agosto, cioè posteriore alla morte di Er-
cole Roberti. Supponiamo quindi che si tratti del Grandi. Potrebbe, è vero, esser quello un conto arretrato ; ma
già, sin dal primo di luglio di quell'anno, trovasi indicata una partita riferentesi all'altro, e nello stesso memo-
riale, a questo modo : « olim m° Hercule de Roberti depintore. »
3 Id. — Libro delle Partide, 1505, a c. 102, 104, 107, 109, 111, 117, 159, 161, 174, sotto le date 29 agosto,
12, 19 e 26 settembre, 3 e 10 ottobre, 7 novembre 1506; 12 e 19 giugno, 7 agosto 1507.
4 Ms. della biblioteca comunale di Ferrara.
5 Chiese di Ferrara. Ferrara, 1773, p. 303.
0 Guida del forestiere per la città di Ferrara. Ferrara, 1787, p. 127.
7 II servitore di piazza. Ferrara, Pomatelli, 1838.
8 Indice Manuale delle cose più rimarcabili in pittura, scultura, architettura, della città e Borghi di Fer-
rara. Ferrara, Taddei, 1844.
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sico, e non presenta nè quella libertà di forme e quell'abbondanza di forme decorative, ne simili
interruzioni fantastiche degli eleganti profili architettonici.
È probabile anche che Ercole Grandi abbia fornito il disegno delle candeliere più antiche che
ornano il palazzo dei Diamanti, perchè in alcune figure sembra di dovere riconoscere il suo spi-
rilo, la sua eleganza, la riquadratura speciale delle sue teste. Questo ammesso, Ercole Grandi si
innalza fra i maestri ferraresi per la versatilità dell'ingegno felice, e può dirsi il solo che abbia
stampato sull'architettura ferrarese un'impronta caratteristica e forte.
Al servizio degli Estensi, come abbiamo detto, Ercole Grandi si ritrova nel 1495; ed è ap-
punto in quest'anno che gli vennero dispensate otto braccia di raso verde, di panno morello e di
altre stoffe, in acconto del suo salario. 1 Così nell'anno seguente; 2 e non troviamo più documenti
intorno al pittore che avvenuta la morte di Ercole I; e allora, insieme con altri della nuova ge-
nerazione pittorica ferrarese, insieme col Mazzolino, lavorò nelle stanze della duchessa Lucrezia
Borgia in Castello e nella guardaroba estense.3 Ma ne' periodi 1489-95 e 1496-1506, ove applicò
il giovane pittore l'attività sua? Forse, in quel primo periodo, fu condiscepolo a Bologna di Ti-
moteo Viti, nello studio del Costa e del Francia; ma regna una grande incertezza nel determinare
le Opere del Grandi appartenenti al quattrocento.
Una di esse sarebbe un'anconetta che si vede nella collezione Santini a Ferrara. È un qua-
dretto limitato da due colonnette, su cui si stende un arco intagliato e dorato. Vedesi per entro
il Crocefisso, e ai lati Maria e San Giovanni in piedi; e nell'arco, Dio Padre. Dietro al terreno
verde, degradante in giallo, vedesi la maremma, con qualche alberetto qua e là; e nel lontano,
case, castelli, torri azzurrine. Il colore delle carni delle ligure è chiaro, e nelle loro teste si ri-
scontra una caratteristica, propria anche di figure d'un altro quadro che la moderna critica as-
segna al Grandi, cioè un naso affilato, ad angolo assai acuto, e che non sembra posto simmetri-
camente in mezzo alla faccia.
L'altro quadro sarebbe quello che ancora nella Galleria di Ferrara viene ascritto a Timoteo della
Vite. Nella guida manoscritta del Brisighella, la più antica che si abbia a Ferrara, era detto del Fran-
cia; 4 lo Scalabrini lo disse 5 opera diligentissima di Michele Coltellini, ma creduta del Cicogna(?). Il
Frizzi lo dichiarò d'ignoto pennello; 6 l'Aventi accennò come alcuno l'ascrivesse a Niccolò Rondi-
nelle, 7 ma la rondine che si vede nel dipinto era la gran ragione dell'attribuzione ; Napoleone Cittadella
poi riferì come fosse ascritto al Cotignola e al Francia, e da taluno invece alla scuola peruginesca. 8
1 Arch. sudd. — Memoriale, 1495-1510, t. t. t., a c. 85: « 1495. IIJ di agosto. Nota di salariati che debbono
per panni avuti.... m.ro Hercule di grandi depinctore braza 8 di raso verde a due. 1 1/2 per braza - L. 27. 16. 0. —
M.ro Hercule depinctore raso torchino braza 2 - L. 10. 5. 0. — M.ro hercule depinctore damasco negro braza 5 -
L. 25. 12. 6. » — E a c. 22: 1495. Marti adi XVIJ de Marzo. M.r Hercule di grandi depintore per conto de
sue page de dare adi dicto lire trenta quatro a s. diexe ni. le quale per lui de commissione del Mag.c0 generale
factore se fano bone a m.ro zoane maganza drapiero per lo precio de braza sei de panno morello de grana
de. 80. bagna et circa et per dicto m.ro zoane se fano boni in sue gabelle del anno presente. 1495. come appare
boletino de man de dicto zoanne maganza curii mandato de mano de Bonfiolo bagaroto de dì. XII. del presente
signato in debita forma et messo in filza e posto che diete gabele debiano bavere — L. XXXIIIJ.0 s. x.
2 Arch. sudd. — Memoriale della camera, 1496, u. u. u., a c. 104. In questo registrò Ercole Grandi vien
detto semplicemente m° hercule depintore ; ma la nota è in data 3 di agosto, cioè posteriore alla morte di Er-
cole Roberti. Supponiamo quindi che si tratti del Grandi. Potrebbe, è vero, esser quello un conto arretrato ; ma
già, sin dal primo di luglio di quell'anno, trovasi indicata una partita riferentesi all'altro, e nello stesso memo-
riale, a questo modo : « olim m° Hercule de Roberti depintore. »
3 Id. — Libro delle Partide, 1505, a c. 102, 104, 107, 109, 111, 117, 159, 161, 174, sotto le date 29 agosto,
12, 19 e 26 settembre, 3 e 10 ottobre, 7 novembre 1506; 12 e 19 giugno, 7 agosto 1507.
4 Ms. della biblioteca comunale di Ferrara.
5 Chiese di Ferrara. Ferrara, 1773, p. 303.
0 Guida del forestiere per la città di Ferrara. Ferrara, 1787, p. 127.
7 II servitore di piazza. Ferrara, Pomatelli, 1838.
8 Indice Manuale delle cose più rimarcabili in pittura, scultura, architettura, della città e Borghi di Fer-
rara. Ferrara, Taddei, 1844.