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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. VII
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Tikkanen, J. J.: Le rappresentazioni della Genesi in S. Marco a Venezia e loro relazione con la Bibbia Cottoniana, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0360

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258 LE RAPPRESENTAZIONI DELLA GENESI IN S. MARCO A VENEZIA

di foglie, che non circondano il tronco, ma in modo affatto particolare, girano a spirale, formando
la chioma dell'aliterò; così pure .se ne vedono di quelli col fogliame colorilo di turchino. Soltanto
per eccezione è indicata talora la specie dell'albero; e veramente solo nei casi più facili per mezzo
del carattere generale o di forme speciali, come per esempio trattandosi di cipressi o di palme; di
solito semplicemente colle foglie, coi fiori o colle frulla. In tal modo troviamo indicati nei nostri
mosaici la quercia e il lieo. Non solo in questi casi particolari, ma di regola sempre, le foglie sono
troppo grandi in confronto degli alberi, i (piali alla Lor volta sono troppo piccoli al confronto
delle ligure.

Invece del cielo azzurro,1 vediamo sempre un fondo doralo; solo accidentalmente si trova in
alto un segmento di cerchio di colore azzurro, dal (piale esce la mano di Dio. Il suolo o è om-
messo del tutto, o è una fascia a onde, nei cui incavi stanno delle piante trattate schematicamente.
In ogni caso questo suolo non è da ritenersi se non come una specie di fondo convenzionale nelle
composizioni, perchè le ligure non prendono su di esso la posizione che dovrebbero prendere per
la legge naturale della gravità. Più sotto citeremo alcuni di questi esempi caratteristici. L'osser-
vazione però vale più per gli altri mosaici, che per le scene del paradiso, nelle quali il suolo che
sta sotto gli alberi è indicato con una semplice zona verde, coi confini incerti dalla parte superiore.

Mi sono trattenuto su tutte queste particolarità, appunto perchè finora si è prestata troppo
poca attenzione alle manifestazioni arcaiche dell'arie. Non è qui il luogo di parlare dell'interesse
generale di questi studi. Soltanto aggiungeremo ancora una osservazione, che cioè in generale si
è ancora infinitamente lontani dal trattare il paesaggio come si deve trattare una pittura. È
però interessante nel suo arcaismo il paesaggio del bacino o della palude in cui avviene la
('reazione elei rettili. Anche qui vediamo a sinistra Iddio in figura di giovane e in allo di beno-

CRE AZIONE DEI RETTILI

dire. Sotto i piedi de' cinque angeli assistenti si vede una lunga lila di piante acquatiche simile
al loto, le quali, regolarmente, volgono le loco foglie rotonde parallelamente alla superficie
del mosaico invece di abbandonarle orizzontalmente sul piano dell' acqua. Dietro queste grandi
foglie si avanza strisciando un serpente verde. Dell'acqua si scorge una parte piccolissima, ed an-
che quella è occupala eia tre anitre nere, che nuotano. In breve, abbiamo qui un bellissimo esempio
dell'arte medievale, che accennava alla natura molto più di quello che la riproducesse.

CREAZIONE DELL' UOMO

L'importanza di queste scene per l'arte cristiana spiegherà abbastanza il perchè noi ci fer-
miamo a studiarle cosi a lungo.

Nelle rappresentazioni antecedenti Dio operava la creazione soltanto coli'atto del benedire.
Nella Creazione d'Adamo invece vediamo una fedele ma rozza interpretazione della Storia Sa-

1 Nell'arte bizantina dell'epoca anteriore il cielo azzurro è una rarità; vedi p. e. il Cod. di Parigi n. 510 e l'otta-
teuco vaticano n. 747,
 
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