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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. III-IV
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Venturi, Adolfo: Il gruppo del Laocoonte e Raffaello
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0142
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ADOLFO VENTURI

Anche piccole riproduzioni o placche si eseguirono del Laocoonte. Il celebre Garadosso ne
l'eco un'insegna d'oro per Federico G-onzaga, ostaggio alla corte di Giulio II, da portare sulla ber-
retta.1 Suppose il Molinièr che di quella medaglietta d'oro fosse una riproduzione in bronzo, la placca
tonda che si vede a Berlino, 2 (lìg. 12) ma il Bode e lo Tschudi ragionevolmente non ritengono del
Garadosso quella medaglietta,3 ov'è tutto un avviticchiamento di serpi intorno a tre ligure, alte ugual-
mente, di cui solo il Laocoonte ricorda quello del gruppo vaticano. Altre tre laminetle di bronzo,
riproducènti Laocoonte, si ritrovano a Parigi nelle collezioni Bucquet, Gourajod e Dreyfuss: 4 le
due ultime furono eseguite dopo il restauro del gruppo, la prima è un'imitazione assai libera, in
cui si vedono non due, ma Ire ligli fanciulletti, uno de' quali è caduto a terra esangue. A Parigi,
nella collezione Spitzer, vi è pure un piccolo bronzo del secolo xvi rappresentante Laocoonte, 5 e
una credenza scolpita nello stesso secolo, col monumento due volte intagliato a bassorilievo; e
così nella collezione Soltykoff6 vi ò un bacile smaltato di Limoges del cinquecento, e al museo
archeologico di Brera in Milano in un piallo d'Urbino della Decadenza, in cui è rappresentato il
gruppo del Laocoonte. 7 Nel gabinetto reale di Francia vedevasi una gemma incisa con la rappre-
sentazione del gruppo, s e il Winkelmann ne notò una copia esatta in vetro nel gabinetto delle
pietre incise del barone di Stosch.0 Un cammeo in calcedonia, posteriore al 1550, e un intaglio
in sardonica venata, del tempo del primo restauro del braccio destro del Laocoonte, vedonsi nella
galloria degli Uliìzi.10 Queste riproduzioni non derivano però tutte dallo studio diretto della scultura
greca, ma talora da altre riproduzioni, e dai calchi che ne furono fatti, fra i quali conviene ricor-
dare quello eseguito per commissione di Francesco I di Francia.11

Abbiamo raccolto queste notizie per dimostrare vieppiù come la fama del monumento classico
fosse grandissima, e per aggiungere prove dell'influsso potente che esercitò' sul rinascimento del-
l'arte italiana; onde ogni studio su Raffaélle e l'antichità che non tenga conto di quel massimo
eoellìcienté appare manchevole.

La questione del restauro del gruppo dovette pure essere di somma importanza, si che Raf-
faello non potò rimanerne estraneo, lui che sopraintendeva alle antichità di Roma, e che era
assorto, verso la fine della sua vita, alla risoluzione di problemi archeologici. Risollasi però la
questione del restauro, dopo che Raffaello poteva col fine intuito dell'antico prescrivere il modo
di completare la scultura, il restauro non fu condotto felicemente e non a norma dell'attacco antico
della spalla, né dal Montorsoli, nò dal Gornacchini.

1 E. PlOn, Benvenuto Cellini. Nouvel appendice,
p. 29-30. Paris, Plon, 1884.

2 E. Mounier, Los bronzes de la Renaissance. Les
plaqueUes. Catalogalo raisonné. Voi. 2. Paris, Rouam,
1866. Tomo I, pag. 106, n. 152.

•5 W. Bode und H. von Tschudi, Besclireibung der
Bildwerhe der christlichen Epoche. Boriili W. Spo-
mànn, 1888.

4 E. Mounier, op. cit. tomo I, p. 19, n. 33 e n. 34;
tomo II, p. 130, n. 615.

8 Notizia ricevuta per cortesia dal Muntz.
0 N. 485 del Catalogue de Venie (1861).

7 E. Mounier, Les mqjoliques italiennes en Italie,
p. 22.

8 Mariette, Tratte des pierres gravécs. T. Il, tav. 95.
0 Winkelmann, Opere, III, 1053.

10 L'intaglio in sardonica venata non è esposto. 11
catalogo del Migliorini (1850) li descrive così: « Cam-
meo in calcodonia. - Gruppo del Laocoonte veduto di pro-
spetto. - L'autore di questo cammeo doveva vivere dopo
il 1550: egli si ò servito dei restauri in stucco dol
Montorsoli. Ilo veduto dol medesimo molte altro copio
dall'antico, tutte ben toccate e non finitissime corno la

prosente. La sua età la deduco dall'avere copiato cose
che furono rotte dopo quel tempo e ch'egli manifesta-
mente, copiò intatte.

« Intaglio in sardonica venata. - Il gruppo del Lao-
coonte nel tempo dol primo ristauro del braccio destro. »

Questo duo pietre sono rammentate in altri inven-
tarii procedenti della galloria : la menzione più antica
trovasi in un inventario senza data, di scrittura dol
secolo xvn, chi; ima nota posteriore indica come l'in-
ventario dogli oggetti d'arte appartenenti al cardinal
Leopoldo. In esso e nella lista dei cammei moderni vi
e notato « Laocoonte coi figli in calcidonia », e più avanti
negli intagli moderni «Laocoonte coi figli in agata varia.»

Nel medesimo inventario del cardinal Leopoldo tra
i bronzi moderni vi ò notato « il Laocoonte coi figli »,
o può darsi cho sia uno di quelli del museo fatto dopo
il ristauro.

Fra i bronzi, la prima menzione di un gruppo di
Laocoonte nella galloria è nell'invent'irio dol 1635, in
cui al n. 206 è notato: « Un gruppo di tre figuro di
bronzo, cioA un vecchio tutto accerchiato da serpi con
due giovani similmente con serpi. »

U B. cellini, Autobiografia.
 
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