LE RAPPRESENTAZIONI DELLA GENESI IN SAN MARCO A VENEZIA
E LORO RELAZIONE CON LA BIBBIA COTTOKLANA
(Continuazione e line)*
CAINO ED ABELE
peducci della prima cupola nell'atrio di San Marco s'assomigliano
a quelli della cupola principale della chiesa di Santa Sofia in Co-
stantinopoli. Nella lunetta che sta sulla porta laterale destra della
chiesa si vedono i nostri progenitori, che dormono teneramente
abbracciati, e la nascita di Caino (Crescite et multìpMcamìni et
replite [sic] terram. Ilio peperit). Più sotto, il primo sacrifizio
(Christus [!] Abel cernii, Cain et sua munera spermi). Sulla
porta della cappella Zen, Caino adirato sta seduto, e appresso lo
vediamo in piedi, apostrofato dalla mano di Dio. I due fratelli
vanno insieme al campo, dove Caino uccide Abele.1 Finalmente,
sulla finestra dal lato della piazza, si vede di nuovo Caino che
parla con la mano di Dio (Diocitque Dominus ad Cairi: quid fe-
cisti? Ecce vox sanguinis fratris lui clamai ad me de terra.
Bixitque Cain ad Dominum: major est iniqititas mea quam ut veniam m.erear)?
Le scene del concepimento e del parto si svolgono in una camera da letto, nella quale le
colonne ed i cortinaggi aperti sono indizi di grande agiatezza. I bizantini amavano il lusso e la
pompa, e, dove il soggetto stesso non imponeva espressamente il contrario, davano volentieri all'am-
biente l'impronta di grande ricchezza. Ad ogni modo, nel caso nostro questa ricchezza sta in
una strana opposizione, non solo al concetto biblico, ma ben anche alle scene precedenti.
Del tutto caratteristico è però il fatto che l'artista, per rappresentare il palazzo d'Adamo, lo
ridusse a due colonne ed ai cortinaggi.3 Non si trova, cioè, mai nell'arte bizantina, come in gene-
rale in quella dei primi secoli del medio evo, un tentativo di veduta interna di un'abitazione. Giotto
fu il primo che vi si ingegnò, togliendo la parete anteriore e facendo la casa aperta come una
camera da bambole. Gli artisti bizantini, al contrario, si limitarono ad accennare semplicemente
il luogo d'abitazione,4 oppure, come spesso avviene di osservare, trasportarono la scena fuori della
* Vedi fase. VII, p. 257.
1 Queste ultime scene sono state molto e male restaurate.
2 Nella piccola lunetta che sta sulla porta nella parete interna, c'è in mosaico il busto di papa Clemente, opera di
V. Zuccati con la data 1532.
3 Lo spazio oscuro è espresso dal color di porpora che copre la superfìcie interna.
4 II principio di questo e di molti altri arcaismi dell'arte bizantina nel medio evo si deve senza dubbio riscontrare
nelle miniature degli ultimi secoli dell'evo antico, che ci sono ancora conservate. Nell'Iliade ambrosiana la tenda d'Achille è
E LORO RELAZIONE CON LA BIBBIA COTTOKLANA
(Continuazione e line)*
CAINO ED ABELE
peducci della prima cupola nell'atrio di San Marco s'assomigliano
a quelli della cupola principale della chiesa di Santa Sofia in Co-
stantinopoli. Nella lunetta che sta sulla porta laterale destra della
chiesa si vedono i nostri progenitori, che dormono teneramente
abbracciati, e la nascita di Caino (Crescite et multìpMcamìni et
replite [sic] terram. Ilio peperit). Più sotto, il primo sacrifizio
(Christus [!] Abel cernii, Cain et sua munera spermi). Sulla
porta della cappella Zen, Caino adirato sta seduto, e appresso lo
vediamo in piedi, apostrofato dalla mano di Dio. I due fratelli
vanno insieme al campo, dove Caino uccide Abele.1 Finalmente,
sulla finestra dal lato della piazza, si vede di nuovo Caino che
parla con la mano di Dio (Diocitque Dominus ad Cairi: quid fe-
cisti? Ecce vox sanguinis fratris lui clamai ad me de terra.
Bixitque Cain ad Dominum: major est iniqititas mea quam ut veniam m.erear)?
Le scene del concepimento e del parto si svolgono in una camera da letto, nella quale le
colonne ed i cortinaggi aperti sono indizi di grande agiatezza. I bizantini amavano il lusso e la
pompa, e, dove il soggetto stesso non imponeva espressamente il contrario, davano volentieri all'am-
biente l'impronta di grande ricchezza. Ad ogni modo, nel caso nostro questa ricchezza sta in
una strana opposizione, non solo al concetto biblico, ma ben anche alle scene precedenti.
Del tutto caratteristico è però il fatto che l'artista, per rappresentare il palazzo d'Adamo, lo
ridusse a due colonne ed ai cortinaggi.3 Non si trova, cioè, mai nell'arte bizantina, come in gene-
rale in quella dei primi secoli del medio evo, un tentativo di veduta interna di un'abitazione. Giotto
fu il primo che vi si ingegnò, togliendo la parete anteriore e facendo la casa aperta come una
camera da bambole. Gli artisti bizantini, al contrario, si limitarono ad accennare semplicemente
il luogo d'abitazione,4 oppure, come spesso avviene di osservare, trasportarono la scena fuori della
* Vedi fase. VII, p. 257.
1 Queste ultime scene sono state molto e male restaurate.
2 Nella piccola lunetta che sta sulla porta nella parete interna, c'è in mosaico il busto di papa Clemente, opera di
V. Zuccati con la data 1532.
3 Lo spazio oscuro è espresso dal color di porpora che copre la superfìcie interna.
4 II principio di questo e di molti altri arcaismi dell'arte bizantina nel medio evo si deve senza dubbio riscontrare
nelle miniature degli ultimi secoli dell'evo antico, che ci sono ancora conservate. Nell'Iliade ambrosiana la tenda d'Achille è