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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. VIII-IX
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Fumia, Luigi: La facciata del duomo d'Orvieto, [2]
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0372
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LUIGI FUMI

Che le decorazioni della facciata non risalgano avanti all'anno 1321 lo desumo da' documenti
che accennano alle opere dei portali. I marmi per i portali si ordinarono a Montepisi, del contado
di Orvieto, fino dall'anno 1310. Arrivarono nel 1321 le prime pietre, cinque delle quali pesarono
515 libbre, quattro 950 e cinque più altre 515 libbre '. Servirono per i colonnelli delle due spe-
cie, tondi e quadri ~ che ornano lo sghembo dei portali, altri marmi della stessa cava di Montepisi.
Tutte le altre quantità di marmi della stessa provenienza non solo, ma di altri luoghi che si
vedono registrate nell' anno 1321, ancorché non ne sia indicato sempre espressamente l'uso,
come è indicato ne' documenti de' 26 giugno e 20 luglio 1321, si riferiscono ai portali. Notevole è
la quantità dei marmi venuti per questi da Roma e dalle sue vicinanze. Già dai ricordi datici dal
p. Della Valle si hanno marmi romani arrivati per la via di Orte ne' primi anni della edificazione
della chiesa 3. Maestri dell'Opera si trovavano a lavorare al castello della Galera nelle parti di Roma
e nel maggio 1321 vi ricevevano messi con lettere * Maestro Ciolo di maestro Tommaso d' Amelia
faceva spese in Roma per cavare marmi da un fossato presso lo stesso luogo e per la polizza di
salvacondotto fuori di Roma e per pagare un notaro che scrisse lettere da parte dei conti di
Anguillara 5. In altro documento dello stesso mese sono registrate tutte le spese fatte da lui a
maestri e lavoranti che erano a ricercare e a lavorare marmi. Fra questi maestri erano Petruc-
cioli) di Ciolo di Amelia, Tino di Pietro, Rartuccio Rustichelli, Stefanuccio di Guido e Bonfiglio
Bonaccini6. La spesa notata per portare ferramenti e altro da Orvieto a Roma a castel Galera
e altrove fa vedere che si intrapresero i lavori intorno a quel tempo. Nel giugno potevano già
essere recati circa venti pezzi di marmo del peso di molte migliaia di libbre 7. Da Roma stessa
spedironsene sette da Castel sant'Angelo 8, oltre quelli che se ne acquistarono da varie persone 9. Molti
ne fornì anche la contrada di san Paolo 10. Coi nostri sono nominati maestro Jaeomo di Luca mar-
morario di Roma, che fu insieme con essi per quattro giorni e andette attorno per il distretto
romano, e maestro Stato o Stazio, altro marmorario della stessa città. Si fermarono ad Albano,
facendosi raccomandare per lettere del notaro dei Senatori e togliendo da questi carta di licenza.
Gli accolse umanamente il signor Giovanni de'Savelli 1i. Ad Albano erano a lavorare varii artisti :
oltre a Ciolo ridotto vi si trovavano Corso Dominici, Petrucciolo di Ciolo, Giovaglielo di Gubbio,
che prima era stato anche al castello di San Gemini per la ricerca dei marmi 12, Ciuccio di Assisi,
Pietro Terracane, Nicola da Firenze, Ceccarello d'Assisi e Ciolo di Manuello I3. Di là spedirono
il (5 novembre 1321 quarantotto pezzi al porto di Grapigliano in otto carrate, e da Castel Gan-
dolfo in tre carrate al detto porto per il Tevere Per questi marmi maestro Marino di Federico
pagò maestro Jacomo marmorario di Roma suddetto per due giorni che fu coi nostri a condurli
e per regali in pepe, in cera e zafferano presentati ai nobili uomini Pandolfo e Giovanni de' Savelli,
i quali donarono i marmi stessi 15. Maestro Marino di Federico stette in Albano quarantacinque
giorni ed egli stesso lavorò i marmi l6. A San Gemini, ad Amelia e altrove se ne cercarono
pure n. Ma in maggior numero seguitarono sempre a venire da Montepisi, della cui qualità 5,700
libbre servirono per la porta di mezzo 18, ed un pezzo grande di 6,300 servì per lo indinocchiato 19
(credo voglia dire l'inginocchiato) della porta stessa. Da quest'ultima memoria cbe è del 20
luglio 1321 si può avere indizio, come diceva in principio, che forse non si cominciò a lavorare di marmi
in facciata prima del 1321. Alla detta cava di Montepisi erano addetti i maestri Meglioretto Morici,
Guidarello di Paolo, Bucciarello di Accorsuccio, Nuccio Latini e Cecco di Jacomo 20.

1 Arch. detto, Cam. 1321, aprile 5, 11.

- Arch. detto, Cara. 1321, aprile 14, giugno 11.

:l Op. cit. p. 266. - Arch. del Coni., Rif. 1316, giugno 11.

4 Arch. dell'Opera, Cam. 1321, maggio 16.

6 Arch. dotto, Cam. 1321, maggio 25.

6 Arch. dotto, Cam. 1321, maggio 25, 31.

' Ardi, detto, Cam. 1321, giugno 2, 3, 27; luglio 13.

8 Arch. detto, Cam. 1321, luglio 13.

9 Arch. detto, Cam. 1321, agosto 3.

10 Arch. detto, Cam. 1321, ottobre 12.

11 Arch. dotto, Cam. 1321, agosto 2, 3.

12 Arch. detto, Cam. 1321, giugno 14.

13 Arch. dotto, Cam. 1321, agosto 3; settembre 25.

14 Arch. detto, Cam. 1321, novembre 6.
18 Arch. dotto, ivi.

'" Arch. detto, ivi.

17 Arch. detto, Cam. 1321, giugno 14,-settombre 25.

i» Arch. detto, Cam. 1321, giugno 26.

i» Arch. detto, Cam. 1321, luglio 20.

"" Arch. detto, Cam. 1321, passim.
 
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