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Archivio storico dell'arte — 5.1892

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Fasc. II
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Supino, Igino Benvenuto: Il pergamo di Giovanni Pisano nel duomo di Pisa
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https://doi.org/10.11588/diglit.18091#0109

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76

IfUXrO BENVENUTO SUPINO

e fu portato a seppellire in detta Chiesa. 1 Giù per la nave della chiesa erano otto cappelle,
quattro da ogni banda poste alle mura delle due navi minori alle quali si vedevano meravigliose
tavole di pittura fatte da'migliori e più eccellenti pittori che fiorirno al tempo del Gran'Duca
Cosimo de' Medici. A mezzo la nave da man ritta all'entrare si vedeva a una delle colonne di
detta nave il pergamo di legno sopra al quale si predicava la parola di Dio. Le tre Porte dinanzi
erano di legno ma coperte con grosse lame di metallo et ornate di ricche borchie d'ottone. Ma
il legno della Porta che era a man ritta all'entrare, era la Porta stessa che era in Jerusalemme
alla Porta Aurea della Città per la quale entrò Cristo nostro Signore con la pompa delle palme
e però era coperta molto più riccamente che l'altre dua;2 la facciata dinanzi di detta Chiesa
era tutta piena d'ordini di piccole colonnette di marmo posto l'ini ordine sopra all'altro insino
alla sommità del tetto. Sopra alla porta del mezzo era un antica finestra con colonnette nel mezzo,
davanti alla quale era una statua di marmo che rappresentava il re Davit a sedere che sonava
la cetra 3 e la colonnetta che era nel mezzo di detta finestra era circondata da più fili grossi di
ferro e si diceva che quella colonnetta era stata in Jerusalemme in casa di Pilato et era a una
finestra di quel luogo proprio dove Pilato mostrò Cristo nostro Signore a' Giudei quando disse
ficee homo. Dalla parte di dreto di detta Chiesa, cioè dreto alla tribuna dell'aitar maggiore, ma
da una banda inverso mezzodì, è ancora il Campanile di forma rotonda talmente che drento
pare un pozzo alto circa braccia cento ed alla parte di fuori tutto fasciato di molti ordini di
piccole colonnette di marmo, posti l'uno sopra all'altro come di sopra dicemmo della facciata della
chiesa, et è fatto questo campanile con tale artifizio che egli pende sette braccia, il che più volte
s'è misurato facendo pendere dalla sua cima insino a terra un perpendicolo e misuratasi in terra
la sua distanza dal piede della torre si è trovato essere lontano da quello lo spazio predetto di
sette braccia. E chi stessi sotto al detto campanile da quella parte dove egli pende et guardassi
alla sua cima mentre che un nugolo passassi, andando incontro alla piegatura di detto campanile,
non potrebbe riguardare senza paura parendogli risibilmente che quella torre gli venissi addosso.
In detto campanile si vedono molte e grosse campane che quando si suonano tutte ne' giorni
solenni rendono insino da lontano molto allegra e soave armonia. \] si come il detto Duomo era
ornato delle sopradette concernenti la fabbrica di quello così ancora era ricco di preziose e sante
reliquie di ricchi e nobili paramenti e di belle argenterie. Tra le quali vi era una memoria che
ottimamente dimostrava quanto fussi grande la superbia de' Pisani. Et era questa una larga cintura
d'oro distinta e scompartita in certi spazzi da grossi ceppi di preziose gioie, circondate da gros-
sissime perle, con la qual' cintura si cigneva dalla parte di fuori tutto quel nobilissimo 'l'empio
nelle solennità più principali dell'anno. La qual cintura rigirando tutto quel 'l'empio bisognava
che per la lunghezza e moltitudine delle gioie e delle perle fussi d'una valuta inestimabile. Ma
sopraggiunti i Pisani da varij bisogni della loro Repubblica furono costretti a levarne quando
un pezzo e quando un altro, atalchè a'tempi nostri ve n'è restato un pezzo non molto lungo
che per memoria si conserva e si mostra a' forestieri tra l'altre cose prezziose della sagrestia
di detta Chiesa.

« Tale era dunque la disposizione di quella nobilissima chiesa la cui coperta di piombo,
spesso, come è detto si rassettava e in questo tempo ne aveva la cura il detto maestro Giovan-
domenico da Milano il quale, detto di 24 d'ottobre avendo fatto suo lavoro in su la detta coperta,

' 11 monumento è d'Arrigo VI! e fu prima innalzato
nella tribuna dell'aitar maggiore, poi, nel 1494, si col-
locò nella muraglia laterale della cappella di San Ra-
nieri : rimosso nel 1727 fu messo sopra la porta della
sagrestia di fianco all'altare della Madonna di Sotto gli
Organi. Negli ultimi restauri l'arca sepolcrale fu por-
tata in Camposanto. 1

! La maggiore delle tre porte fu opera di bronzo
fatta nel 1180 da Bonanno architetto e scultore pisano.

11 Vasari e il Tronci riportano l'antica iscrizione:
« Janua perfloitur vario constructa decore
« \'.\ uno Virgineum Christus descendit in alvum »,

Anno MCLXXX. Kgo Bonannus Pis. mea arte hanc

portam uno anno perfeci tempore Benedieti operarli ».
3 La statuetta è ora in una nicchia di fianco alla

porta della chiesa che guarda il campanile per dove

comunemente si entra.
 
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