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Archivio storico dell'arte — 1.1888

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Fasc. X
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Venturi, Adolfo: Sperandio da Mantova
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https://doi.org/10.11588/diglit.17347#0502

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388

SPERANDIO DA MANTOVA

classare d'Este in S. Domenico di Ferrara una cappella coi fatti della vita di Sant'Ambrogio e con
il ritratto suo, di sua moglie e de'suoi nipoti. 1

Infine, nel periodo in cui Sperandio visse a Ferrara, probabilmente furono da lui gettate la
medaglia di personaggio anonimo, che ha tratti iconografici tali da ricordare Tito Strozzi, l'elegante
poeta, mangiapopoli ; e così la medaglia di un poeta o letterato ignoto, Parupus, medaglia che,
nella sua composizione, ricorda alquanto quella di Ludovico Carbone.

Oltre queste medaglie di personaggi ferraresi, lo Sperandio eseguì, nel periodo in cui forse
costantemente dimorò a Ferrara, due medaglie di Veneziani, di Pietro Albani e di Carlo Quirini.
Portano entrambe la data mcccclxxii, e potrebbe supporsi che lo Sperandio le avesse eseguite a
Venezia, ma egualmente è supponibile un soggiorno a Ferrara di quei due personaggi, quasi scono-
sciuti sin qui. Del primo di essi, ci fornisce alcune notizie Umberto Rossi, ne' suoi pregiati studii
sui medaglisti del Rinascimento alla Corte di Mantova, ed altre si ritrovano ne' carteggi estensi.
Era Pietro Albani un ricco banchiere e mercante di Venezia, in grande relazione con gli Estensi
e coi Gonzaga, le cui corti provvedeva di gioielli, di stoffe, di zucchero, di cera e più spesso di
denaro. Lo ebbero caro Isabella d'Este e il vescovo Ludovico Gonzaga. Morì nel 1503, e gli successe
nelle relazioni con Mantova il figlio Taddeo.

Il Friedlander suppose che alcune delle indicate medaglie fossero eseguite intorno al 1490, ma
a torto. I documenti che riprodurremo assicurano che lo Sperandio abitò Ferrara sino al 1477,
e del resto l'esame delle medaglie non giustifica la supposizione del Friedlander, perchè il meda-
glione coi ritratti degli sposi Eleonora d'Aragona ed Ercole I d'Este fu con tutta probabilità gettato
in commemorazione delle nozze: e le medaglie di Ercole I, di Niccolò da Correggio, di Pietro Bono
Avogario non ci mostrano nè il principe, né il cortigiano, nè l'astronomo in età senile. Quella
di Simone Ruffini non può essere stata gettata nell'ultima decade del quattrocento, come il Fried-
lander suppose, perchè quegli morì probabilmente nel 1475.2 Le date che si trovano sulle medaglie
ferraresi dello Sperandio sono: 1472, 1473 e 1474. Conviene quindi ritenere che il Friedlander e gli
altri autori che lo seguirono sieno caduti in errore, a causa della notizia fornita dal Baruffaldi,3
e ripetuta dal Cittadella, sulla data della morte dello Sperandio a Ferrara, determinata per il 1528.
Certamente il Baruffaldi confuse il medaglista col pittore Sperandio da Campo, pure mantovano,
che lavorò a Ferrara sin dal 1484, e che dal primo di agosto del 1490 a tutto il 1493 fu provvi-
gionato degli Estensi, e dipinse a scompartimenti una nuova loggia di Corte ed altro, sì ad affresco
che a tempera.4 Quest'artista si ritrova nel 1497 di bel nuovo a capo di una compagnia di pit-

come sembra, si riferisce una lettera, che si ritrova nell'archivio Gonzaga in Mantova, di Daniele e Nicolò Pendaglia, datata
lo marzo 1162, Ferrara, con la quale partecipano al marchese Gonzaga la morte del loro padre Bartolomeo.

1 N. Cittadella, Cosmè Tura. Ferrara, Taddei.

2 Nel libro Creditori e debitori de lo officio del Spie Marco de Galaoto, M.M., 1476 (ardi, sudd.), trovansi i nipoti di
Simone Ruffini fornire la corte di sete e di drapperie. Nel Reyistrum, Camerae 1478, a c. 107, è parola degli heredi di Si-
mone Ruffini.

3 Vite degli artisti ferraresi, Ferrara, 1840.

4 Arch. sudd. Libro Memorialle dela monecione 1492, c. vnu.

« Jhesus Mcccc°Lxxxxu
« adi iiij0 aprile

« Spexa de Corte facta per la loxa se fa soto la sala grande de dare adì soprascripto libre doe marchesine per lej fa-
ciam boni ala Camara ducale per tanti che insino adì 17 marzo la pago contanti a mastro Speraindio dipintore per soa mercede
de havere dipinto lo muro de la sala sopra li volti 9. de la loza se fa corno al zornale de Ussita de la Camara q. q. q. a c. 10

posto che dieta Camara debia avere videlicet ................................................................... L. n S. — D. —

« Spesa di corte in libro c. 3.
« Camara ducale in libro c. 66 ».
Libro Memorialle dela monecione 1492, c. 49b.

« Jhesus Mcccc°Lxxxxu
« adi xxv octobro

« Spexa de Corte de dare adi dicto libre una de marchesinì per lej faciam boni a la camara ducale per tanti che insino
adì 16 octobro la pago contanti a mastro spera in dio dipintore per soa mercede de havere depinto a quadri in lo muro sopra
 
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