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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. IX
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Fumi, Luigi: Gli alabastri nelle finestre del duomo d'Orvieto e la vetrata a storie nella finestra grande di tribuna
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0452

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342

GLI ALABASTRI NELLE FINESTRE DEL DUOMO D'ORVIETO

razione de' Magi. Nel nono, San Paolo apostolo devoto del nome di Gesù, e nel decimo è la Circon-
cisione che ricorda la imposizione fatta di detto nome. Nell'ultimo di questa fila si vede Sant'Ireneo
martire, vescovo di Lione in Francia, che ci descrisse Erode, figurato in bestia coronata, coman-
dare la strage degli innocenti. Il secondo sopra questo è stato preso per Sant'Atanasio vescovo
alessandrino, che racconta nel suo libro de Incarnatione Verdi come la Vergine con Giuseppe e
Gesù sull'asinelio se ne fuggisse in Egitto. Quindi il quarto e quinto, per San Luca colla disputa
di Gesù nel tempio, come al capo I del suo Vangelo. Il sesto e settimo, per San Matteo ; poi il
battesimo di Gesù nel Giordano, di cui al capo III del suo Vangelo. L'ottavo e il nono, per San
Marco; quindi Gesù preso nel Getsemani, come al capo XXIV del suo Passio. Finalmente nel
decimo fu veduto San Giovanni che si trovò presente alla morte del suo maestro e la descrisse al
capo XVIII, quale si vede rappresentata nell'undecimo e ultimo quadro. I vetri che riempiono i
rosoni intagliati a corona della grande vetrata rappresentano mezze figure di evangelisti con teste
degli animali simboli loro.

Ma questa descrizione del Clementini, esatta per i soggetti delle storiette, è al tutto immagi-
naria per i soggetti dei santi che alternano le storie. Quei santi non sono altro che i profeti, vestiti
della loro clamide, a capo scoperto, salvo David coronato, tutti in atto di spiegare un rotolo di per-
gamena. Essi, che vivevano per lo più lungi dagli uomini, si vedono circondati spesso da roccie e
da piante in deserta campagna. Una scritta porta il nome di ciascuno, e si discernono bene, fra gli
altri, Amos, Mosè, Geremia, Osea, ecc. Alcuni altri campeggiano sur un fondo ad arazzo di un
colore fiammante o vellutato.

Le storiette presentano un gruppo di due o più figure sotto ciborietti o tronetti di stile archi-
acuto, o presso prospetti di tempi ed ediflzi. Le figure sono quasi tutte di stile del tempo ; ma nes-
suna è in sì buone condizioni da non avere bisogno di ritocchi e aggiustamenti. Prese prima a
restaurarla il maestro Giovanni di Buccio Leonardelli, frate del terz'ordine di San Francesco,
nel 1369, 1 nel 1370, 2 continuando forse fino al 1375, 3 senza compirla. Prosegui frate Francesco
di Antonio, orvietano, nel 1401. 4 Riparazioni vi operò ser Gaspare da Volterra nel 1445, 5 poi
nel 1463 maestro Giovanni pittore e maestro Antonio da Venezia. 6 Questi delineò il disegno delle
figure per un quadro mancante 7 e fece di nuovo il triangolo da capo, che presto si ruppe ; onde
ebbe ordine di riattare il quadro datogli a rifare e di non levare l'altro quadro senza licenza del
camerlengo, per poter venire con lui a patti più chiari. 8 Protestò egli che, se non gli si volesse
pagare il lavoro, intendeva stare a spese della fabbrica ; onde i soprastanti di essa deliberarono
pagargli tre ducati per supplemento e di fargli lavorare tre quadri, siccome con lui erasi composto
da prima, rimanendo fermo il contratto fatto avanti. 9 Al che egli non se ne stette; e tralasciato
il lavoro, volevasi partire. Allora i soprastanti, vedendo che la finestra sarebbe rimasta incompiuta;
che i ponti si sarebbero dovuti disfare; che non sarebbe stato facile avere un altro maestro; che
questi, in fine, era buon artefice, tuttoché di cervello balzano (caput eteroclitum) e non fermo alle
condizioni, vollero venire a concordia con lui, profferendogli il rifacimento di sette quadri più
deboli e dislegati, a ragione di quattro ducati per ogni quadro ; e quando ciò non gli bastasse, arri-
vare a dargli infino a trenta ducati per le sue fatiche, con patti chiari, perchè la finestra non avesse
a restare imperfetta.10 Maestro Antonio ai primi di gennaio 1464 accettò.11 Ai primi di giugno finiva
sei quadri e ne aveva il pagamento.12 In questa egli venne a mancare di vita. Si offrì allora maestro

1 Docum. del 15 febbraio 1369 (Ardi, sudd., Memorie, 1356-1381, c. 58).

2 Docum. del 2 novembre 1370 (Arch. sudd., Cam. IX).

3 Docum. del 26 giugno 1375 (Arch. sudd., Cam. IX).

1 Docum. del 28 aprile 1401 (Arch. sudd., Rifornì. 1391-1411, c. 225 t.).

3 Docum. del 26 ottobre 1445 (Arch. sudd., Riform. 1443-1448, c. 160 t.).

« Documenti due del 14 maggio e uno del 21 detto 1463 (Arch. sudd., Cam. 1460-1469).

7 Docum. del 24 giugno 1463 (Arch. sudd., Cam. ivi).

» Docum. del 30 novembre 1463 (Arch. sudd., Riform. 1458-1488, c. 228 t.).
9 Docum. del 9 dicembre 1463 (Arch. sudd., Riform. ivi, c. 229).

10 Docum. del 31 dicembre 1463 (Arch. sudd., Riform. ivi, c. 231).

11 Docum. dell'8 gennaio 1464 (Arch. sudd., Riform. ivi, c. 231 t.).

12 Docum. del 9 giugno 1464 (Arch. sudd., Cam. 1464-1469).
 
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