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Archivio storico dell'arte — 2.1889

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Fasc. X
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Guillotin de Corson, Amédée: La farnesina de' Baullari in Roma
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https://doi.org/10.11588/diglit.17348#0441

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39G

DOMENICO GNOLI

che è lo stemma della Bretagna, congiunto al giglio davano luogo a credere che il primo proprie-
tario del palazzo fosse un francese di Bretagna. Molti sono gli stemmi, specialmente di famiglie bretoni,
dove si trovano diversamente combinati, l'armellino ed il giglio ; e poiché nella Farnesina non abbiamo
lo stemma, ma solo due figure araldiche inserite nella decorazione, non era possibile ritrovar da
quello la famiglia del fondatore del palazzo. Non rimaneva dunque che tentar la via degli archivi
notarili, risalendo, se fosse possibile, dai Linotte e dai Silvestri al fondatore del palazzo: e la for-
tuna ha favorito le mie ricerche.1

Partendo da un punto cerio, cioè dai Silvestri, il cav. Federico Silvestri da Cingoli, in data
8 marzo 1638, comprò per scudi tremila, dai monaci di san Paolo fuori delle mura, una casa posta
in Roma «in regione Parionis, in Campo Florae, in vico nunc nuncupato V Osteria dell'Aquila, juxta
a duobus lateribus vias publicas, salvis etc.» Nel memoriale con Rescritto allegato all'Istromento, la
casa è designata come posta al Vicolo dell'Aquila. (Atti di Sebastiano Cesi, notaro del Vicario, nel-
l'Archivio Urbano). Fin dal 1592, Sebastiano de Silvestris, quello di cui abbiamo sopra discorso, aveva
comprato ad vitam, secondo una forma allora in uso, o meglio presa ad affitto la stessa casa da
Camillo Bucimazza. Erede di questo Camillo fu il nepote I). Alessandro Bucimazza, monaco professo
del monastero di S. Paolo fuor delle mura, il quale lasciò eredo il monastero, che vendette poi la
casa a Federico Silvestri. Ciò è narrato nell'Istrumento Cesi sopra citato. Camillo Bucimazza era
venuto in possesso della casa a' 26 giugno 1578 per vendita fattagliene da Sigismondo ed altri de'
Martignoni. (Atti del Severi Notaro G. A. Officio già Ernesto Bacchetti, oggi all'Archivio di-
strettuale). I Martignoni la comprarono li 30 giugno 1573 da Pietro Regis, per mezzo del card.
Flavio Orsini. Magnificus D. Petrus Regis alias le Roy, laycus Redonensis Diocesis.... vendidit....
Mimo, et Rmo. D. Flavio Ululi Storum Retri et Marcellino', Ste Romane Ecclesie presbitero Card.
Ursino nuncupato... prò Ma vel illis persona vel personis quam seu qaas predictus lllmus d.
Cardinalis duxeril nominandas.... unam ipsius d. Retri domum sitam in urbe in regione pa-
rionis.... iuxta ab uno bona dominorum de Mazalostis et ab alio viam pubblicani tendentem
versus ecclesiam sancii Laurentii in Damaso, et retro viculum tendentem versus domos domi-
norum de Maximis, et ante viam pubblicam, salvis aliis etc. cum salis, cameris, curlile, puteo,
ledo.... prò prelio et nomine pretti scutorum mille octingeniorum, eie. (Alti di Andrea Martini,
voi. 1225, c. 183. R. Archivio di Stato in Roma). Il card. Orsini nominò come compratori i fratelli
Martignoni.

Possiamo ancora risalire indietro. Ai 25 ottobre 1548 Francesco Regis, figlio di Rodolfo, 2 era
proprietario del palazzo. Rodolfo cedeva al figlio Francesco, recatosi a Roma per seguirvi la
carriera ecclesiastica, offilium suum cubicularialus ; e Francesco, dovendo prestar cauzione
bancaria, obbligava tra gli altri beni etiam suum palatium seu domum magnani que dicitur
Palatio o casa de Thomas Regis, sitam in regione parionis et apud sanctuni Laurentium in
Damaso. (Raydettus Not. A. C. Voi. n. 6149, cav. 461. R. Arch. di Stato in Roma).

Francesco Regis possedeva il palazzo per donazione fattagliene dal padre Rodolfo. Ai 5 maggio
1546, personaliler constitutus nólnlis vir Rodulphus le Roy, lemporalis dominus Duplesseix Rafray,
pater naturalis et legitimus domini ac magislri Francisci Le Roy clerici redonensis diocesis,...
ut melius eidem Francisco, sedem apostolicam ac dictam urbem in brevi consulere desideranti

sufìreniatur..... gli donava domum quam pluribus annis prefalus dominus Rodulphus possedil

in hujusmodi urbe ac regione parionis, in parrochia sanctorum Laurentii et Damasii, in con-
spectu ejusdem palata ecclesie sanctorum Laurentii et Damasii, infra hos fines, ab uno latere
anteriori est plateola publica versus dictum palatium respiciens, ab alio sunt domus respicienies
versus stratam ubi venduntur pulii herbe et alte res. (piazza Pollarola), et ab alio latere est parva
strafa que ducit ad plateam reclaustam, etc. La qual casa egli dichiarava di possedere,iurehere-
ditario. (Raydettus Not. A. C. Voi. n. 6149, car. 465. R. Arch. di Stato in Roma).

1 Debbo osser grato al cavaliere G. Coletti, con-
servatore dell'Archivio Urbano e al signor Alessandro
Corvisiori, conservatore nel R. Archivio di Stato, del

cortese aiuto di cui mi furono larghi in queste ricerche.

2 Rodolfo è la traduzione latina; il suo nome, come
dall'appendice al presento scritto, era Raoul.
 
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