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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. I
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Miscellanea
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0090

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MISCELLANEA

59

altro autore. Raffrontandolo colla «Vita di Filippo
di Ser Brunelresco », che il Milanesi dimostrò es-
sere indubitatamente composta dal Manetti, vi rin-
tracciamo, riguardo all'ortografia ed alla gram-
matica, molte analogie nella di/ione, nella scelta
delle espressioni e perfino nei concetti; se nonché
la forma del lesto della « Vita », inordinata, pro-
lissa, messa sulla carta a guisa di minuta senza
gran cura, negli « Huomini singhularj » fa riscon-
tro allo studio di esprimersi con più brevità, più
precisione ed anche in modo grammaticalmente più
corretto. Inoltre 1' erudito testò nominato, per pro-
var che il Manetti abbia composto il nostro scritto,
adduce - e lo abbiamo già accennato più addie-
tro — la ragione che l'aver il suo autore dato alla
notizia sul Brunelleschi in confronto alle altro
molto maggiore estensione, dimostra esser lui stato
intendente d' architettura (come difatti si sa clie il
Manetti fu), ed essersi egli approfondito in ispecie
nelle opere di quell' artefice.

Ma a questi argomenti in favore del Manetti
sta contro (die le notizie sul Brunelleschi negli
« Huomini singhularj » non sono del tutto identi-
che a quelle fornite nella « Vita ». Così, p. e., li
l'esecuzione stessa della lanterna del duomo gli
viene attribuita (« fece la lanterna »), mentre nella
Vita — conformemente ai fatti — non si fa parola
d* altro, se non che d'aver egli fornito il modello
solo, e si asserisce espressamente esser la lanterna
stata, eostruita soltanto dopo la sua morte;1 la
cappella edificata dal Brunelleschi in Santa Feli-
cita viene indicata come appartenente alla fami-
glia Barbadori, il che non si dice espressamente
nella Vita; - si insiste essere il Brunelleschi stato
il primo clic non side india pittura, ma anche india
scultura insegnasse l'uso della prospettiva e ch'egli
cosi fossi" l'iniziatore dello stile pittorico nella scul-
tura di rilievo, indicazione questa ohe cerchiamo
indarno nel passo della Vita, bensì molto più esteso,
dove il maestro si celebra come inventore della
prospettiva ;1 ed in fine gli vengono attribuiti corti
lavori pel duomo di Milano, la cappella Pazzi in
Santa Croce e la costruzione «d'un castello, for-
tezza mirabile al signore Gismomlo di Rimino».4
Ora, se di tutte e tre queste opere non si fa men-
zione nella N'ita, questo in quanto riguarda lo

1 Conf. Milasisi,Operette istorichedi Ant. Manetti, ecc.,
P- 161 e pp. 148, 152 e 153.

2 L. e, pp. 162 e 136.

3 L. e, pp. 163 e 82 seg.

4 L. e, p. 162.

due prime — si può spiegare in modo plausibile
coli' aver l'autore per avventura riserbato di trat-
tarne nella parte finale di essa, che poi lasciò in-
compiuta. 1 Non è lecito, all'opposto, di addurre
lo stesso argomento per 1' ultimo dei detti lavori,

j poiché esso evidentemente avrebbe dovuto essere
rammentato nel luogo dove si parla delle altre
opere analoghe del maestro e dove si enumerano
e descrivono con abbastanza prolissità i lavori di
fortificazione eseguiti a Pisa ed a Vico Pisano.

Per ultimo, anche una postilla alla notizia su
Masaccio sembra attestare che il Manetti abbia
copiato da testo non suo gli « Huomini singhu-
larj » nel suo volume miscellaneo. Essa si riferisce
al fatto di cui si fa menziona nel tasto, che cioè
«Masaccio morì d'età di anni 27 in circa», e dice
così: «a dj 15 di settenbre 1472 mi disse lo Scheg-
gia suo fratello: che naque nel 1401, el dj di Santo
Tomaso apostolo, che a dj 21 di Dicenbre». Avendo
noi più sopra, fissato il tempo d'origine dello
scritto in questione, con certezza da levar ogni dub-
bio, posteriormente all'anno 1482, non è possibile
che la data della postilla sia proprio quella in cui
essa fu aggiunta al testo. Per spiegar la sua esi-
stenza, ci pare molto più verisimile di supporre
•die il Manetti I' abbia aggiunta dalle suo notizie
raccolte già prima, a un testo da lui copiato, come
supplemento prezioso (e che la riputasse tale vieno
provato dall'aver egli notato la data precisa, quando
gli fu somministrata quella notizia), e che l'ab-
bia — nella stessa occasione in cui scrisse la sua

; copia — aggiunta nel margine, affinchè il testo ori-
ginale rimanesse inalterato; invece di ammettere

ì ch'egli abbia servilmente copiato un postilla già
esistente sull'originale, e che non abbia piutto-
sto — come in simile caso sembra affatto naturale —
incorporato quanto essa contiene di essenziale al
contesto della sua copia. E così appunto egli do-

| vrebbe aver fatto, se avesse composto tutto il te-

1 II Milanesi crede che il manoscritto della Vita non
l'esse lasciato mutilo dal Manetti, ed appoggia questa
opinione ooll1 argomento che il Vasari, il quale tolse da
quella la maggior materia per la sua biografia del Bru-
nelleschi, la condusse fino alla morte del maestro, con
molti particolari, (die si può credere aver attinti dalla
stessa fonte. Noi, però, in uno scritto apposito, abbiamo
dimostrato (die questa fonte did Vasari fu il cosidetto
« Libro ili Antonio Billi », e perciò non sussiste più l'ar-
gomento addotto dal Milanesi per la sua supposizione,
(die l'opera del Manetti fosse stata compiuta dal suo au-
tore (vedi II Libro <li Antonio lliìli e Ir sur copie nella Bi-
blioteca Nazionale ili Firenze. Estratto dall'Archivio gtor.
ital., Serie V, t. VII. Firenze, 1891, pp. 36 e seg.).
 
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